Diabete e obesità, la prevenzione inizia da bambini

28 settembre 2011
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Diabete e obesità, la prevenzione inizia da bambini



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In Italia, l'obesità interessa sei milioni di adulti e, insieme al problema del sovrappeso, un milione di bambini (pari al 35%). Queste le cifre sul fenomeno indicate dal decimo volume della collana Quaderni del ministero della Salute, presentate in un occasione del convegno "Appropriatezza clinica, strutturale, tecnologica e operativa per la prevenzione, diagnosi e terapia dell'obesità e del diabete mellito". Il dato non è omogeneo su tutto il territorio nazionale, tanto che si passa da una situazione come quella della Valle D'Aosta, che presenta una percentuale di bambini obesi o in sovrappeso del 23%, alla Campania, che ha tassi fino al 49%.

Secondo il ministro della Salute Ferruccio Fazio, intervenuto al convegno le conseguenze possono essere gravi e le ragioni di questo fenomeno possono essere rilevate in una scarsa attenzione alle politiche di prevenzione e programmi di attività fisica nelle scuole ancora inadeguati. Il rapporto ministeriale, non a caso, ha delineato anche il profilo italiano sulla diffusione del diabete, che interessa tre milioni di persone, oltre a un altro milione che presenta la glicemia alta senza saperlo. Dati che destano preoccupazione, perché nel 2010 il diabete ha determinato il 10-15% della spesa sanitaria nazionale e per di più, secondo alcune proiezioni effettuate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, risultano in aumento. La previsione è di arrivare al 2015 a più di 300 milioni di diabetici. Per quanto riguarda il sovrappeso le stime sono per circa 2,3 miliardi di individui, con più di 700 milioni di persone obese.

Il problema, come ormai sostengono in molti da tempo, va affrontato fin dall'infanzia, periodo della vita in cui dovrebbero essere acquisiti stili di vita corretti. Un compito cui il pediatra di famiglia può dare un importante contributo, anche perché come ha ricordato Marcello Giovannini, presidente della Società italiana di nutrizione pediatrica e direttore scientifico della Scuola di nutrizione, l'Italia è l'unico paese dove a disegnare il programma nutrizionale del neonato e del lattante è lo specialista pediatra che può essere consultato gratuitamente. Eppure in Italia c'è, sottolinea l'esperto «secondo lo studio "Okkio 2010", una prevalenza media tra le più alte d'Europa: tra i sei e gli undici anni, più di un bambino su tre ha un peso superiore a quello che dovrebbe avere per la sua età». Si insiste molto su questi aspetti poiché è dimostrato che sovrappeso e obesità nei primi anni di vita sono importanti fattori di rischio per sindrome metabolica, malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumori. «Esistono periodi critici dello sviluppo del bambino in cui l'intervento nutrizionale può condizionare la salute del futuro adulto» ribadisce Giovannini «un allattamento e uno svezzamento adeguati guidano il bambino su un sentiero di corrette abitudini che si manterrà poi negli anni successivi fino all'età adulta». Ci sono molteplici evidenze scientifiche che promuovono a pieni voti l'allattamento al seno da proseguire anche durante il divezzamento, e nel caso in cui manchi il latte materno è necessario raccomandare di scegliere tra i latti formulati quelli a minor apporto proteico, vale a dire più simile a quello del latte materno. Infine, è importante rimandare ai 12 mesi compiuti, se non addirittura dopo i 24 mesi, l'utilizzo di latte vaccino, proprio per evitare eccessi proteici dannosi che possono predisporre all'obesità e all'insorgenza di diabete di tipo 1 e 2.



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