14 settembre 2010
Aggiornamenti e focus, Speciale Benessere delle gambe, Speciale salute del cuore
Che cos'è la flebite
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Tanto per cominciare, se nelle arterie il sangue (ricco di ossigeno) scorre dal cuore alla periferia, grazie alla spinta della pompa cardiaca, nelle vene, invece, lo stesso sangue che ha già ceduto l'ossigeno, segue la strada inversa, cioè quella che dalla periferia ritorna al cuore. Le vene, però, non sono dotate della forza propulsiva da contrazione cardiaca. E le cose peggiorano a livello delle gambe.
Laggiù, infatti, il sangue tende a refluire verso il basso a causa della gravità. In altri termini, le vene (lavorando controcorrente) si possono avvalere o dell'attività di pompa dei muscoli (principalmente di quelli del polpaccio), che comprimendo ritmicamente le vene profonde spingono il sangue verso il cuore, e/o di un sistema di valvole. Queste ultime facilitano lo scorrimento del flusso sanguigno in un'unica direzione, chiudendosi quando il sangue tende a refluire verso il basso. Insomma, per garantire lo scorrimento del sangue in senso opposto alla forza di gravità, le vene devono essere elastiche e le valvole sempre efficienti.
Le varici: quando dove e perchè
Le vene varicose o varici non sono altro che il risultato, apprezzabile in superficie, dell'inefficienza del circolo venoso profondo. Ne soffrono, soprattutto le donne, in misura 3-4 volte superiore agli uomini, e per colpa dei soliti ormoni. Comunque, anche negli uomini i problemi circolatori venosi sono in aumento, specie nei paesi occidentali, dove giocano a favore le scorrette abitudini di vita.
In particolare, le varici sono vene superficiali molto dilatate, nelle quali il sangue scorre a fatica, anzi ristagna. Col passare del tempo poi, possono ingrossarsi tanto da presentarsi come rilievi della cute delle gambe o delle cosce, a formare dei tortuosi rigonfiamenti. Nella maggior parte dei casi, sono due le vene superficiali che vengono interessate da varici: la grande safena che corre lungo la faccia interna della gamba e della coscia, e la piccola safena che sale posteriormente lungo il polpaccio fino al cavo del ginocchio. Tra l'altro se all'inizio, le varici si presentano come sottili strisce bluastre, col tempo, da piccole strisce appena pronunciate, si ingrossano fino a sembrare dei veri e propri cordoni nodosi. E allora la faccenda si complica e si accompagna con una bella serie di fastidi. Si può andare dalla semplice sensazione di pesantezza delle gambe (la sera dopo lunga permanenza in piedi), ai crampi e formicolii durante il sonno, al gonfiore delle caviglie. Senza contare tutte le forme aggravate e più comuni nelle persone anziane, nei cardiopatici cronici e nei diabetici. In tutte queste situazioni, la circolazione periferica può essere molto scarsa fino ad arrivare alla stasi cronica e le varici più sfiancate si possono persino rompere all'interno creando macchie bluastre sulla superficie della cute. Quando poi la cute si assottiglia la varice si apre all'esterno in forma di ulcera varicosa che spesso stenta a chiudersi.
Oltre alle condizioni patologiche già citate esistono poi fattori di rischio o predisponenti come: la familiarità, l'età, il sesso femminile, la sedentarietà per giunta tutti concorrenti con l'eccesso di peso. E che dire, degli ormoni estrogeni e progestinici, della gravidanza, dei cicli mestruali nonchè dell'uso troppo precoce della pillola anticoncezionale. Vi sono poi professioni a rischio, ossia tutte quelle che richiedono una lunga permanenza giornaliera in pedi. E, infine, sia nei maschi sia nelle femmine, un rischio aggiuntivo, è rappresentato dai traumi ripetuti degli arti inferiori specie se richiedono interventi chirurgici ortopedici complessi e lunghi periodi d'immobilità.
Quando le vene s'infiammano
Qualche volta, però, la complicazione di una varice è semplicemente un'infiammazione. E questo è il caso della cosiddetta ''flebite''. La flebite è, appunto, una condizione infiammatoria che colpisce soprattutto le vene superficiali e più frequentemente una vena già varicosa delle gambe. Per altro, anche le vene delle braccia possono andare incontro a simili problemi. L'arto interessato, superiore o inferiore che sia, si gonfia, la cute circostante la zona flebitica si arrossa e al tatto appare più calda. Il dolore può diventare molto vivo ed è necessario consultare il proprio medico con una certa urgenza, poichè le flebiti trascurate possono riservare ben più insidiose complicanze.Non vanno dimenticate anche le flebiti superficiali da punture d'insetto o quelle da somministrazione endovenosa di droghe o di farmaci. Tutte le flebiti superficiali, qualunque sia la causa scatenante, sono passibili di complicanze settiche (infezioni) e perciò si accompagnano a una condizione di compromissione generale con febbre elevata.
Trombosi e tromboflebiti
Se la flebite interessa una vena superficiale, prima o poi si vede o si sente, ma quando la vena infiammata è nel circolo profondo, la situazione si fa più ''spessa''. Di fatto, avviene che quando sono le vene profonde delle gambe ad essere interessate da una flebite o da una interruzione del flusso venoso, si formano dei coaguli di sangue chiamati trombi. Il trombo è costituito da un coagulo intravascolare di fibrina, piastrine, globuli rossi e globuli bianchi e la sua formazione è favorita dal rallentamento della circolazione e/o da malattie proprie della coagulazione. Questo particolare coagulo può occludere parzialmente o totalmente i vasi venosi e dal coagulo si può staccare un frammento che va per esempio a finire nel circolo polmonare. Così si arriva a una malattia conosciuta anche come malattia tromboembolica venosa che principalmente sottintende una trombosi venosa profonda e che può arrivare a una non rara e grave complicanza: ''l'embolia polmonare''.
Come si fa la diagnosi
Un controllo periodico dall'angiologo va considerato, specie per le signore, ancor più se hanno superato i cinquant'anni e se i familiari hanno già sofferto degli stessi problemi. Da oltre vent'anni, in ogni caso, la diagnostica dell'insufficienza vascolare (venosa o arteriosa) si basa sugli ultrasuoni (principio Doppler) a cui si è unita poi l'immagine (ecografia) e il colore. Il tutto si completa in un esame poco invasivo denominato ''eco-color-doppler''. Tramite queste tecniche riunite, sul monitor dell'operatore si vedono in tempo reale, sia l'immagine anatomica, sia quella funzionale e la variazione di colore delimita anche le anomalie di flusso. Questo esame è risolutivo per la diagnosi certa dei casi nei quali si debba scegliere il trattamento migliore e serve anche per il monitoraggio delle varie terapie.
Un buon supporto diagnostico è anche quello fornito dal controllo degli esami del sangue, specie le misure della coagulazione e quando è presente una malattia metabolica o una cardiopatia cronica predisponente. Infine, il periodico controllo della coagulazione è buona norma per le donne in età fertile che assumono contraccettivi orali ancor più se fumatrici, in sovrappeso e magari anche già un po' infastidite da un certo peso serotino degli arti inferiori.
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...e inoltre su Dica33:
Laggiù, infatti, il sangue tende a refluire verso il basso a causa della gravità. In altri termini, le vene (lavorando controcorrente) si possono avvalere o dell'attività di pompa dei muscoli (principalmente di quelli del polpaccio), che comprimendo ritmicamente le vene profonde spingono il sangue verso il cuore, e/o di un sistema di valvole. Queste ultime facilitano lo scorrimento del flusso sanguigno in un'unica direzione, chiudendosi quando il sangue tende a refluire verso il basso. Insomma, per garantire lo scorrimento del sangue in senso opposto alla forza di gravità, le vene devono essere elastiche e le valvole sempre efficienti.
Le varici: quando dove e perchè
Le vene varicose o varici non sono altro che il risultato, apprezzabile in superficie, dell'inefficienza del circolo venoso profondo. Ne soffrono, soprattutto le donne, in misura 3-4 volte superiore agli uomini, e per colpa dei soliti ormoni. Comunque, anche negli uomini i problemi circolatori venosi sono in aumento, specie nei paesi occidentali, dove giocano a favore le scorrette abitudini di vita.
In particolare, le varici sono vene superficiali molto dilatate, nelle quali il sangue scorre a fatica, anzi ristagna. Col passare del tempo poi, possono ingrossarsi tanto da presentarsi come rilievi della cute delle gambe o delle cosce, a formare dei tortuosi rigonfiamenti. Nella maggior parte dei casi, sono due le vene superficiali che vengono interessate da varici: la grande safena che corre lungo la faccia interna della gamba e della coscia, e la piccola safena che sale posteriormente lungo il polpaccio fino al cavo del ginocchio. Tra l'altro se all'inizio, le varici si presentano come sottili strisce bluastre, col tempo, da piccole strisce appena pronunciate, si ingrossano fino a sembrare dei veri e propri cordoni nodosi. E allora la faccenda si complica e si accompagna con una bella serie di fastidi. Si può andare dalla semplice sensazione di pesantezza delle gambe (la sera dopo lunga permanenza in piedi), ai crampi e formicolii durante il sonno, al gonfiore delle caviglie. Senza contare tutte le forme aggravate e più comuni nelle persone anziane, nei cardiopatici cronici e nei diabetici. In tutte queste situazioni, la circolazione periferica può essere molto scarsa fino ad arrivare alla stasi cronica e le varici più sfiancate si possono persino rompere all'interno creando macchie bluastre sulla superficie della cute. Quando poi la cute si assottiglia la varice si apre all'esterno in forma di ulcera varicosa che spesso stenta a chiudersi.
Oltre alle condizioni patologiche già citate esistono poi fattori di rischio o predisponenti come: la familiarità, l'età, il sesso femminile, la sedentarietà per giunta tutti concorrenti con l'eccesso di peso. E che dire, degli ormoni estrogeni e progestinici, della gravidanza, dei cicli mestruali nonchè dell'uso troppo precoce della pillola anticoncezionale. Vi sono poi professioni a rischio, ossia tutte quelle che richiedono una lunga permanenza giornaliera in pedi. E, infine, sia nei maschi sia nelle femmine, un rischio aggiuntivo, è rappresentato dai traumi ripetuti degli arti inferiori specie se richiedono interventi chirurgici ortopedici complessi e lunghi periodi d'immobilità.
Quando le vene s'infiammano
Qualche volta, però, la complicazione di una varice è semplicemente un'infiammazione. E questo è il caso della cosiddetta ''flebite''. La flebite è, appunto, una condizione infiammatoria che colpisce soprattutto le vene superficiali e più frequentemente una vena già varicosa delle gambe. Per altro, anche le vene delle braccia possono andare incontro a simili problemi. L'arto interessato, superiore o inferiore che sia, si gonfia, la cute circostante la zona flebitica si arrossa e al tatto appare più calda. Il dolore può diventare molto vivo ed è necessario consultare il proprio medico con una certa urgenza, poichè le flebiti trascurate possono riservare ben più insidiose complicanze.Non vanno dimenticate anche le flebiti superficiali da punture d'insetto o quelle da somministrazione endovenosa di droghe o di farmaci. Tutte le flebiti superficiali, qualunque sia la causa scatenante, sono passibili di complicanze settiche (infezioni) e perciò si accompagnano a una condizione di compromissione generale con febbre elevata.
Trombosi e tromboflebiti
Se la flebite interessa una vena superficiale, prima o poi si vede o si sente, ma quando la vena infiammata è nel circolo profondo, la situazione si fa più ''spessa''. Di fatto, avviene che quando sono le vene profonde delle gambe ad essere interessate da una flebite o da una interruzione del flusso venoso, si formano dei coaguli di sangue chiamati trombi. Il trombo è costituito da un coagulo intravascolare di fibrina, piastrine, globuli rossi e globuli bianchi e la sua formazione è favorita dal rallentamento della circolazione e/o da malattie proprie della coagulazione. Questo particolare coagulo può occludere parzialmente o totalmente i vasi venosi e dal coagulo si può staccare un frammento che va per esempio a finire nel circolo polmonare. Così si arriva a una malattia conosciuta anche come malattia tromboembolica venosa che principalmente sottintende una trombosi venosa profonda e che può arrivare a una non rara e grave complicanza: ''l'embolia polmonare''.
Come si fa la diagnosi
Un controllo periodico dall'angiologo va considerato, specie per le signore, ancor più se hanno superato i cinquant'anni e se i familiari hanno già sofferto degli stessi problemi. Da oltre vent'anni, in ogni caso, la diagnostica dell'insufficienza vascolare (venosa o arteriosa) si basa sugli ultrasuoni (principio Doppler) a cui si è unita poi l'immagine (ecografia) e il colore. Il tutto si completa in un esame poco invasivo denominato ''eco-color-doppler''. Tramite queste tecniche riunite, sul monitor dell'operatore si vedono in tempo reale, sia l'immagine anatomica, sia quella funzionale e la variazione di colore delimita anche le anomalie di flusso. Questo esame è risolutivo per la diagnosi certa dei casi nei quali si debba scegliere il trattamento migliore e serve anche per il monitoraggio delle varie terapie.
Un buon supporto diagnostico è anche quello fornito dal controllo degli esami del sangue, specie le misure della coagulazione e quando è presente una malattia metabolica o una cardiopatia cronica predisponente. Infine, il periodico controllo della coagulazione è buona norma per le donne in età fertile che assumono contraccettivi orali ancor più se fumatrici, in sovrappeso e magari anche già un po' infastidite da un certo peso serotino degli arti inferiori.
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