19 luglio 2017
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Salute in viaggio: i consigli dell'esperto
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Consigli pratici per i viaggiatori: intervista a Alberto Tomasi
L'estate con la chiusura delle scuole e delle attività lavorative è un periodo che viene spesso utilizzato per fare viaggi lunghi o in paesi lontani, con mete impegnative. Talvolta però i viaggiatori non sono bene informati e preparati a quello che li aspetta e i rischi per la salute si moltiplicano, in particolare quando ci si muove in situazioni molto diverse da quelle che tipicamente si incontrano nel nostro paese.
Dica33 ne ha parlato con Alberto Tomasi, Presidente della Società italiana di medicina dei viaggi e delle migrazioni (Simvim) e autore della Guida alla salute in viaggio Paese per Paese, edizioni LSWR.
Ecco i punti salienti della videointervista.
Dottore, potrebbe darci qualche consiglio pratico per chi farà delle vacanze un po' particolari? Per esempio, parliamo dei safari o dei trekking in altitudine, che lei cita nel suo libro.
«Il safari è comune a molti viaggi; la maggior parte si svolge Africa, ma se ne organizzano anche in Sud America e Asia. Se è di una sola giornata, il problema è essenzialmente difendersi da dengue e febbre gialla, trasmesse dalle zanzare che sono attive di giorno, per cui bisogna usare i repellenti. Se invece si prevede di dormire in giungla o savana bisogna fare più attenzione perché si rischia la malaria e può essere utile anche la vaccinazione contro l'epatite A.
Per quanto riguarda i trekking, sopra i 3.000 metri bisogna ricordare di salire lentamente, di idratarsi, non bisogna però sottovalutare anche altri tipo di rischio oltre allo sforzo fisico. Per esempio, recandosi in Africa sul Kilimangiaro certo sulla cima non ci sono zanzare ma bisogna arrivarci passando per savana e giungla, e per vari villaggi, quindi oltre alle capacità fisiche ci si deve ricordare di repellenti, vaccinazioni e profilassi. Lo stesso vale per Nepal e Tibet, perché bisogna attraversare valli e fiumi. È importante rivolgersi ai centri vaccinali delle Asl per informazioni più precise».
E per chi ama il mare? Crociera e spiaggia tropicale sono scenari tipici che lei descrive. Quali sono i rischi?
«La crociera è un ambiente tranquillo, ma ci sono rischi di contagio per le malattie che si trasmettono per via aerea perché parliamo di un ambiente chiuso in cui permangono a lungo migliaia persone, per cui c'è il pericolo di epidemie di morbillo, meningite, influenza, polmonite. Inoltre, dobbiamo ricordare che spesso le crociere sono frequentate da persone di una certa età, con patologie croniche, più predisposte ad ammalarsi.
Per quanto riguarda la spiaggia tropicale, è bene utilizzare la protezione solare anche di alto grado, e a questo proposito ricordo che non peggiorerà l'abbronzatura, anzi, la farà durare di più evitando scottature. Attenzione inoltre agli incidenti e ai propri beni, meglio non mostrare troppi oggetti di valore, e al rischio malattie infettive trasmesse sessualmente, quindi oltre alla vaccinazione per l'epatite B ricordare di usare sempre il preservativo nei rapporti occasionali».
Per quanto riguarda i siti archeologici? Anche qui si incontrano pericoli particolari?
«Il viaggiatore talvolta non lo immagina, ma soprattutto in alcuni paesi di Asia e Sud America questi siti si trovano in zone impervie, ci vuole tempo per raggiungerli, si cammina sotto al sole, si incontrano villaggi con possibili infezioni, animali con la rabbia, quindi i rischi sono comunque tanti».
Potrebbe presentarci in generale la situazione attuale di pericolo per la salute per quanto riguarda i vari continenti?
«Europa e Nord America non presentano molti problemi, ma un viaggio in queste zone può essere l'occasione per controllare di essere protetti a livello vaccinale contro malattie come tetano, difterite, pertosse. Ultimamente in alcuni paesi si ha anche una presenza aumentata di morbillo e varicella. Vale la pena ricordare per chi si reca soprattutto in centro Europa, Germania, Austria, della possibilità di proteggersi col vaccino dall'encefalite da zecche, e questa indicazione vale soprattutto per chi conta di stare molto a contatto con la natura, per chi viaggia in camper o in bici, per esempio.
In Africa il problema principale è la malaria, anche se la situazione sta migliorando, per cui è raccomandata la profilassi. Se si presenta febbre al ritorno è sempre necessario prendere in considerazione la possibilità che si tratti di malaria, dato che la malattia ha un tempo di incubazione di una settimana e può essere scambiata per un'influenza.
Per quanto riguarda l'Asia, i vaccini per epatite A e tifo sono indicati in molte zone, in particolare nella penisola indiana, ma anche in Cina. Ricordo che esiste anche un vaccino per proteggersi dall'encefalite giapponese, malattia abbastanza grave perché colpisce il sistema nervoso centrale, con possibilità di paresi e residuati per tutta la vita, per chi si reca in zone umide con zanzare, nella stagione monsonica in particolare, anche per chi viaggia spesso per lavoro in queste zone.
In Oceania non ci sono molti problemi anche se si può rischiare il dengue nella parte tropicale a nord, mentre in America del sud attualmente il pericolo di Zika fa sconsigliare i viaggi alle donne in gravidanza, e il dengue è comunque presente nella fascia da dieci gradi a nord a dieci gradi a sud dell'equatore. Vorrei sottolineare che in caso si sia colpiti da febbre in queste zone è meglio non utilizzare l'aspirina, in quanto la forma di dengue più pericolosa è quella emorragica, che potrebbe essere peggiorata dall'uso del farmaco».
Quali altri consigli vuole lasciare ai viaggiatori?
«Vorrei ricordare di fare attenzione ai tempi richiesti perché le vaccinazioni funzionino, a volte ci vogliono 15 giorni perché acquistino efficacia, altre volte, come per l'epatite B, sono necessarie almeno due dosi a distanza di due mesi perché sia attiva la protezione, per cui vanno chieste informazioni per tempo. Ricordo poi che alcuni paesi presentano obblighi vaccinali, come per la febbre gialla in alcuni paesi dell'Africa e la meningite in Arabia Saudita. Impossibile non citare la diarrea, che è uno dei principali problemi per chi viaggia; per evitarla, non usare il ghiaccio, non assumere alimenti crudi, e fare attenzione alla bellissima frutta tropicale, che è ricchissima di fibra, e non siamo abituati a mangiarne tanta per cui potrebbe favorire la diarrea. Soprattutto però è necessario tenere presente che in alcuni paesi l'assistenza sanitaria, anche se buona, è molto costosa per cui suggerisco sempre di cercare prima della partenza una buona assicurazione».
Per rivedere l'intervista a cura di Nicola Miglino clicca qui
Susanna Guzzetti
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