Le insidie per il turista

02 luglio 2009
Aggiornamenti e focus

Le insidie per il turista



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I medici della Simvim (Società italiana di medicina dei viaggi e delle migrazioni) invitano chi è in partenza a "ripassare" i comandamenti contro le infezioni in viaggio. E bocciano gli italiani con la valigia: dei 18 milioni di connazionali che ogni anno si spostano verso zone a rischio, "7 su 10 - volendo essere generosi - trascurano l'abc della prevenzione", ha spiegato in conferenza stampa a Milano il presidente della società scientifica, Vincenzo Nicosia. Tra le minacce più diffuse, oltre alla ben nota diarrea del viaggiatore di origine batterica nell'80% dei casi, resistono anche tifo e colera. "Malattie che erroneamente vengono ritenute ormai sconfitte - sottolinea Emanuela Zamparo, past president Simvim - ma che ogni anno sono responsabili di centinaia di migliaia di morti nel mondo: 600 mila per la febbre tifoide e 120 mila per il colera". Poi c'é l'epatite A, "l'infezione in assoluto più frequente nei turisti: 40 volte più del tifo, 800 più del colera". A rischiare di più sono malati cronici, anziani, bambini e mamme in gravidanza, evidenzia la specialista. Ma in generale la Simvim invita tutti a consultare un centro di medicina dei viaggi prima di volare verso mete esotiche. L'elenco è online su www.simvim.it. L'esperto di medicina dei viaggi potrà infatti offrire consigli su misura, per il singolo viaggiatore in base alla destinazione prescelta; suggerirà le eventuali vaccinazioni del caso e aiuterà a fugare dubbi, o a demolire falsi miti. Come i tanti che circolano sulla profilassi antimalarica, avverte Andrea Rossanese, del Centro per le malattie tropicali dell'ospedale Sacro Cuore-Don Calabria di Negrar (Verona): "Circa due viaggiatori su tre - stima - non assumono i farmaci specifici o lo fanno in modo sbagliato".

E il capitolo malaria richiede particolare attenzione. Le morti per la malattia notificate ogni anno nel mondo sono un milione, al quale va aggiunto un altro milione di decessi non certificati. E 9 volte su 10 si tratta di bambini al di sotto dei 5 anni, fascia in cui si registra una morte per malaria ogni 30 secondi. "Nella gestione di una malattia potenzialmente letale come questa, non è consentito nè il fai-da-te nè il sentito dire - è il monito di Rossanese - Eppure i luoghi comuni sono moltissimi e ostacolano una corretta prevenzione". Altro appello: "Se al ritorno da un luogo a rischio compare una febbre sospetta, il sintomo è da imputare alla malaria fino a prova contraria", dice lo specialista. E poiché "questa infezione può essere fatale in appena 8 giorni", l'imperativo è "correre al pronto soccorso. Il fattore cruciale è scongiurare l'emergenza".

Ecco infine le 10 regole d'oro per non rovinarsi le vacanze:

1) Bere soltanto bevande imbottigliate e sigillate:
2) Non aggiungere ghiaccio alle bevande;
3) Non bere latte e non mangiare latticini non pastorizzati;
4) Frutta e verdura crude vanno consumate solo dopo averle
sbucciate;
5) Non consumare pesce o frutti di mare crudi o poco cotti;
6) Non mangiare carni crude;
7) Consumare solo cibi ben cotti, ancora caldi;
8) Non acquistare generi alimentari da venditori ambulanti;
9) Curare l'igiene personale, usare acqua potabile anche per lavarsi i denti, lavarsi sempre le mani prima dei pasti e dopo l'uso dei servizi igienici;
10) In mancanza di acqua potabile, consumarla solo dopo bollitura o con l'aggiunta di qualche disinfettante.

Marco Malagutti


Conferenza stampa Simvim



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