22 settembre 2014
Interviste
Pesce: tanti benefici, ma attenzione al mercurio
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In base alle raccomandazioni che arrivano da ConsumerReports.org - organizzazione statunitense che dà voce ai consumatori - le donne in gravidanza non devono assolutamente consumare il tonno e i pesci più ricchi di mercurio.
L'Fda - l'ente che negli Stati Uniti si occupa di cibo e medicinali - indica soglie di consumo massime, ma non raccomanda alle donne gravide di evitare del tutto questi pesci. E inoltre gli esperti da molti anni consigliano di consumare regolarmente il pesce, ricco, per esempio, di grassi "buoni" e importante per il sistema nervoso. Francesca Avanzini, portavoce dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) di Parma, chiarisce alcuni dubbi in proposito e ci aggiorna sulla situazione in Europa.
Esiste davvero un "pericolo mercurio" legato al consumo di pesce?
«Sappiamo che il consumo di pesce ha effetti positivi sulla salute umana legati alla presenza di nutrienti come gli acidi grassi polinsaturi n-3 a lunga catena che sono positivi per il neurosviluppo nei più piccoli.
Tuttavia, il pesce può contenere metilmercurio, la forma più tossica di mercurio, ed è noto che l'esposizione prenatale a questa sostanza ha effetti avversi sul neurosviluppo prima citato. Quando si sceglie di mangiare pesce, dunque, è importante trovare il giusto equilibrio tra benefici e rischi».
Perché il mercurio è dannoso per l'uomo?
«Il mercurio è un metallo che viene rilasciato nell'ambiente sia da fonti naturali sia come risultato delle attività umane e può essere presente come mercurio organico e inorganico. Il metilmercurio è la forma predominante di mercurio presente nel pesce e in altri cibi di origine marina ed è particolarmente tossico per lo sviluppo del sistema nervoso, incluso il cervello. Il mercurio inorganico - che può essere presente nel pesce e in alcuni cibi pronti - è invece meno tossico. Bisogna ricordare che, essendo tossico per lo sviluppo del sistema nervoso, il metilmercurio risulta particolarmente pericoloso per il feto».
Qual è la posizione dell'Efsa?
«L'Efsa (l'Autorità europea per la sicurezza alimentare) non fornisce indicazioni dirette ai consumatori, di questo si occupano le diverse autorità nazionali alle quali bisogna sempre fare riferimento per conoscere le raccomandazioni specifiche per il proprio Paese. Nel 2014, il gruppo di esperti dell'Efsa che si occupa di prodotti alimentari, nutrizione e allergie (Nda) ha concluso che il consumo di circa 1-2 porzioni di pesce e prodotti di origine marina a settimana (fino a 3-4 in gravidanza) è associato a un migliore neurosviluppo funzionale nei bambini rispetto all'assenza di tale consumo. Inoltre, il consumo settimanale di pesce (fino a 3-4 porzioni) è associato a una riduzione del rischio di coronaropatia e mortalità negli adulti».
Quali sono i pesci più ricchi in mercurio?
«Tonno (sia fresco sia in scatola), pesce spada, merluzzo e luccio sono i principali responsabili dell'esposizione alimentare a metilmercurio negli adulti e, anche, con l'aggiunta del nasello, nei bambini».
Quanto mercurio c'è nel pesce che gli italiani portano in tavola?
«Nel 2012 il gruppo di esperti Efsa che si occupa di contaminazioni (Contam) ha stabilito una soglia massima settimanale di assunzione per il metilmercurio pari a 1.3 µg/kg di peso corporeo. I dati di biomonitoraggio indicano che in Europa in genere il consumatore si mantiene sotto tale soglia».
È possibile consumare pesce ogni settimana - come consigliano gli esperti - evitando il rischio di pericolose intossicazioni da mercurio?
«I prodotti del mare sono una fonte di energia e proteine ad alto valore biologico e contribuiscono all'assunzione di molti nutrienti essenziali come iodio, selenio, calcio e vitamine A e D, portando a benefici ormai noti per la salute. Inoltre sono ricchi di acidi grassi polinsaturi n-3 a lunga catena e sono parte fondamentale di un regime alimentare associato alla buona salute. In generale potremmo dire che non bisogna eccedere con il consumo dei pesci più ricchi di mercurio anche perché è molto probabile che i benefici per la salute legati al consumo di pesce non aumentino ulteriormente se si va oltre le 3-4 porzioni settimanali massime consigliate dagli esperti».
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