22 marzo 2019
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"Le intolleranze alimentari non esistono". Ecco perché.
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In questa intervista Attilio Speciani, allergologo e immunologo clinico, spiega che per mantenere benessere e salute occorre controllare le tre vie dell'infiammazione da cibo.
Esiste uno stretto rapporto tra nutrizione e benessere e c'è la diffusa convinzione che l'assunzione di alcuni alimenti possa portare a disturbi generali quali colite, emicrania, alterazioni ormonali, artrite, malattie autoimmuni e alterazioni del metabolismo. L'immunologia moderna ha però trasformato questi sospetti in fatti accertati e documentati da evidenze scientifiche, spiegando che quando il naturale e fisiologico rapporto con il cibo si altera, per eccessi alimentari o per la ripetuta introduzione di un cibo, si generano segnali infiammatori misurabili che inducono e mantengono molte malattie. Oggi invece, le evidenze scientifiche ci parlano di sole due intolleranze reali.
L'intolleranza immunologica al glutine, cioè la celiachia, e la reazione biochimica al lattosio (che non genera infiammazione). Il termine di "intolleranza", per qualsiasi altra condizione, è scientificamente scorretto e genera confusione. Qualsiasi altro tipo di reazione correlata al cibo non può essere definita come intolleranza, come spiego nel mio nuovo libro "Le intolleranze alimentari non esistono".
Quando si verifica una reazione legata all’assunzione di determinati cibi, è corretto escluderli dalla propria quotidianità?
No e faccio un esempio molto semplice. Ogni neonato, attraverso il processo dello svezzamento, ha la necessità di costruire e poi mantenere un rapporto naturale e fisiologico con quasi tutti i tipi di alimenti, in modo da usare l'energia che questi contengono.Quando questa naturale relazione si deteriora, il contatto eccessivo o ripetuto con quel cibo o con quel gruppo di alimenti provoca infiammazione e, a cascata, tutti sintomi che ne derivano. E dobbiamo ricordare che quest'alterato rapporto tra cibo e salute, attivato dall'infiammazione, non indica in nessun modo un'allergia né qualcosa che gli assomigli.
Torniamo a parlare del glutine: perché oggi viene visto come un "nemico" e viene eliminato da molti prodotti?
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Perché le intolleranze alimentari rappresentano il passato?
Esiste uno stretto rapporto tra nutrizione e benessere e c'è la diffusa convinzione che l'assunzione di alcuni alimenti possa portare a disturbi generali quali colite, emicrania, alterazioni ormonali, artrite, malattie autoimmuni e alterazioni del metabolismo. L'immunologia moderna ha però trasformato questi sospetti in fatti accertati e documentati da evidenze scientifiche, spiegando che quando il naturale e fisiologico rapporto con il cibo si altera, per eccessi alimentari o per la ripetuta introduzione di un cibo, si generano segnali infiammatori misurabili che inducono e mantengono molte malattie. Oggi invece, le evidenze scientifiche ci parlano di sole due intolleranze reali.
Quali sono?
L'intolleranza immunologica al glutine, cioè la celiachia, e la reazione biochimica al lattosio (che non genera infiammazione). Il termine di "intolleranza", per qualsiasi altra condizione, è scientificamente scorretto e genera confusione. Qualsiasi altro tipo di reazione correlata al cibo non può essere definita come intolleranza, come spiego nel mio nuovo libro "Le intolleranze alimentari non esistono".
Quando si verifica una reazione legata all’assunzione di determinati cibi, è corretto escluderli dalla propria quotidianità?
No e faccio un esempio molto semplice. Ogni neonato, attraverso il processo dello svezzamento, ha la necessità di costruire e poi mantenere un rapporto naturale e fisiologico con quasi tutti i tipi di alimenti, in modo da usare l'energia che questi contengono.Quando questa naturale relazione si deteriora, il contatto eccessivo o ripetuto con quel cibo o con quel gruppo di alimenti provoca infiammazione e, a cascata, tutti sintomi che ne derivano. E dobbiamo ricordare che quest'alterato rapporto tra cibo e salute, attivato dall'infiammazione, non indica in nessun modo un'allergia né qualcosa che gli assomigli.
Torniamo a parlare del glutine: perché oggi viene visto come un "nemico" e viene eliminato da molti prodotti?
Oggi l'eccessiva attenzione data al glutine è sicuramente una moda. Molte persone con la sindrome del colon irritabile (una forma di colite), hanno davvero la necessità di controllare la quantità di glutine nella loro alimentazione.
Ma con la sola eccezione della malattia celiaca, il glutine (come ogni altro alimento) non è un nemico e non va mai eliminato dalla propria dieta. Anche in caso di sintomi correlati al glutine, il cammino verso la buona salute si realizza attraverso un processo di svezzamento "adulto", che consente di ricostruire il fisiologico rapporto con gli alimenti sia nel caso del glutine sia per qualsiasi altro cibo.
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