Bambini e cavalli: i benefici dell’ippoterapia
Secondo la definizione del Ministero della salute (2015) la terapia assistita con il cavallo "rappresenta un intervento a valenza terapeutica finalizzato alla cura di disturbi della sfera fisica, neuro e psicomotoria, cognitiva, emotiva e relazionale, rivolto a soggetti con patologie fisiche, psichiche, sensoriali o plurime, di qualunque origine".
Nella riabilitazione equestre, che si inserisce nel quadro di altri interventi terapeutici stabiliti a seconda delle vaie malattie, il cavallo svolge la funzione di mediatore terapeutico, sia per gli stimoli motori derivanti dall'andatura sia per le emozioni che montare a cavallo suscita nel bambino.
Benefici della riabilitazione equestre
Il cavallo, sia da fermo che in movimento, offre infatti alla persona che lo cavalca la possibilità di sperimentare su tutto il corpo un movimento simmetrico, continuo ma variabile. Soprattutto cavalcando al passo, il cavallo fornisce stimoli che migliorano vari aspetti:
- la propriocezione, cioè la capacità di localizzare una parte del corpo nello spazio, senza la necessità del controllo visivo;
- la dimensione vestibolare, che permette di osservare e percepire un corpo in movimento nello spazio o un corpo fisso, mentre il corpo è in movimento;
- l'equilibrio del tronco, in quanto la persona deve continuamente aggiustare il proprio baricentro e attivare la muscolatura anteriore e posteriore del tronco per rimanere in assetto corretto, allineato e rilassato a livello simmetrico. La postura assunta dal paziente a cavallo stimola l'allineamento capo-tronco-bacino.
L'atto di andare a cavallo, e l'interazione con l'animale e l'ambiente circostante, offrono al paziente stimolazioni sensoriali, tattili e visive, intense. Questo facilita lo sviluppo di autonomie ed abilità, aiuta a elaborare le emozione aggressive e consente di "sperimentare l'empatia".
La conduzione del cavallo, inoltre, richiede la partecipazione attiva del soggetto disabile in termini di coordinazione e armonia dei movimenti, migliorandone anche il livello di autostima.
Nel caso di disabilità, il rapporto che il bambino instaura con il cavallo contribuisce a migliorare le capacità relazionali. Questo avviene sia durante la seduta terapeutica sia attraverso la cura del cavallo: alimentazione, pulizia e cura dei finimenti sono attività che il bambino svolte con l'assistenza del personale addetto e che rappresentano una terapia occupazionale vera e propria.
Quando è indicata
La riabilitazione equestre è indicata nei seguenti casi:
- disturbi dello spettro autistico;
- disabilità intellettiva;
- disturbo da deficit di attenzione e iperattività;
- paralisi cerebrali infantili;
- malattie neuromuscolari;
- disturbi emotivi dell' età evolutiva;
- postumi di ustioni.
- Ippoterapia
Finalizzata alla rieducazione posturale-propriocettiva. Vengono sfruttate le qualità dinamiche del cavallo al passo, in questo caso utilizzato senza sella. - Rieducazione equestre
Finalizzata all'acquisizione di abilità cognitive e prassiche (ossia di compiere correttamente gesti coordinati e diretti a un fine preciso) prevede l'utilizzo di sella e redini. Il paziente viene quindi avviato alla conduzione autonoma del cavallo. - Rieducazione equestre di gruppo
Finalizzata alle abilità di tipo cognitivo e relazionale. Viene rivolta a soggetti che, avendo acquisito autonomia col cavallo, sono in grado di interagire col gruppo.
A Milano, presso l'ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda è attivo dal 1981 il Centro di riabilitazione equestre Vittorio di Capua, accessibile attraverso il Servizio Sanitario Nazionale, che accoglie bambini e ragazzi dai 18 mesi ai 12 anni e che si rivolge anche a bambini normodotati.
Stefania Cifani
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