15 aprile 2014
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Più legumi, meno colesterolo cattivo
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Non esiste una pietanza che permette di far tornare nella norma livelli di colesterolo troppo elevati, ma se ci fosse sarebbe probabilmente a base di legumi. Lo si può dedurre dal lavoro dei ricercatori guidati da John Sievenpiper, del Clinical nutrition and risk factor modification center del St. Michael's hospital di Toronto che hanno passato in rassegna 26 studi sul legame tra questi alimenti e i livelli di colesterolo, in particolare quello cattivo che è alla base di enormi problemi di salute soprattutto al cuore e alla circolazione.
«Portare a tavola una porzione di legumi al giorno permette di ridurre i livelli di colesterolo Ldl, quello "cattivo", del 5 per cento e ciò si traduce in una potenziale riduzione del 5 per cento del rischio di malattie cardiache» spiega l'autore, che fa poi notare come l'effetto sia maggiore negli uomini. Attenzione però a come si legge questo dato: «Gli uomini in genere mangiano peggio e hanno un livello di colesterolo più alto, quindi è normale che abbiano maggiori benefici cominciando a mangiare in modo più sano» precisa Sievenpiper.
Per arrivare a questi risultati, i ricercatori canadesi hanno valutato in totale più di 1.000 persone per un periodo di almeno 3 settimane. E a chi pensa che tre settimane siano poche per avere un risultato certo, Sievenpiper risponde che questa è la soglia utilizzata anche dalla Fda statunitense - l'agenzia che si occupa di regolare prodotti alimentari e farmaceutici - per valutare i prodotti che affermano di aiutare a ridurre il colesterolo. «I legumi sono una delle fonti di proteine più sottostimate e meno apprezzate» afferma Dana Angelo White della Quinnipiac university di Hamden, sempre negli Stati Uniti «sono pieni di proteine e fibre che aiutano a combattere la fame». E allora via libera a piselli, fagioli, ceci, lenticchie e Co., magari sotto forma di zuppe o di hummus (una crema a base di ceci e di sesamo), oppure per arricchire primi piatti e insalate, ma senza esagerare altrimenti si rischia di andare incontro a fastidiosi disturbi intestinali come gonfiore e flatulenza.
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