Cuore di donna e dieta: focus sul rischio cardiovascolare ancora troppo sottovalutato

08 maggio 2018
Aggiornamenti e focus

Cuore di donna e dieta: focus sul rischio cardiovascolare ancora troppo sottovalutato



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Sono 8,6 milioni le donne al mondo che muoiono in seguito a malattie cardiovascolari e 123 mila sono italiane. Le meno consapevoli del rischio cardiovascolare nella popolazione femminile sono proprio le donne. Alcuni dei motivi si fondano su convinzioni errate, come quella secondo cui le donne hanno meno infarti. In realtà solo nel periodo fertile la donna, grazie al potere protettivo degli estrogeni ha un rischio inferiore. Dalla menopausa in poi il rischio di infarto diventa simile a quello dell'uomo. Si può parlare quindi di una differenza di genere per la malattia cardiovascolare femminile?

«I fattori di rischio nelle donne sono di più, rispetto a quelli negli uomini: diabete, fumo, obesità, inattività fisica, ipertensione e dislipidemia sono comuni a entrambi, ma a questi vanno aggiunti quelli legati alla gravidanza in caso di parto pretermine o di diabete gestazionale, le cure per il cancro al seno (tipo chemioterapia e radioterapia) poi le malattie autoimmuni e la depressione» ha spiegato Monica Giroli, nutrizionista presso il Centro Cardiologico Monzino, durante il forum di nutrizione pratica Nutrimi.

Anche il loro peso è diverso. Si sa che nelle donne con diabete il rischio aumenta fino a 4 o 5 volte rispetto a quelle sane, mentre negli uomini con diabete è doppio, rispetto al rischio di quanti non lo hanno. Anche essere obese pesa fino al 64% sul rischio di malattia, mentre per gli uomini fino al 46%. Ci sono notevoli differenze anche nella sintomatologia: nella donna i primi segnali sono simili a quelli dell'influenza e per 1/3 sono senza dolore toracico. Questo porta le donne più tardi all'ospedale. Tutti motivi che diminuiscono la consapevolezza nella popolazione femminile.

Ma ci sono anche buone notizie e riguardano proprio la dieta. Le linee guida per la prevenzione cardiovascolare puntano infatti l'attenzione sull'importanza della dieta e sul peso corretto. Studi recenti dimostrano che con terapie appropriate la cura nelle donne, rispetto agli uomini, è altrettanto efficace e il 75% degli eventi coronarici che colpiscono il mondo femminile possono essere prevenuti efficacemente con scelte di vita migliori. La dieta gioca un ruolo importante, tanto più se rispecchia schemi valutati come protettivi e una dieta non corretta aumenta il rischio quasi del doppio. Così come la capacità antiossidante di una dieta con alimenti come tè, frutta, verdura, cereali, cioccolato: uno studio svedese ha dimostrato che nei soggetti appartenenti ai quintili più alti c'è una riduzione del rischio di infarto del 40% rispetto a chi apparteneva al primo quintile di consumo di alimenti ricchi di antiossidanti. "Quando si parla di alimentazione è importante far riferimento a dati scientifici, perché spesso sono pubblicizzati stili alimentari che portano ad allontanarsi da abitudini che sappiamo essere protettive", spiega Giroli.

La dieta mediterranea (DM) è il principale riferimento e diverse evidenze lo confermano. Lo aveva già provato Epic, The European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition: una sotto-analisi di un campione di 13000 donne aveva dimostrato come uno score più alto di aderenza alla dieta riduca del 30% il rischio cardiovascolare. In tempi più recenti una meta-analisi di 29 pubblicazioni dimostra che la DM ha lo stesso ruolo protettivo per l'infarto del miocardio e per l'ictus ischemico negli uomini e nelle donne. "La dieta mediterranea quindi funziona anche nelle donne. Può sembrare strano ribadirlo - conclude Giroli - ma in ambito cardiovascolare gli studi sulla popolazione femminile sono pochi" e il fatto che ci siano dati a favore in un quadro con differenze così marcate, è un punto importante nella prevenzione della salute della donna a tutte le età.

Fonte: Nutrizione33



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