Terza età. Peggiora la qualità del sonno

21 maggio 2018
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Terza età. Peggiora la qualità del sonno



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Gli anziani non dormono meno. Hanno una qualità del sonno peggiore. Per un diverso concetto luce/buio, per patologie legate all'età, per il ricorso a farmaci. Spesso si sente affermare che gli anziani dormono meno, si svegliano presto, hanno insomma modificato nel tempo il loro orologio biologico. E circa il 30% di essi lamenta disturbi del sonno. In realtà, questa opinione comune è stata sfatata da uno studio condotto su 700 persone over 65 anni. Che ha dimostrato come questo non sia vero. Quello che accade nell'anziano è che negli anni viene meno la qualità complessiva del sonno. 
Significa che nel corso della notte cresce la quantità dei risvegli notturni, anche di pochi secondi - che poi non vengono ricordati al risveglio - minando la qualità del riposo. A ridursi sono, dunque, le fasi Rem e di sonno profondo. Non si dorme meno ma si dorme male.


Evitare cattive abitudini


Ci sono abitudini che si acquisiscono nella terza età e che, in questa mutata prospettiva, non aiutano. A causa di una progressiva e ridotta attività lavorativa e sociale, l'anziano si addormenta spesso durante la giornata, andando a squilibrare l'orologio biologico che è sincronizzato sul concetto di luce e di buio.
Così facendo, a fine giornata, non ha dormito meno ma ha contribuito a produrre un sonno frammentato nella notte che gli procurerà la mattina successiva un senso diffuso di stanchezza o, comunque, di non benessere. Anche perché restare svegli di notte produce non solo ansietà. È noto, infatti, che il riposto notturno è decisamente più benefico e riposante.

Patologie e farmaci


Vanno poi tenuti in considerazione nell'anziano anche due importanti fattori che possono influenzare il ciclo e la qualità del sonno notturno. Il primo è l'affacciarsi di patologie legate all'età che, com'è naturale, minano il riposo. Pensiamo ai dolori articolari ossei... Il secondo fattore è il conseguente uso di farmaci. Un esempio fra tutti è quello dell'assunzione dei diuretici che obbliga la persona a ripetuti risvegli nel corso della notte.


Carla De Meo




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