18 gennaio 2012
Interviste
Protesi seno, non solo Pip: occhio alla bassa qualità
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Sottoporsi all'impianto di protesi mammaria, per motivi ricostruttivi a seguito di patologie del seno o puramente estetici, è un intervento che va eseguito alla luce di garanzie e informazioni che il chirurgo deve mettere a disposizione della paziente. I recenti casi di rotture delle protesi prodotte dall'azienda francese Poly implant protese, da cui il nome di protesi Pip, hanno sottolineato l'esigenza di maggiore sicurezza e hanno messo in apprensione migliaia di donne che dal 2001 a oggi si sono sottoposte a chirurgia plastica del seno. Maurizio Nava, direttore della Chirurgia plastica e ricostruttiva dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano, suggerisce a queste pazienti che cosa fare e a quelle che desiderano richiederla quali garanzie esigere.
Dottor Nava, in caso di rottura della protesi compaiono sintomi o segnali particolari?
Sì, la paziente si può accorgere inizialmente di una variazione di forma della mammella, può comparire un disturbo a livello toracico con un dolore non specifico diffuso o localizzato all'altezza dei muscoli pettorali, dovuto a una iniziale infiammazione. Se l'infiammazione è invece già in corso la parte è più dolorante e la pelle appare arrossata e calda. Segnali già più importanti sono l'aumento di volume dovuto alla formazione di siero che produce l'organismo come reazione sistemica, e un'infezione locale, un rischio cui si è esposti in questi casi. Può succedere che i sintomi siano silenti ma che compaia un linfonodo ascellare che si ingrossa per drenare il materiale fuoriuscito dalla protesi.
Perché le protesi Pip sono a rischio di rottura? E le altre?
Va detto che tutti gli impianti in teoria si possono rompere, a causa di traumi, usura o danni durante l'impianto, ma questa evenienza dipende dalla qualità. Il problema delle protesi Pip è il tipo di silicone con cui sono state prodotte che anziché essere quello per uso medicale è quello per uso industriale. Le protesi di 5° generazione che sono in commercio hanno caratteristiche che sono il meglio finora ottenuto dalla ricerca. Contengono un gel di silicone ad alta coesività, che evita la dispersione di liquidi, rivestito da un triplo strato impermeabile, che riduce al minimo la fuoriuscita di macromolecole di silicone. La superficie esterna presenta una certa rugosità che riduce al minimo la reazione capsulare periprotesica, vale a dire la formazione di un sottile tessuto attorno alla protesi che in una bassa percentuale di casi è più spessa. Queste caratteristiche come pure i costi, variano e dipendono da quanto il produttore investe nella ricerca. Nel caso delle Pip oltre a essere più a rischio di rottura, non è nemmeno noto come si comporta il silicone a uso industriale nell'organismo e se è cancerogeno, aspetto su cui non ci sono sufficienti dati per stabilirlo, poiché le protesi sono state introdotte nel 2001.
Come fa una donna a sapere se le è stata impiantata una Pip?
Per conoscere il tipo di protesi che è stata impiantata bisogna controllare un'etichetta che viene inserita nella cartella clinica dopo l'intervento e che oltre al numero di lotto riporta anche un numero seriale. La stessa etichetta viene rilasciata alla paziente allegata a una sorta di carta di identità della protesi, con nome del chirurgo e del luogo in cui è stato eseguito l'intervento. Se è stata smarrita si può richiedere copia della cartella clinica.
Una volta che si ha la certezza come bisogna procedere?
Se si scopre o c'è il sospetto che si tratti di una Pip non è necessario allarmarsi se non ci sono sintomi. Su questo punto ci sono posizioni diverse. La Francia per esempio le sostituirà tutte, la Gran Bretagna solo quelle con problemi. Il ministero della Salute dice di controllare le pazienti che devono concordare con il proprio specialista gli esami di controllo e anziché fare la risonanza magnetica ogni 10 anni, farla ogni 5. Diverso è se ci sono i sintomi, in questi casi va sostituita ma senza allarmismi poiché non esistono pericoli gravi per la salute, salvo in casi di infezioni in corso che richiedono una procedura programmata di sostituzione. Non va dimenticato che tutte le donne con protesi devono fare controlli annuali e risonanza ogni 10 anni, perché le protesi non sono eterne e se l'impianto è stato fatto da giovani bisogna mettere in conto che andranno sostituite almeno un paio di volte perché l'organismo femminile cambia nel tempo, per esempio con una gravidanza.
Che garanzie hanno le donne che desiderano sottoporsi oggi all'impianto?
Queste pazienti devono conoscere che tipo di impianto viene usato, se è rotondo o anatomico, chi lo produce, quali sono le caratteristiche. Tutte queste informazioni sono contenute nel libretto informativo e il consiglio che do è di effettuare l'acquisto diretto in accordo con il chirurgo per avere una garanzia in più sulla qualità. Per legge le protesi devono essere fatte con silicone medicale e nel caso delle Pip c'è stata una carenza di controlli. Il titolare dell'azienda, oltre ad aver chiuso i battenti, è infatti ricercato dall'Interpol.
Simona Zazzetta
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