25 giugno 2018
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Carenza di iodio in Europa, i ricercatori chiedono maggiore attenzione alla politica
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I ricercatori del progetto EUthyroid, promosso dall'Unione europea, hanno presentato presso l'Università Jagiellonian di Cracovia la Dichiarazione di Cracovia sullo iodio, chiedendo ai decisori politici maggiore attenzione per la messa in pratica di misure necessarie per eliminare la carenza di iodio. Gli esperti ritengono che, anche in molti paesi europei in cui sono previsti programmi per l'integrazione dello iodio nel sale da cucina, fino al 50% dei neonati siano comunque esposti a una lieve carenza dell'elemento e che il loro potenziale cognitivo sia quindi a rischio. «Una moderata diminuzione del quoziente intellettivo può avere un effetto negativo sugli individui, con problemi di apprendimento e mancato sviluppo delle piene potenzialità. Ma la riduzione del quoziente intellettivo a livello di popolazione potrebbe ripercuotersi in modo negativo sulla prestazione economica di tutto un paese» spiegano i ricercatori del programma europeo. Tutto questo però potrebbe essere evitabile con cibo fortificato, in maniera vantaggiosa dal punto di vista economico; l'Organizzazione mondiale della sanità da anni insiste sull'importanza del monitoraggio per eliminare la carenza di iodio in Europa, ma solo otto paesi dell'Unione osservano questa norma.
Nella Dichiarazione si trattano tre punti fondamentali.
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Nella Dichiarazione si trattano tre punti fondamentali.
- Prima di tutto si parla di metodi di prevenzione, richiamando le autorità e i decisori politici alla necessità di un'armonizzazione dell'obbligo di sale arricchito di iodio per assicurare un libero scambio di cibi fortificati in tutta Europa.
- Il secondo punto riguarda i controlli di prevenzione, anche in questo caso con un richiamo ai governi nazionali e alle autorità sanitarie perché rendano uniformi il monitoraggio e la valutazione dei programmi di fortificazione con iodio a intervalli prefissati in modo da assicurare un apporto ottimale di iodio.
- Si parla infine di sostegno alla prevenzione, spiegando che i ricercatori, insieme alla sanità pubblica, alle organizzazioni di pazienti, all'industria e al pubblico, devono collaborare nel sostenere le misure necessarie ad assicurare che i programmi di prevenzione delle malattie dovute alla carenza iodica siano messi in pratica.
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