Diabete e glicemia: così si controlla l’insulina

08 febbraio 2012
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Diabete e glicemia: così si controlla l’insulina



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Malattia cronica da gestire per tutta la vita, il diabete di tipo 1 si pone oggi come un problema che, se bene controllato e monitorato, permette di condurre una vita normale. Richiede un'interazione frequente con il proprio medico di famiglia e con lo specialista diabetologo ma, grazie all'innovazione della ricerca medica, lascia la possibilità di scegliere una gestione autonoma. I nuovi e pratici glucometri portatili, misurano la glicemia in pochi istanti e le penne con insulina monouso o i microinfusori (usati anche dai diabetici di tipo 2 che non rispondono alle terapie ipoglicemizzanti) lasciano la libertà di auto-somministrare il dosaggio esatto senza dolore e in qualsiasi luogo ci si trovi.

«La gestione del diabete» afferma Carlo Bruno Giorda, presidente eletto dell'Associazione medici diabetologi (Amd) «ha ridotto al minimo scomodità, dolore e invasività. I glucometri sono piccoli, danno risposta in pochi secondi, un aspetto importante per chi deve assumere l'insulina 3-4 volte al giorno. D'altronde, oggi, un kit completo di strumenti necessari sta dentro a un piccolo astuccio, ed è sufficiente lavarsi le mani con acqua e sapone per poter eseguire in pochi istanti tutta la procedura. È pensabile» aggiunge «che durante una cena ci si debba assentare per pochi minuti per poter controllare e assumere l'insulina, senza che nessuno lo noti». L'autocontrollo della malattia è, infatti, un'opportunità che risponde bene alle esigenze dei pazienti, soprattutto se giovani, che conducono una vita sociale e lavorativa molto attiva. I glucometri portatili sono molto semplici da usare: la striscia reattiva assorbe una microquantità di sangue fuoriuscito da un piccolo trauma sul polpastrello (si può fare anche sul'orecchio) un microago, detto anche "pungidito", usa e getta, e lo strumento legge la glicemia. Oggi, l'evoluzione di questi dispositivi è arrivata a sfruttare dimensioni più piccole di un lettore mp3, che eseguono la lettura in pochissimi secondi, da 5-6 fino a un massimo di 10-15. La scelta dello strumento più adatto si può fare in base a diversi parametri, ma il più importante è l'accuratezza: «Non tutti i glucometri sono accurati e precisi» spiega Giorda, «quelli non modernissimi lo sono meno e avendo una certa percentuale di errore, sono da evitare perché potrebbero creare problemi di dosaggio dell'insulina e quindi del controllo della malattia». Differiscono anche per maneggevolezza e dimensioni e leggibilità e numero di operazioni necessarie per attivarli.

«Le molte opzioni che offre il mercato permettono di personalizzare la scelta» sostiene l'esperto «Per persone anziane è preferibile un glucometro con display più grande in cui la lettura sarà più agevole. Per i ragazzini ormai molto abili con la tecnologia e che, magari fanno anche sport, ci sono glucometri più compatti, mentre per pazienti che viaggiano molto o sono sempre in giro per lavoro e ci sono glucometri con un caricatore con tante strisce». È di recente uscita un piccolo dispositivo che funge da lettore della striscia, che connesso con il proprio iPhone, su cui è stata installata una App, lo trasforma in un glucometro. «Alcuni glucometri misurano anche i chetoni» aggiunge Giorda «molto utili per i soggetti con diabete instabili e per le donne con diabete in gravidanza per evitare che aumentino». Esiste, infine una versione più complessa dei dispositivi di misurazione che eseguono un monitoraggio continuo e registrano costantemente, fino a 4-5 giorni, la glicemia: «Sono strumenti di piccole dimensioni collegati a una cannula sottocutanea che misura in continuo il livello di glucosio nel sangue» spiega l'esperto «Vengono chiamati holter glicemici, su cui oggi si fa molta ricerca per poterli connettere, in wireless, con microinfusori di insulina che ricevendo messaggi sulla glicemia dispensano autonomamente la dose giusta. Per ora si tratta di dispositivi in fase sperimentale, qualcosa che potrebbe somigliare a un pancreas artificiale, ma non è disponibile ed è in fase di studio».

I microinfusori insulinici automatici, ma con possibilità di aggiustare il dosaggio con la misurazione dal dito, rappresentano già un'alternativa alla terapia iniettiva. Grazie a una micropompa, controllata elettronicamente, somministra in maniera continua l'insulina riproducendo così l'apporto basale del pancreas, ma anche l'apporto maggiore necessario in proporzione alla quantità di carboidrati consumati. Negli Stati Uniti hanno avuto un riscontro positivo, tanto da essere utilizzato dal 30% dei diabetici insulino-dipendenti,ma anche da noi si stanno diffondendo velocemente. Resta invece aggiornata a 4-5 anni fa, ma con ottimi modelli in commercio, la tecnologia delle penne preriempite: «Sono strumenti usa e getta per l'iniezione sottocutanea dell'insulina che hanno quasi totalmente sostituito l'utilizzo delle comuni siringhe» afferma Giorda «a cui si applicano aghi monouso ormai arrivati a calibri sempre più sottili, i più moderni sono simili a un capello. Quando la penna ha esaurito il contenuto viene gettata».

Simona Zazzetta



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