06 marzo 2017
Aggiornamenti e focus
Salute del cuore, pochi conoscono i propri fattori di rischio
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Sono la prima causa di morte in molti Paesi del mondo, Italia compresa, e rappresentano anche un'importante causa di disabilità. Nonostante questi dati, sono ancora troppo poche le persone che conoscono davvero il e le regole della prevenzione delle malattie cardiovascolari, spesso legate a modifiche più o meno grandi dello stile di vita. Lo dimostrano i risultati di uno studio condotto su più di 1.000 persone di età uguale o superiore a 18 anni dai ricercatori della Cleveland clinic, negli Stati Uniti, e riportati sul sito web dell'Istituto.
«Numerosi studi hanno dimostrato che una buona parte dei problemi cardiovascolari può essere prevenuta agendo sui fattori di rischio modificabili» spiega Steve Nissen, direttore della Medicina Cardiovascolare alla Cleveland clinic che poi aggiunge: «Di conseguenza è molto importante che le persone conoscano i numeri che possono fare la differenza quando si parla della salute del proprio cuore». Ma dal sondaggio a stelle e strisce emerge che solo il 18 per cento degli intervistati conosceva il proprio indice di massa corporea (calcolato in base ai valori di peso e altezza) e solo il 38 per cento conosceva i valori della propria pressione sanguigna.
«A quanto emerge dalla nostra ricerca, gli americani sanno quali sono i fattori di rischio, ma non li sanno quantificare e non conoscono i propri numeri» dice Nissen, ricordando che solo quattro persone intervistate su dieci sapevano che i valori pressori corretti sono 120/80 mmHg e benché quasi la metà dei partecipanti al sondaggio riconoscesse l'indice di massa corporea come fattore di rischio cardiovascolare, solo il 23 per cento sapeva che quando il valore dell'indice supera il 25 si parla di sovrappeso. Risultati simili sono stati ottenuti anche su altri argomenti legati alla salute cardiovascolare come colesterolo "buono" e "cattivo", grasso addominale, utilizzo di supplementi (vitamine, omega3, magnesio, eccetera) e relazione tra malattie di cuore e vasi e diabete.
Ha quasi raggiunto i 20 anni di età il "Progetto Cuore - epidemiologia e prevenzione delle malattie ischemiche del cuore" nato nel 1998 sotto il coordinamento dell'Istituto superiore di sanità e grazie al supporto del ministero della Salute. Tanti i traguardi raggiunti grazie al lavoro di medici e ricercatori coinvolti nel progetto e tra questi anche importanti strumenti di informazione per persone comuni e personale medico e speciali "carte del rischio". Come si legge nella pagina web dedicata, queste carte aiutano a stimare la probabilità di andare incontro a un primo evento cardiovascolare maggiore (infarto del miocardio o ictus) nei 10 anni successivi" e lo fa sulla base dei valori di sei fattori di rischio, modificabili e non: sesso, diabete, abitudine al fumo, età, pressione arteriosa sistolica e colesterolemia. Anche da queste carte si comprende l'importanza di conoscere i propri numeri quando si ha a che fare con la salute di cuore e vasi.
Cristina Ferrario
Fonti:
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Questione di numeri e di buona informazione
«Numerosi studi hanno dimostrato che una buona parte dei problemi cardiovascolari può essere prevenuta agendo sui fattori di rischio modificabili» spiega Steve Nissen, direttore della Medicina Cardiovascolare alla Cleveland clinic che poi aggiunge: «Di conseguenza è molto importante che le persone conoscano i numeri che possono fare la differenza quando si parla della salute del proprio cuore». Ma dal sondaggio a stelle e strisce emerge che solo il 18 per cento degli intervistati conosceva il proprio indice di massa corporea (calcolato in base ai valori di peso e altezza) e solo il 38 per cento conosceva i valori della propria pressione sanguigna.
«A quanto emerge dalla nostra ricerca, gli americani sanno quali sono i fattori di rischio, ma non li sanno quantificare e non conoscono i propri numeri» dice Nissen, ricordando che solo quattro persone intervistate su dieci sapevano che i valori pressori corretti sono 120/80 mmHg e benché quasi la metà dei partecipanti al sondaggio riconoscesse l'indice di massa corporea come fattore di rischio cardiovascolare, solo il 23 per cento sapeva che quando il valore dell'indice supera il 25 si parla di sovrappeso. Risultati simili sono stati ottenuti anche su altri argomenti legati alla salute cardiovascolare come colesterolo "buono" e "cattivo", grasso addominale, utilizzo di supplementi (vitamine, omega3, magnesio, eccetera) e relazione tra malattie di cuore e vasi e diabete.
Italia: il “Progetto Cuore” per saperne di più
Ha quasi raggiunto i 20 anni di età il "Progetto Cuore - epidemiologia e prevenzione delle malattie ischemiche del cuore" nato nel 1998 sotto il coordinamento dell'Istituto superiore di sanità e grazie al supporto del ministero della Salute. Tanti i traguardi raggiunti grazie al lavoro di medici e ricercatori coinvolti nel progetto e tra questi anche importanti strumenti di informazione per persone comuni e personale medico e speciali "carte del rischio". Come si legge nella pagina web dedicata, queste carte aiutano a stimare la probabilità di andare incontro a un primo evento cardiovascolare maggiore (infarto del miocardio o ictus) nei 10 anni successivi" e lo fa sulla base dei valori di sei fattori di rischio, modificabili e non: sesso, diabete, abitudine al fumo, età, pressione arteriosa sistolica e colesterolemia. Anche da queste carte si comprende l'importanza di conoscere i propri numeri quando si ha a che fare con la salute di cuore e vasi.
Cristina Ferrario
Fonti:
- Cleveland Clinic Newsroom
- Progetto cuore
- Progetto Cuore - epidemiologia e prevenzione delle malattie ischemiche del cuore
Salute oggi:
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