30 gennaio 2018
Aggiornamenti e focus
Due italiani su tre sconfiggono il tumore del colon-retto
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Sono quasi mezzo milione gli italiani che vivono dopo aver affrontato un tumore del colon-retto e il loro numero è in costante crescita: attualmente il 65 per cento dei pazienti riesce a sconfiggere la malattia. Nel 2017 erano in totale 464mila; solo cinque anni fa, nel 2013, erano circa 300mila. Un incremento significativo, raggiunto anche grazie ai progressi della ricerca, che ha portato a nuove e sempre più efficaci terapie.
Prevenzione: stili di vita e screening
«Il cancro del colon retto è la neoplasia più diffusa in Italia: ogni anno colpisce 53mila persone» ha spiegato Carmine Pinto, Direttore dell'Oncologia Medica al Clinical Cancer Centre dell'AUSL-IRCCS di Reggio Emilia «Risente molto degli stili di vita scorretti come seguire un'alimentazione squilibrata e troppo ricca di grassi o i chili di troppo. La prevenzione primaria risulta fondamentale così come riuscire ad ottenere l'eliminazione dei precursori e una diagnosi precoce del tumore in uno stadio il più possibile iniziale».
Prosegue il professore: «Negli ultimi anni, grazie all'impegno delle istituzioni locali e nazionali, è stato sviluppato il programma nazionale di screening per il carcinoma colorettale che prevede la ricerca di sangue occulto nelle feci e per i casi risultati positivi al test la successiva colonscopia. Se individuiamo i precursori della neoplasia o la neoplasia durante le prime fasi possiamo intervenire tempestivamente e ottenere i migliori risultati in termini di guarigione». E aggiunge, «Tuttavia il 20 per cento dei casi è scoperto quando è ormai troppo tardi e sono già state sviluppate delle metastasi. Anche la sopravvivenza questi pazienti è migliorata globalmente e sensibilmente negli ultimi anni raggiungendo circa 30 mesi».
A cura di:
Chiara Romeo
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«Il cancro del colon retto è la neoplasia più diffusa in Italia: ogni anno colpisce 53mila persone» ha spiegato Carmine Pinto, Direttore dell'Oncologia Medica al Clinical Cancer Centre dell'AUSL-IRCCS di Reggio Emilia «Risente molto degli stili di vita scorretti come seguire un'alimentazione squilibrata e troppo ricca di grassi o i chili di troppo. La prevenzione primaria risulta fondamentale così come riuscire ad ottenere l'eliminazione dei precursori e una diagnosi precoce del tumore in uno stadio il più possibile iniziale».
Prosegue il professore: «Negli ultimi anni, grazie all'impegno delle istituzioni locali e nazionali, è stato sviluppato il programma nazionale di screening per il carcinoma colorettale che prevede la ricerca di sangue occulto nelle feci e per i casi risultati positivi al test la successiva colonscopia. Se individuiamo i precursori della neoplasia o la neoplasia durante le prime fasi possiamo intervenire tempestivamente e ottenere i migliori risultati in termini di guarigione». E aggiunge, «Tuttavia il 20 per cento dei casi è scoperto quando è ormai troppo tardi e sono già state sviluppate delle metastasi. Anche la sopravvivenza questi pazienti è migliorata globalmente e sensibilmente negli ultimi anni raggiungendo circa 30 mesi».
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