14 settembre 2017
Aggiornamenti e focus
Ecco perché lo sbadiglio è contagioso
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Non è possibile resistere: di fronte a una persona che sbadiglia non ci si può trattenere dallo sbadigliare; e non è una questione di sonno. Finora la scienza non aveva chiarito le basi fisiologiche di questo fenomeno che fa parte dei cosiddetti "ecofenomeni" ovvero forme di imitazione automatica e non volontaria delle parole (ecolalia) o delle azioni (ecoprassia) di altre persone.
«Gli ecofenomeni come lo sbadiglio contagioso non sono presenti solo nell'uomo ma anche in altri animali come gli scimpanzé e i cani» spiega Stephen Jackson, professore di neuroscienze cognitive all'Università di Nottingham e autore dello studio recentemente pubblicato rivista Current biology. Assieme ai colleghi Jackson ha cercato di capire quali fossero i centri nervosi responsabili della "contagiosità" dello sbadiglio e per far ciò ha coinvolto nella ricerca 36 persone adulte alle quali sono stati mostrati video di persone che sbadigliavano ed è stato chiesto di provare a resistere all'eventuale voglia di sbadigliare o invece di lasciare via libera allo sbadiglio.
«Utilizzando una tecnica chiamata stimolazione magnetica transcranica siamo riusciti a misurare nei partecipanti l'attività della corteccia motoria primaria, l'area del cervello che controlla l'esecuzione del movimento» affermano gli autori, che grazie ai dati rilevati sono anche riusciti a determinare la "propensione allo sbadiglio" dei singoli partecipanti.
E a conti fatti l'analisi ha dimostrato che la capacità di resistere allo sbadiglio è molto limitata e si riduce ulteriormente quando si cerca volontariamente di resistere. Va detto però che non tutti sono ugualmente sensibili al "contagio". «Oltre a dimostrare le basi fisiologiche dello sbadiglio "contagioso", questi risultati ottenuti forniscono informazioni importanti per meglio comprendere le associazioni tra eccitabilità della corteccia motoria e il manifestarsi di ecofenomeni presenti in numerose condizioni cliniche: dall'autismo alla demenza, dall'epilessia alla sindrome di Tourette» conclude Jackson che con il colleghi è anche riuscito a modulare la propensione allo sbadiglio attraverso specifiche stimolazioni elettriche, come dimostrazione ulteriore dell'importanza della corteccia motoria primaria nei meccanismi che portano all'ecofenomeno dello sbadiglio.
Fonte: Curr Biol. 2017 Aug 22. pii: S0960-9822(17)30966-1. doi: 10.1016/j.cub.2017.07.062
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«Gli ecofenomeni come lo sbadiglio contagioso non sono presenti solo nell'uomo ma anche in altri animali come gli scimpanzé e i cani» spiega Stephen Jackson, professore di neuroscienze cognitive all'Università di Nottingham e autore dello studio recentemente pubblicato rivista Current biology. Assieme ai colleghi Jackson ha cercato di capire quali fossero i centri nervosi responsabili della "contagiosità" dello sbadiglio e per far ciò ha coinvolto nella ricerca 36 persone adulte alle quali sono stati mostrati video di persone che sbadigliavano ed è stato chiesto di provare a resistere all'eventuale voglia di sbadigliare o invece di lasciare via libera allo sbadiglio.
«Utilizzando una tecnica chiamata stimolazione magnetica transcranica siamo riusciti a misurare nei partecipanti l'attività della corteccia motoria primaria, l'area del cervello che controlla l'esecuzione del movimento» affermano gli autori, che grazie ai dati rilevati sono anche riusciti a determinare la "propensione allo sbadiglio" dei singoli partecipanti.
E a conti fatti l'analisi ha dimostrato che la capacità di resistere allo sbadiglio è molto limitata e si riduce ulteriormente quando si cerca volontariamente di resistere. Va detto però che non tutti sono ugualmente sensibili al "contagio". «Oltre a dimostrare le basi fisiologiche dello sbadiglio "contagioso", questi risultati ottenuti forniscono informazioni importanti per meglio comprendere le associazioni tra eccitabilità della corteccia motoria e il manifestarsi di ecofenomeni presenti in numerose condizioni cliniche: dall'autismo alla demenza, dall'epilessia alla sindrome di Tourette» conclude Jackson che con il colleghi è anche riuscito a modulare la propensione allo sbadiglio attraverso specifiche stimolazioni elettriche, come dimostrazione ulteriore dell'importanza della corteccia motoria primaria nei meccanismi che portano all'ecofenomeno dello sbadiglio.
Fonte: Curr Biol. 2017 Aug 22. pii: S0960-9822(17)30966-1. doi: 10.1016/j.cub.2017.07.062
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