Tabacco nel mondo: il consumo cala ma i fumatori aumentano

08 gennaio 2014
Aggiornamenti e focus

Tabacco nel mondo: il consumo cala ma i fumatori aumentano



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Dal 1980 il consumo giornaliero di tabacco è sceso del 25 per cento tra gli uomini e del 42 per cento tra le donne.
Ma la popolazione mondiale è cresciuta, e il numero di fumatori è aumentato del 41 per cento tra i maschi e del 7 per cento tra le femmine.

Ecco, in sintesi, il quadro mondiale dipinto da uno studio svolto in collaborazione tra le università di Washington a Seattle e di Melbourne in Australia.

«L'anno 2014 segna il 50° anniversario del primo rapporto dell'Us surgeon general sugli effetti del fumo sulla salute» esordisce Marie Ng, ricercatrice a Seattle e prima autrice dell'articolo, apparso su un numero speciale di Jama. Ma nonostante gli sforzi di mezzo secolo, il tabacco continua a influenzare negativamente la salute del mondo, con 5.7 milioni di morti, il 6,9 per cento di anni di vita persi, e il 5,5 per cento di anni di vita al netto della disabilità (Daly) "bruciati" nel solo 2010.

La ricercatrice, sottolinea l'utilità delle stime fornite dal Tobacco Atlas, un rapporto globale sul tabacco, ma aggiunge anche che «il monitoraggio della distribuzione e del consumo di tabacco nella popolazione generale è critico per decidere le strategie di contenimento e valutarne i progressi».

Ecco il motivo dell'articolo, che presenta le stime di prevalenza del fumo per età e sesso e il consumo di sigarette in 187 paesi dal 1980 al 2012.

«Analizzando i dati di ogni nazione abbiamo visto che tra il 1980 e il 2012 la prevalenza stimata sul consumo giornaliero di tabacco da fumo è scesa dal 41 al 31 per cento negli uomini, e nelle donne dal 10,6 al 6,2 per cento» continua Ng, sottolineando che tale riduzione sembra seguire tre fasi: modesti progressi tra il 1980 e il 1996, un decennio di progressi più rapidi a livello mondiale e un rallentamento tra il 2006 e il 2012.

«Quest'ultimo si deve in parte all'aumento dei fumatori a partire dal 2006 in diversi grandi paesi tra cui Bangladesh, Cina, Indonesia e Russia» osserva la ricercatrice. Ma a fronte di una riduzione della prevalenza, la popolazione sopra i 15 anni di età è cresciuta, con un aumento dei fumatori di entrambi i sessi, passati dai 721 milioni del 1980 ai 976 milioni del 2012.

Buone notizie invece dal nostro paese, dove negli ultimi anni, grazie alla legge sul divieto di fumo, ai progetti regionali e alle campagne nazionali di comunicazione la prevalenza dei fumatori è in leggera, ma costante diminuzione (seppure con qualche oscillazione). Nel 2009, secondo i dati Istat la percentuale era del 23 per cento: 29,5 nei maschi e 17 nelle femmine. Nel 2003 invece, prima della legge antifumo, la prevalenza era del 23,8 per cento (maschi 31 e femmine 17,4).

«Anche se in molti paesi rimane un'incertezza sostanziale nel monitoraggio dell'esposizione al tabacco, non restano dubbi sulle enormi dimensioni del fenomeno, che non può essere arginato dalle sole politiche sul controllo del tabacco» dice Ng. E conclude: «Servono anche informazioni tempestive affidabili e dettagliate sugli effetti di tali politiche, in particolare tra le popolazioni vulnerabili, sempre più prese di mira dall'industria del tabacco. Anche se molti paesi hanno adottato strategie di controllo sul consumo di tabacco, è necessario intensificare gli sforzi, specie nei paesi in cui il numero dei fumatori è in aumento».



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