Salute sessuale e riproduttiva, adolescenti poco informati

28 febbraio 2019
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Salute sessuale e riproduttiva, adolescenti poco informati



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Cercano informazioni sul web in nove casi su dieci, sanno poco delle malattie a trasmissione sessuale e vorrebbero che fosse la scuola a parlare di sessualità e procreazione.
Questo in sintesi il profilo che emerge dalla ricerca condotta dal Ministero della Salute nell'ambito del Progetto "Studio Nazionale Fertilità". L'indagine è composta da quattro ricerche su altrettanti segmenti della popolazione: oltre agli adolescenti, anche studenti universitari, gli adulti e i professionisti della sanità tra i quali pediatri, medici di medicina generale, ginecologi, e andrologi. Con lo scopo di avere un quadro il più possibile completo di conoscenze, comportamenti e atteggiamenti nella sfera della sessualità e della riproduzione.

Informazioni e sessualità, vince il “Doctor Google”


Per quanto riguarda gli adolescenti è stato studiato un campione di 16mila studenti di 16-17 anni provenienti da 482 scuole secondarie di secondo grado, distribuite in tutta Italia.
Il web risulta il primo punto di riferimento (oltre 80%) per reperire informazioni e notizie, seguito dagli amici (40%) e dalla famiglia, ma per solo il 20% dei casi. La scuola sarebbe invece il canale preferito dal quale ricevere informazioni sulla sessualità. La maggioranza dei ragazzi vorrebbero però essere informati non dai propri insegnanti, ma da personale esperto esterno alla scuola.

Un dato preoccupante riguarda la scarsa conoscenza sulle malattie e infezioni sessualmente trasmissibili: molti ignorano che malattie come sifilide, gonorrea, clamidia si trasmettono attraverso i rapporti sessuali. E circa il 20% ritiene che per proteggersi basti utilizzare la pillola, il cerotto anticoncezionale o l'anello vaginale.

Un ragazzo su tre ha dichiarato di avere avuto rapporti sessuali completi, nel 10% dei casi senza alcuna precauzione. Tutti dichiarano di conoscere metodi anticoncezionali come pillola e profilattico, ma questo viene impiegato dal 70% dei ragazzi (al primo rapporto e negli ultimi 3 mesi). Altri metodi contraccettivi sono il coito interrotto in 1 caso su 4, e il calcolo dei giorni fertili (11%).
Pochissimi però i ragazzi che si rivolgono al consultorio, che anzi risulta un'istituzione sconosciuta; il 29% dei ragazzi e il 16% delle ragazze non sa cosa siano.

Tra adulti e ragazzi più grandi emerge una scarsa consapevolezza circa il ruolo dell'età sulla fertilità; il 40% degli studenti universitari pensa che la fertilità maschile non si riduca mai. Non vanno meglio le cose tra gli adulti, oltre il 40% crede che ciò accada solo dopo i 40 anni o con l'avvento della menopausa.


Stefania Cifani



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