21 novembre 2016
Interviste
Artrosi del ginocchio: cause, sintomi, prevenzione e cura
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L'artrosi del ginocchio è una patologia estremamente frequente, soprattutto nelle donne e nelle persone con oltre 50 anni, ma anche negli ex atleti. Può colpire una parte oppure l'intera articolazione, come mani, anche o colonna vertebrale. È causata dall'usura della cartilagine dell'articolazione del ginocchio.
Può essere legata a vari fattori, da una conformazione parafisiologica del ginocchio (valgo o varo), a un esito di traumi, che nel tempo hanno danneggiato la cartilagine, lasciando una superficie non più liscia, e causando un'usura che progressivamente cresce, esponendo l'osso.
Ne abbiamo parlato con Roberto D'Anchise, Primario della chirurgia del ginocchio I, Istituto Ortopedico Galeazzi, Irccs.
Dottor D'Anchise, qual è la causa all'origine dell'artrosi del ginocchio?
«Per capire come possano determinarsi certe lesioni è importante ricordare che a livello del ginocchio abbiamo una situazione particolare, con ossa che si congiungono con forme non complementari: la parte terminale del femore è composta da due superfici convesse mentre la parte più in alto della tibia è praticamente piatta. A separarli i menischi, che sono come una specie di ammortizzatori che rendono più uniforme la distribuzione del carico, mentre i legamenti tengono insieme e stabilizzano il ginocchio.
L'artrosi al ginocchio può svilupparsi come esito di diverse situazioni:
- in seguito a traumi
- in seguito a interventi chirurgici, come l'asportazione del menisco, in mancanza del quale la distribuzione del carico non è più uniforme
- in seguito a lesioni legamentose non trattate, situazione che crea un cattivo funzionamento delle articolazioni
- per esiti di fratture articolari, che comportano superfici articolari non lisce, con uno o più "scalini" che tendono a usurare la cartilagine
- per fattori costituzionali: ginocchio varo o valgo (gambe tipo cavallerizzo o ad X) che portano a una distribuzione anomala del carico che nel tempo può provocare una usura cartilaginea e nel tempo artrosi
- a causa di malattie reumatiche infiammatorie che distruggono l'articolazione, come l'artrite reumatoide e quella psoriasica
- il sovrappeso, infine, è sicuramente un fattore di grave rischio per lo sviluppo dell'artrosi di ginocchio, e il primo consiglio per tutti è quello di dimagrire».
Quali sono i sintomi?
«L'artrosi del ginocchio si manifesta con dolore, versamento (raccolta di liquido in una cavità dell'organismo) e difficoltà di movimento. Il tutto purtroppo tende a progredire nel tempo».
Cosa si può fare?
«Oggi non esiste nulla che possa eliminare completamente l'artrosi, si possono solo alleviare i sintomi. Ci sono però interventi di prevenzione da attuare. Innanzitutto quello di prendersi cura di sé, rivolgendosi a un medico in caso di lesione, evitando di trascurarla. Lo specialista saprà valutare il modo migliore per intervenire. Per esempio in caso di rottura del menisco, è preferibile tentare di ricucirlo anziché portarlo via. Qualora fosse necessaria l'asportazione, si possono fare dei trapianti meniscali per ricreare una situazione valida. Nel caso in cui si rompano i legamenti, è importante rivolgersi al chirurgo ortopedico per farli ricostruire, in modo da non lasciare che un'articolazione instabile porti all'usura della cartilagine.
Nel complesso, se si rompe il ginocchio si possono fare degli interventi riparativi stabilizzatori cercando di rendere le superfici più congruenti possibili.
Particolare attenzione va prestata nel caso di condizioni parafisiologiche come il ginocchio varo o valgo: non appena si identifica una situazione di artrosi iniziale, è possibile procedere con l'osteotomia, cioè con la correzione dell'asse: si rompe l'osso, lo si raddrizza e lo si fissa con dei materiali come placche o viti».
Cosa si può fare quando l'artrosi si è stabilizzata?
«Quando l'artrosi si è stabilizzata si può ricorrere a trattamenti sintomatici che cercano di ridurre la sintomatologia dolorosa, come gli antinfiammatori, le infiltrazioni di cortisone o di acido ialuronico o del gel piastrinico (un derivato dal sangue del paziente). Tutto questo non ricrea il tessuto cartilagineo, ma diminuisce l'infiammazione e crea una specie di lubrificazione articolare che consente di avere meno dolore.
Altro aiuto può venire dalla fisioterapia - come per esempio ultrasuoni, tecarterapia, ionoforesi - insieme a una riabilitazione muscolare. Un buon tono muscolare è infatti particolarmente importante per i pazienti con artrosi iniziale o moderatamente avanzata. Purtroppo spesso il paziente evita di fare ginnastica, e questo è un errore comune.
Nel momento in cui l'artrosi diventa conclamata e crea situazioni di limitazione nella vita quotidiana il mio consiglio è quello di valutare la possibilità di sostituzioni articolari, cioè delle protesi. Con queste andiamo non a sostituire ma a rivestire la parte malata delle articolazioni con un materiale artificiale. Le protesi sono parziali o totali, in ogni caso danno risultati molto buoni e possono durare molti anni, anche oltre le due decadi.
La protesi serve principalmente per vivere la quotidianità anche se spesso consente di fare una discreta attività sportiva. Si deve ricorrere a questo presidio, però, solo quando c'è l'indicazione per farlo: è un intervento e come tale può comportare dei rischi. L'operazione, comunque, riesce nel 90 per cento dei pazienti operati.
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