27 aprile 2012
Aggiornamenti e focus
Il diabete ci costa ogni anno 150 euro a testa
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Circa 90 miliardi di euro, ovvero 150 euro a testa per ogni cittadino europeo. Questo il costo per assistenza e cura del diabete che i 27 paesi dell'Unione europea hanno complessivamente sostenuto nel 2011, secondo le stime dell'International diabetes federation comunicate a Copenhagen nel corso dell'European diabetes leadership forum promosso dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), in collaborazione con l'Associazione danese per il diabete. Sempre secondo il rapporto, nel 2011 si contavano 35 milioni di persone con diabete di tipo 1 e 2 in Europa, pari al 5,8% della popolazione; peraltro con grandi disomogeneità nella prevalenza nei singoli Paesi: dal 2,8% dell'Albania al 9,8% del Portogallo (in Italia, secondo l'Istat, è del 4,9%). Molto variabili anche i costi della malattia da paese a paese: in Macedonia lo stato ha speso lo scorso anno 312 euro per ogni persona con diabete, in Norvegia ben 6.896 euro. «A fianco di questi costi, non dobbiamo dimenticare quelli indiretti, come per esempio la riduzione della produttività, che incidono non poco sulla valutazione economica complessiva della malattia diabetica» sottolinea Walter Ricciardi, presidente della European public health association. Che fare? Tre gli interventi da promuovere secondo Ignazio Marino, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale. «Prevenzione, soprattutto nel caso di una condizione come il diabete di tipo 2 facilmente prevenibile agendo sui fattori di rischio modificabili come alimentazione e attività fisica; diagnosi precoce, che diminuisce il rischio di complicanze, e maggiore controllo, sono le parole chiave di una strategia integrata che dovrebbe affermarsi sempre più», dice Marino. L' Italia è all'avanguardia con il suo modello di assistenza e cura varato congiuntamente dalle società scientifiche e dalle organizzazioni delle professioni sanitarie e del volontariato, con il concorso dell'Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute. «Nel nostro paese, disponiamo di una rete di 650 centri specialistici per il diabete presenti diffusamente sul territorio» conclude Carlo Giorda, presidente dell'Associazione medici diabetologi (Amd). «Una rete che sempre più si sta integrando con quella dei medici di Medicina generale per mettere in atto un modello di cura della malattia cronica basato sulla centralità della persona con diabete».
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