19 dicembre 2018
Aggiornamenti e focus, Speciale Bocca sana
Fumo, caffè e farmaci alterano il colore dei denti
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Il colore dei denti è geneticamente determinato e, in passato, poteva essere fortemente influenzato dall'assunzione di alcuni tipi di antibiotici, le tetracicline, che davano una tipica colorazione grigio brunastra impossibile da far cambiare. Oggi questo effetto collaterale molto grave per l'estetica può essere evitato non impiegando quel tipo di antibiotico durante i primi anni dell'infanzia, ovvero quando i denti permanenti si stanno formando. Esistono anche altre forme patologiche di cambiamento di colore, legate a malattie piuttosto rare a o situazioni genetiche che determinano una trasformazione dello smalto durante la formazione.
Il colore dei denti, può subire delle variazioni durante la vita per l'assunzione di particolari cibi o per l'usura dei denti stessi. I cibi, soprattutto le bevande come il tè o il caffè, soprattutto se assunte in forti quantità danno origine a pigmentazioni che, con l'usura dello smalto dovuta all'età, sono sempre più difficili da eliminare. Lo stesso può dirsi per altri cibi, sughi o intingoli, particolarmente ricchi di sostanze acide al loro interno. Il fumo è, naturalmente, causa o concausa di questo fenomeno.
Tutte queste alterazioni cromatiche sono tuttavia reversibili e una buona igiene professionale, magari accompagnata da una procedura di sbiancamento (argomento su cui torneremo), riporta i denti al loro colore naturale, non certamente a un colore radicalmente diverso da quello che si aveva da ragazzi. Questo processo può essere ripetuto, a seconda dei casi, una volta ogni anno e mezzo, due anni, ma non può essere usato all'infinito pena l'usura consistente dello smalto dentale.
A cura di:
Professor Massimo Gagliani
Professore Associato di Malattie Odontostomatologiche presso l'Università degli Studi di Milano
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Fumo, caffè, farmaci e colore dei denti
Il colore dei denti, può subire delle variazioni durante la vita per l'assunzione di particolari cibi o per l'usura dei denti stessi. I cibi, soprattutto le bevande come il tè o il caffè, soprattutto se assunte in forti quantità danno origine a pigmentazioni che, con l'usura dello smalto dovuta all'età, sono sempre più difficili da eliminare. Lo stesso può dirsi per altri cibi, sughi o intingoli, particolarmente ricchi di sostanze acide al loro interno. Il fumo è, naturalmente, causa o concausa di questo fenomeno.
Igiene professionale e sbiancamento
Tutte queste alterazioni cromatiche sono tuttavia reversibili e una buona igiene professionale, magari accompagnata da una procedura di sbiancamento (argomento su cui torneremo), riporta i denti al loro colore naturale, non certamente a un colore radicalmente diverso da quello che si aveva da ragazzi. Questo processo può essere ripetuto, a seconda dei casi, una volta ogni anno e mezzo, due anni, ma non può essere usato all'infinito pena l'usura consistente dello smalto dentale.
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Professor Massimo Gagliani
Professore Associato di Malattie Odontostomatologiche presso l'Università degli Studi di Milano
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