21 marzo 2016
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Medicina antiaging: il ruolo degli ormoni bioidentici
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La medicina antiaging non deve essere confusa con la medicina estetica finalizzata a migliorare l'aspetto superficiale della cute e annessi ma, pur tenendo in considerazione anche questi aspetti, è soprattutto rivolta alla prevenzione delle malattie croniche degenerative che aumentano di frequenza con il passare degli anni: malattie cardiovascolari, diabete, tumori, artropatie, Alzheimer e Parkinson, osteoporosi, sarcopenia, obesità viscerale, ecc. L'approccio della medicina antiaging è incentrato soprattutto sull'aspetto preventivo tramite stili di vita corretti che comprendono una corretta alimentazione e integrazione alimentare, adeguata attività fisica, gestione dello stress e brain- training. Nonostante ciò, a causa dell'ineluttabile invecchiamento a livello cellulare e per fattori ambientali responsabili della regolazione epigenetica sul genoma quali fumo, radiazioni, inquinamento, pesticidi, carenza di sonno, farmaci, una delle funzioni che maggiormente riduce la sua capacità è quella neuroendocrina e ciò comporta un decadimento o comunque uno squilibrio della produzione di neurotrasmettitori e ormoni necessari al perfetto funzionamento dell'organismo. Questo ha portato i medici antiaging a prendere in considerazione l'uso degli ormoni per ripristinare quei livelli ottimali che normalmente sono associati a una migliore sensazione di benessere, qualità della vita e prevenzione delle malattie croniche degenerative. Prima di iniziare una breve e succinta trattazione degli ormoni utilizzati nella terapia antiaging, tengo a precisare che la medicina antiaging si avvale di ormoni cosiddetti bioidentici in contrapposizione con quelli normalmente usati per la contraccezione e per la "normale" terapia sostitutiva in menopausa che usano ormoni che hanno una struttura molecolare differente dall'ormone naturale che dà loro normalmente più potenza, ma anche più effetti collaterali, e che permette alle case farmaceutiche di brevettarli. In realtà la definizione ormone bioidentico è un po' controversa perché al momento non ci sono prove scientifiche della loro effettiva identicità dal punto di vista strutturale agli ormoni umani endogeni, però molte indicazioni che derivano dalla loro cinetica, dai loro effetti sull'organismo, dalla successiva produzione di metaboliti, depongono a favore di ciò. Vediamo ora quali sono gli ormoni più frequentemente usati nella medicina Antiaging.
- DHEA o Deidroepiandrosterone: il DHEA è un ormone surrenalico precursore sia per gli androgeni (testosterone), sia per gli estrogeni (estradiolo) . Con il progredire degli anni i livelli di DHEA calano e ad 80 anni sono circa il 20% di quelli di un giovane adulto. Il DHEA ha un effetto antidepressivo, antiastenico, dimagrante, anticatabolico (contrasta gli effetti negativi del cortisolo) e stimola il sistema immunitario. Negli USA non è considerato un farmaco ed è venduto come integratore alimentare.
- PREGNENOLONE: è il precursore di tutti gli ormoni steroidei e quindi si può convertire in svariati ormoni e neurosteroidi. È sintetizzato a partire dal colesterolo e la sua produzione endogena cala a partire dal 35° anno di età fino ad arrivare a una riduzione del 60% all'età di 75 anni. Il pregnenolone fungendo anche da neurotrasmettitore, migliora la memoria e la qualità del sonno, inoltre è dotato di un effetto antinfiammatorio su varie malattie reumatologiche. Negli USA è venduto come integratore.
- TESTOSTERONE: è ormai risaputo che i livelli di testosterone calano a partire dai 40- 50 anni. Questo calo del testosterone è associato ad un declino delle capacità fisiche, sessuali e cognitive e nell'uomo e predispone alle malattie cardiovascolari, all'ipertrofia prostatica e alla sindrome metabolica con aumento del grasso viscerale. La somministrazione di testosterone migliora la libido, la forza dell'erezione, la massa muscolare, la forza, diminuisce il tessuto adiposo ed aumenta la densità ossea, oltre a migliorare la capacità decisionale e la memoria.
- ESTROGENI: gli estrogeni giocano un ruolo molto importante nel mantenere lo stato di benessere e di salute nella donna. Se l'uso della terapia sostitutiva ormonale con ormoni non bioidentici è stata ridimensionata in quanto associata ad un aumento del tumore al seno (anche se comunque riduce l'incidenza del tumore al colon, dell'Alzheimer e delle fratture dell'anca), i dati in nostro possesso ad oggi sulle terapie con ormoni bioidentici che contengono anche l'estriolo e non il solo estradiolo, sembra abbiano cambiato questa prospettiva, diminuendo addirittura il rischio del tumore al seno. La via preferenziale di somministrazione degli estrogeni bioidentici è transdermica.
- PROGESTERONE: il progesterone è l'ormone femminile che deve essere bilanciato con gli estrogeni. Le sue funzioni riguardano soprattutto il metabolismo osseo e cerebrale. Una carenza di progesterone si può verificare già nella perimenopausa cioè in quella fase, che può essere di molti anni, precedente la menopausa. In questo caso la produzione estrogenica porta a sintomi quali insonnia, ansia, ritenzione idrica, aumento di peso. Spesso si può ovviare a queste situazioni semplicemente assumendo il progesterone dal 14° al 28° giorno del ciclo. In menopausa il progesterone è addirittura in grado di invertire l'osteoporosi e ha un effetto preventivo nei confronti del tumore al seno.
- MELATONINA: la melatonina è un ormone che regola i ritmi circadiani del corpo e di conseguenza anche la produzione ormonale delle varie ghiandole endocrine che sono soggette a un ritmo circadiano. Funge quindi un po' come direttore d'orchestra delle ghiandole endocrine e inoltre è intrinsecamente dotato di un forte potere antiossidante. La melatonina è dotata di capacità immunostimolante e favorisce il sonno, particolarmente utile per la sindrome del jet- lag (cambio di fuso orario), ma consigliabile anche ai turnisti. I suoi livelli decrescono con l'invecchiamento ed è disponibile in commercio come integratore al dosaggio di 1mg.
- GH (o ormone della crescita) : la produzione di GH raggiunge il picco durante la pubertà e poi comincia a calare; dopo i 40 anni cala circa del 14% ogni decade. Il calo del GH favorisce un cambiamento della composizione corporea con aumento della massa grassa e diminuzione della massa muscolare oltre che un rilassamento cutaneo e relativa perdita di elasticità. La somministrazione di GH esogeno negli anziani ha portato a un miglioramento della composizione corporea e nel metabolismo osseo ed un appianamento delle rughe a livello cutaneo. Dato che il GH agisce soprattutto tramite lo stimolo della produzione dell'IGF- 1 a livello epatico e l'IGF- 1 è un fattore di crescita favorente la proliferazione di cellule tumorali, prima di iniziare una terapia con il GH, è opportuno controllare i markers tumorali.
Come possiamo vedere la lotta contro l'invecchiamento passa senz'altro attraverso una efficace modulazione ormonale che deve partire soprattutto dai corretti stili di vita (attività fisica in primis) ma che può anche utilizzare terapie ormonali mirate e spesso in sinergia per ottimizzare le capacità funzionali dell'organismo.
Massimo Spattini
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