24 settembre 2010
Aggiornamenti e focus
Osteoporosi, quando le ossa diventano fragili
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Le ossa con il tempo diventano porose, friabili e fragili. La causa si chiama ''osteoporosi'', una malattia dellapparato scheletrico caratterizzata da una diffusa riduzione della massa ossea e che gli addetti ai lavori - ortopedici, ginecologi, geriatri, fisiatri - considerano una patologia ''subdola'' o ''ladra silenziosa'' perchè agisce indisturbata provocando una progressiva perdita di calcio nelle ossa con il conseguente indebolimento dello scheletro. Losteoporosi colpisce in prevalenza il 40% delle donne in menopausa, soprattutto dei paesi nordici, in quanto le meno esposte ai raggi solari, e il 15% degli uomini.
Fattori di rischio quali la non buona qualità della vita, menopausa precoce, familiarità positiva per storia materna di fratture, assenza di calcio nellalimentazione, una immobilità prolungata, terapie a base di cortisone per oltre 12 mesi, labuso di farmaci come eparina e barbiturici, lipertiroidismo, malattie gastrointestinali, laumento delletà media, sono tra le cause più importanti dellosteoporosi. Per questa patologia la Commissione Igiene e Sanità del Senato ha già chiesto al ministero della Salute, con un documento, di includere losteoporosi tra le malattie croniche e invalidanti.
Secondo una recente indagine, in Italia ogni anno si verificano circa 250mila fratture da osteoporosi, di cui il 25% del femore. Inoltre, il 50 per cento delle donne presenta fratture delle vertebre con conseguenti deformità (nel 70% degli anziani). Gli effetti sono molto pesanti: l80% dei pazienti non riesce a salire le scale e il 50% ha una disabilità permanente tanto da non poter svolgere autonomamente le attività della vita quotidiana. Attualmente gli italiani affetti da osteoporosi sono 8 milioni.
Purtroppo, la malattia non dà campanelli dallarme o sintomi, se non in fase avanzata. Risultato? La persona colpita dalla debolezza non si accorge di nulla fino a quando una semplice caduta provoca una frattura con tutte le conseguenze.
La struttura portante del corpo diventa meno solida per diminuzione della massa ossea - spiega il prof. Quinzio Granata, geriatra e direttore sanitario del San Raffaele Nomentana, autore di una recente ricerca sulla malattia -, tantè che è difficile muoversi senza il rischio di una caduta a terra. Non vi sono segnali della sua presenza ma lincurvamento della colonna per deformità vertebrali è così evidente da mettere subito in allerta medico e paziente.
Importante, dunque, è il ruolo della prevenzione: esercizio fisico costante, vita sana, una dieta ricca di calcio e vitamina D, labolizione del fumo e la limitazione del consumo di alcool. Tra le metodiche diagnostiche, la Mineralometria ossea computerizzata (MOC) e la Ultrasonografia digitale restano le tecniche oggi preferite dagli specialisti. Un aiuto, inoltre, viene anche dalla riabilitazione.
Per quanto riguarda lattività fisica - afferma il prof. Granata - ogni attività aerobica condotta sotto carico appare utile e benefica, purchè condotta con cautela e ritenuta adeguata per le condizioni fisiche e per le età del soggetto. Lesercizio si è dimostrato in grado, anche ad età molto avanzate, di aumentare la massa muscolare, la forza fisica, di limitare la perdita di indipendenza e di ridurre il rischio cadute.
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Fattori di rischio quali la non buona qualità della vita, menopausa precoce, familiarità positiva per storia materna di fratture, assenza di calcio nellalimentazione, una immobilità prolungata, terapie a base di cortisone per oltre 12 mesi, labuso di farmaci come eparina e barbiturici, lipertiroidismo, malattie gastrointestinali, laumento delletà media, sono tra le cause più importanti dellosteoporosi. Per questa patologia la Commissione Igiene e Sanità del Senato ha già chiesto al ministero della Salute, con un documento, di includere losteoporosi tra le malattie croniche e invalidanti.
Secondo una recente indagine, in Italia ogni anno si verificano circa 250mila fratture da osteoporosi, di cui il 25% del femore. Inoltre, il 50 per cento delle donne presenta fratture delle vertebre con conseguenti deformità (nel 70% degli anziani). Gli effetti sono molto pesanti: l80% dei pazienti non riesce a salire le scale e il 50% ha una disabilità permanente tanto da non poter svolgere autonomamente le attività della vita quotidiana. Attualmente gli italiani affetti da osteoporosi sono 8 milioni.
Purtroppo, la malattia non dà campanelli dallarme o sintomi, se non in fase avanzata. Risultato? La persona colpita dalla debolezza non si accorge di nulla fino a quando una semplice caduta provoca una frattura con tutte le conseguenze.
La struttura portante del corpo diventa meno solida per diminuzione della massa ossea - spiega il prof. Quinzio Granata, geriatra e direttore sanitario del San Raffaele Nomentana, autore di una recente ricerca sulla malattia -, tantè che è difficile muoversi senza il rischio di una caduta a terra. Non vi sono segnali della sua presenza ma lincurvamento della colonna per deformità vertebrali è così evidente da mettere subito in allerta medico e paziente.
Importante, dunque, è il ruolo della prevenzione: esercizio fisico costante, vita sana, una dieta ricca di calcio e vitamina D, labolizione del fumo e la limitazione del consumo di alcool. Tra le metodiche diagnostiche, la Mineralometria ossea computerizzata (MOC) e la Ultrasonografia digitale restano le tecniche oggi preferite dagli specialisti. Un aiuto, inoltre, viene anche dalla riabilitazione.
Per quanto riguarda lattività fisica - afferma il prof. Granata - ogni attività aerobica condotta sotto carico appare utile e benefica, purchè condotta con cautela e ritenuta adeguata per le condizioni fisiche e per le età del soggetto. Lesercizio si è dimostrato in grado, anche ad età molto avanzate, di aumentare la massa muscolare, la forza fisica, di limitare la perdita di indipendenza e di ridurre il rischio cadute.
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