23 febbraio 2011
Interviste, Speciale Bocca sana
Tonsille e adenoidi: se e quando toglierle
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Tonsille, ma anche adenoidi. Sono le strutture linfatiche del sistema immunitario a difesa delle vie aeree superiori, che in alcuni casi vengono tolte con intervento chirurgico, chiamato tonsillectomia, o adenotonsillectomia. Eugenio Mira, otorinolaringoiatra già direttore della Clinica otorinolaringoiatrica, dell'Università di Pavia, spiega quando è necessario farlo e che vantaggi comporta.
In che cosa consiste l'intervento di tonsillectomia?
Consiste nell'asportazione delle tonsille, più precisamente le tonsille palatine, e quasi sempre interessa anche le adenoidi o tonsille faringee. Quindi si può parlare anche di adenotonsillectomia, anche se capita che vengano rimosse solo le adenoidi. L'intervento, più spesso consigliato per i bambini, ma anche in alcuni casi nell'adulto, è breve, richiede circa 45 minuti ma vanno considerati anche 15 minuti per l'anestesia che è generale. Viene fatto in regime di ricovero e prevede la degenza di una notte. La convalescenza prosegue a casa: da due a 10 giorni a seconda del tipo di intervento
Per chi è consigliato l'intervento?
Un tempo si dava molta importanza alle tonsilliti ricorrenti, vale a dire quando l'infiammazione si presenta più volte all'anno e per diversi anni consecutivi, con mal di gola e febbre, e rende necessaria la visita da parte del medico e la prescrizione di antibiotici. Oggi, oltre a questa indicazione, che resta comunque valida, viene dato maggior riguardo all'ipertrofia, cioè all'aumento di volume di tonsille e adenoidi, che spesso provoca problemi di ostruzione con difficoltà respiratoria, russamento e apnee notturne. L'intervento viene quindi consigliato quando, nel caso del bambino, si osserva voce nasale, bocca sempre semiaperta e apnea. Si tratta di un'operazione risolutiva che cambia la qualità della vita del bambino, migliora il sonno, riesce a respirare senza difficoltà e cambia anche il suo modo di parlare. Inoltre, va tenuto conto che spesso sono bambini sottopeso che possono così recuperare anche la normale crescita. In genere viene fatta in età prescolare tra i 2-3 anni fino a 6. Dopo i 7 in genere è meno frequente
In età adulta può essere utile togliere le tonsille?
Nell'adulto la tonsillectomia si fa raramente, ma mantiene pressoché le stesse indicazioni. Quindi oltre alle tonsilliti ricorrenti, 3-4 all'anno, anche ascessi tonsillari, russamento e sindrome delle apnee ostruttive del sonno dovute sempre a ingrossamento delle tonsille. In questi casi oltre alla rimozione si può fare anche una plastica di rimodellamento del palato per risolvere il problema ostruttivo.
Non avere più le tonsille comporta rischi per la salute?
Le tonsille sono un organo linfatico che produce linfociti, le cellule del sistema immunitario che sintetizzano anticorpi, la risposta di difesa del nostro organismo. Tuttavia, non ci sono prove che la tonsillectomia abbassi o indebolisca le difese immunitari sia nel bambino sia nell'adulto. Solo nei soggetti già predisposti c'è un rischio maggiore di faringiti. Inoltre, nei soggetti a rischio non viene consigliata.
Che cosa bisogna fare dopo l'intervento?
È importante che ci sia riposo, dieta regolare, cibi morbidi e freschi come il gelato, senza eccedere. Viene prescritta una copertura antibiotica e se il mal di gola è forte anche antidolorifici. Quando si asportano solo le adenoidi, in genere basta una convalescenza di qualche giorno, dopo di che il bambino, per esempio può tornare a scuola. Dopo aver tolto le tonsille, invece, serve più tempo, circa 10 giorni, perché ci sia una completa guarigione. Nella fase postoperatoria, infatti, devono guarire le cosiddette escare, cioè piccole placche bianche che si staccano gradualmente. Bisogna attendere fino a che non cadono e si riforma la mucosa rosa, per essere certi della completa guarigione. In genere in 15 giorni si risolve tutto e si torna alla vita normale.
Ma ci sono dei rischi particolare dopo l'intervento?
L'unico rischio, ma si tratta di un evento raro, sono le emorragie tardive, che possono verificare dopo una settimana dall'intervento e fino a 12 giorni circa. In questi casi, se l'emorragia non si ferma è bene rivolgersi a un pronto soccorso per far sì che un medico e in particolare uno specialista otorino visiti veda il bambino. Resta comunque un intervento chirurgico per il quale vanno prima fatti test e controlli in particolare dello stato coagulativo del paziente.
di Simona Zazzetta
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