01 ottobre 2018
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Dolore alla schiena persistente: se fosse spondilite anchilosante?
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La spondilite anchilosante è una malattia dolorosa e progressivamente invalidante, causata da un'infiammazione cronica della colonna vertebrale che può determinare danni irreversibili. Il sintomo principale della spondilite anchilosante (SA) è un persistente dolore alla schiena, soprattutto notturno, che migliora con il movimento. Ma altri segnali possono essere indicativi della malattia. L'infiammazione colpisce prevalentemente le articolazioni sacro-iliache e la colonna vertebrale. Il danno articolare è caratterizzato da formazione di nuovo tessuto osseo che porta nel temo alla fusione delle ossa (anchilosi) delle articolazioni interessate.
Il sintomo principale della spondilite anchilosante è un dolore persistente e profondo, avvertito nel gluteo e nella zona lombare inferiore, che tende a peggiorare durante la notte. A questo si accompagna rigidità della colonna vertebrale che si presenta al mattino, migliora con l'attività fisica e si ripresenta a riposo. Inoltre è facile che questi siano accompagnati da affaticamento cronico ed insonnia.
La spondilite anchilosante è più diffusa negli uomini, con una frequenza di due/tre volte superiore rispetto alle donne. I primi sintomi compaiono solitamente nella tarda adolescenza o nella prima età adulta.
Si tratta di una patologia con sintomi facilmente associabili ad altre più comuni e con conseguenze meno importanti. Per questo oggi per arrivare ad una corretta diagnosi possono occorrere in media dai 7 ai 10 anni: un lungo periodo per una malattia che può progredire fino a dare rilevanti limitazioni nei movimenti e gravi conseguenze sulla qualità della vita di chi ne soffre.
Nel 20-50% dei casi la causa della malattia è genetica. La SA è associata a diversi geni (principalmente HLA-B27) che vengono trasmessi per via familiare.
Non esiste una cura definitiva per la spondilite anchilosante, ma alcuni farmaci sono oggi in grado di ridurre l'infiammazione e il dolore e di alleviare i sintomi.
Praticare costante attività fisica, può portare notevoli benefici fisici e psicologici; l'importante è scegliere quella più adatta alla propria condizione e parlarne con il medico di fiducia. Per esempio Yoga, Tai chi, Pilates, Nordic Walking sono tipi di attività fisica facilmente praticabili e di grande aiuto per i pazienti con spondilite anchilosante.
Fortunatamente sono stati fatti dei progressi per ridurre il ritardo nella formulazione della diagnosi. Un maggior ricorso alla risonanza magnetica consente una più rapida identificazione dell'infiammazione articolare e, sebbene per diagnosticare la SA sia ancora necessario individuare con una radiografia un danno sacroiliaco, sono state introdotte delle etichette diagnostiche alternative per consentire ai pazienti di accedere più rapidamente al trattamento.
Ma la SA è una patologia ancora poco conosciuta, per questo Novartis, con il patrocinio di APMAR Onlus - Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare - ha promosso una campagna che ha l'obiettivo di informare su questa patologia poco conosciuta e di difficile diagnosi e spingere le persone ad attivarsi: "SAi se hai la SA? Scegli il tuo futuro".
L'obiettivo della Campagna è spingere chi ha sintomi riconducibili alla patologia a procedere alla compilazione di un breve questionario di autovalutazione, disponibile online, e rivolgersi al proprio medico di base in caso di una maggioranza di risposte positive.
Test di autovalutazione per la spondilite anchilosante
A cura di:
Chiara Romeo
In evidenza:
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
I sintomi della SA: dolore e rigidità
Il sintomo principale della spondilite anchilosante è un dolore persistente e profondo, avvertito nel gluteo e nella zona lombare inferiore, che tende a peggiorare durante la notte. A questo si accompagna rigidità della colonna vertebrale che si presenta al mattino, migliora con l'attività fisica e si ripresenta a riposo. Inoltre è facile che questi siano accompagnati da affaticamento cronico ed insonnia.
La spondilite anchilosante è più diffusa negli uomini, con una frequenza di due/tre volte superiore rispetto alle donne. I primi sintomi compaiono solitamente nella tarda adolescenza o nella prima età adulta.
Si tratta di una patologia con sintomi facilmente associabili ad altre più comuni e con conseguenze meno importanti. Per questo oggi per arrivare ad una corretta diagnosi possono occorrere in media dai 7 ai 10 anni: un lungo periodo per una malattia che può progredire fino a dare rilevanti limitazioni nei movimenti e gravi conseguenze sulla qualità della vita di chi ne soffre.
Nel 20-50% dei casi la causa della malattia è genetica. La SA è associata a diversi geni (principalmente HLA-B27) che vengono trasmessi per via familiare.
Non esiste una cura definitiva per la spondilite anchilosante, ma alcuni farmaci sono oggi in grado di ridurre l'infiammazione e il dolore e di alleviare i sintomi.
Praticare costante attività fisica, può portare notevoli benefici fisici e psicologici; l'importante è scegliere quella più adatta alla propria condizione e parlarne con il medico di fiducia. Per esempio Yoga, Tai chi, Pilates, Nordic Walking sono tipi di attività fisica facilmente praticabili e di grande aiuto per i pazienti con spondilite anchilosante.
Fondamentale la diagnosi precoce
Fortunatamente sono stati fatti dei progressi per ridurre il ritardo nella formulazione della diagnosi. Un maggior ricorso alla risonanza magnetica consente una più rapida identificazione dell'infiammazione articolare e, sebbene per diagnosticare la SA sia ancora necessario individuare con una radiografia un danno sacroiliaco, sono state introdotte delle etichette diagnostiche alternative per consentire ai pazienti di accedere più rapidamente al trattamento.
Ma la SA è una patologia ancora poco conosciuta, per questo Novartis, con il patrocinio di APMAR Onlus - Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare - ha promosso una campagna che ha l'obiettivo di informare su questa patologia poco conosciuta e di difficile diagnosi e spingere le persone ad attivarsi: "SAi se hai la SA? Scegli il tuo futuro".
L'obiettivo della Campagna è spingere chi ha sintomi riconducibili alla patologia a procedere alla compilazione di un breve questionario di autovalutazione, disponibile online, e rivolgersi al proprio medico di base in caso di una maggioranza di risposte positive.
Test di autovalutazione per la spondilite anchilosante
Ecco il test di autovalutazione per scoprire se hai la spondilite anchilosante:
- Soffri di mal di schiena e rigidità diffusa alle articolazioni da più di 3 mesi?
- Il dolore si concentra principalmente nella zona lombare e si irradia a bacino e glutei?
- Il dolore si presenta anche a riposo e durante a notte ti capita di svegliarti per il mal di schiena?
- Il dolore peggiora quando resti immobile per lunghi periodi, oppure al risveglio?
- Al risveglio ti senti rigido e riesci a essere più sciolto nei movimenti solo dopo più di 30 minuti?
- Il dolore alla schiena e la rigidità si alleviano se pratichi esercizi o attività fisica?
- Soffri di episodi di infiammazione al tendine di Achille e di dolore a livello del calcagno?
- Ti capita di avere episodi di infiammazione agli occhi con dolore, arrossamento e ipersensibilità alla luce?
- Hai meno di 45 anni?
Se la maggioranza delle risposte è "SI", vai dal tuo medico di medicina generale al più presto per approfondire il problema
A cura di:
Chiara Romeo
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