19 giugno 2018
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Gonfiore e distensione addominale: conosciamo causa e trattamento
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Il gonfiore, ovvero la sensazione soggettiva di addome disteso, e la distensione addominale, oggettivo aumento della circonferenza addominale, sono due disturbi molto frequenti nella popolazione generale e ancor di più nei pazienti affetti dai così detti disturbi funzionali del tratto gastroenterico. In questi casi non è presente alterazione organica come un'infiammazione della parete intestinale o un'struzione meccanica alla progressione del pasto, ma la funzione del tratto gastroenterico, sia motoria, sensitiva o metabolica, è alterata.
Nutrizione33 ha raccolto l'esperienza professionale della professoressa Maura Corsetti, gastroenterologo funzionale e professore associato di gastroenterologia presso l'Università di Nottingham. "Durante i recenti IBS Days di Bologna, congresso che ha visto riunirsi gli esperti internazionali che si occupano di disordini funzionali del tratto gastroenterico, ho presentato una revisione dei dati della letteratura scientifica sui meccanismi implicati nella patogenesi del gonfiore e della distensione addominale. È verosimile che diversi fattori interagiscano uno con l'altro.
Primo, l'intestino sembra più sensibile del normale a stimoli fisiologici quali la distensione del viscere o il pasto, secondo, l'attività motoria sembra essere inefficace nell'espellere il gas normalmente prodotto della fermentazione dei residui di cibo che raggiungono il colon. Inoltre, il microbiota sembra essere alterato condizionando l'efficacia dei processi fermentativi. Le alterazioni di queste funzioni diventano più evidenti in risposta all'assunzione di pasti ricchi in fibre e substrati fermentabili, i così detti FODMAPs, che anche nei soggetti normali aumentano la produzione di gas nel colon. A questi fattori si aggiunge una risposta alterata e dinamica della muscolatura del diaframma, l'insieme dei muscoli che separa la cavità addominale da quella toracica, e della parete addominale.
In condizioni fisiologiche queste due strutture muscolari rispondono alla distensione intestinale con rilassamento del diaframma e contrazione dell'addome. Nei pazienti con distensione addominale questa dinamica è alterata da una contrazione del diaframma, una distonia del muscolo obliquo interno, con conseguente protrusione della parete addominale. E proprio perché più fattori interagiscono nel determinare il gonfiore e la distensione addominale, il trattamento dovrà basarsi su un approccio multimodale.
Questo prevede una valutazione gastroenterologica volta a escludere patologie organiche, come la celiachia, che possano associarsi a questi sintomi e l'individuazione di specifiche patologie funzionali, come la sindrome dell'intestino irritabile o la stipsi cronica. In questi pazienti poi può essere consigliata una dieta a basso contenuto di FODMAPs, che deve essere attentamente supervisionata da un professionista sanitario in modo che non porti a squilibri nutrizionali. Se la dieta non fosse sufficiente, il paziente potrà essere riferito a un gastroenterologo con esperienza nel trattamento di disturbi funzionali per ottenere indicazioni su farmaci diretti a correggere le alterazioni dell'alvo, a trattare l'ipersensibilità e/o alterazione motoria intestinale, a modulare il microbiota o infine provare trattamenti riabilitativi per correggere l'alterata dinamica tra diaframma e parete addominale".
Silvia Ambrogio
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Nutrizione33 ha raccolto l'esperienza professionale della professoressa Maura Corsetti, gastroenterologo funzionale e professore associato di gastroenterologia presso l'Università di Nottingham. "Durante i recenti IBS Days di Bologna, congresso che ha visto riunirsi gli esperti internazionali che si occupano di disordini funzionali del tratto gastroenterico, ho presentato una revisione dei dati della letteratura scientifica sui meccanismi implicati nella patogenesi del gonfiore e della distensione addominale. È verosimile che diversi fattori interagiscano uno con l'altro.
Primo, l'intestino sembra più sensibile del normale a stimoli fisiologici quali la distensione del viscere o il pasto, secondo, l'attività motoria sembra essere inefficace nell'espellere il gas normalmente prodotto della fermentazione dei residui di cibo che raggiungono il colon. Inoltre, il microbiota sembra essere alterato condizionando l'efficacia dei processi fermentativi. Le alterazioni di queste funzioni diventano più evidenti in risposta all'assunzione di pasti ricchi in fibre e substrati fermentabili, i così detti FODMAPs, che anche nei soggetti normali aumentano la produzione di gas nel colon. A questi fattori si aggiunge una risposta alterata e dinamica della muscolatura del diaframma, l'insieme dei muscoli che separa la cavità addominale da quella toracica, e della parete addominale.
In condizioni fisiologiche queste due strutture muscolari rispondono alla distensione intestinale con rilassamento del diaframma e contrazione dell'addome. Nei pazienti con distensione addominale questa dinamica è alterata da una contrazione del diaframma, una distonia del muscolo obliquo interno, con conseguente protrusione della parete addominale. E proprio perché più fattori interagiscono nel determinare il gonfiore e la distensione addominale, il trattamento dovrà basarsi su un approccio multimodale.
Questo prevede una valutazione gastroenterologica volta a escludere patologie organiche, come la celiachia, che possano associarsi a questi sintomi e l'individuazione di specifiche patologie funzionali, come la sindrome dell'intestino irritabile o la stipsi cronica. In questi pazienti poi può essere consigliata una dieta a basso contenuto di FODMAPs, che deve essere attentamente supervisionata da un professionista sanitario in modo che non porti a squilibri nutrizionali. Se la dieta non fosse sufficiente, il paziente potrà essere riferito a un gastroenterologo con esperienza nel trattamento di disturbi funzionali per ottenere indicazioni su farmaci diretti a correggere le alterazioni dell'alvo, a trattare l'ipersensibilità e/o alterazione motoria intestinale, a modulare il microbiota o infine provare trattamenti riabilitativi per correggere l'alterata dinamica tra diaframma e parete addominale".
Silvia Ambrogio
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