Pressione alta: assumere probiotici per abbassarla
Il consumo di probiotici, come quelli che si possono trovare in alcuni supplementi o yogurt, potrebbe avere un effetto di riduzione della pressione del sangue. A questa conclusione è arrivato un gruppo di ricercatori australiani, grazie a una ricerca degli studi pubblicati su tale argomento e della loro successiva valutazione. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Hypertension, una delle riviste ufficiali dell'American Heart Association. Saman Khalesi, della Griffith university in Australia, primo firmatario dell'articolo, spiega che: «Precedenti studi clinici nell'uomo hanno mostrato che il consumo di probiotici può migliorare il controllo della pressione del sangue». Lo scopo del loro lavoro è stato quindi chiarire l'effetto di questi fattori sulla pressione. In pratica, i ricercatori hanno utilizzato una serie di banche dati che raccolgono i lavori pubblicati, utilizzando particolari metodi di selezione per trovare quelli che hanno studiato questo tema.
La ricerca è andata avanti fino a gennaio 2014 e ha incluso nove studi, per un totale di 543 partecipanti con pressione definita normale o alta. Le persone che consumavano probiotici avevano una riduzione media della pressione massima (sistolica) di circa 3,6 mmHg e della pressione minima (diastolica) di circa 2,4 mmHg rispetto a chi non li consumava. Per la pressione sia sistolica sia diastolica è stata vista una riduzione maggiore utilizzando i probiotici con più tipi di batteri rispetto a quelli con una singola specie. E chi in partenza aveva una pressione maggiore o uguale a 130/85 ha ottenuto un miglioramento maggiore della pressione minima rispetto a chi partiva da un valore minore di 130/85. Ma non è tutto.
Vedi anche: Come si cura quando è troppo alta
Anche la durata del trattamento e la quantità di probiotici assunti hanno avuto un effetto sulla pressione: nessuna riduzione significativa se si assumevano probiotici per meno di 8 settimane e neppure se la dose giornaliera non superava una certa soglia.
I ricercatori tuttavia affermano che ci sono alcuni limiti da tener presente quando si commentano i risultati del loro studio e quelli dei lavori selezionati e sottolineano quindi la necessità ulteriori lavori su campioni più ampi, che abbiano una durata più lunga, e in cui vi siano adeguate condizioni di studio. «Sono raccomandati studi futuri per valutare l'effetto di differenti prodotti con differenti specie e dosi per chiarire i risultati di questa analisi. L'effetto dei probiotici sulla pressione sanguigna e la salute globale dei pazienti, soprattutto dei pazienti ipertesi, come anche il meccanismo con cui i probiotici possono influenzare la pressione sanguigna necessitano di ulteriori approfondimenti» conclude Khalesi.
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