18 gennaio 2021
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Stress, perché colpisce più le donne? Scopriamo le cause
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Nel parlato comune si è soliti attribuire allo stress un significato esclusivamente negativo. Un fattore che turba la serenità e causa malessere e disturbi psicofisici. Eppure esiste anche lo stress "buono". Lo stress è una reazione dell'organismo, che si verifica quando le condizioni esterne cambiano, e permette di reagire, adattarsi e, se necessario, trovare la soluzione del problema.
«Questa reazione parte dal cervello quando ci si trova di fronte a un imprevisto. Una situazione inattesa attiva, infatti, un meccanismo a catena secondo il quale le informazioni arrivano all'ipotalamo che attiva l'ipofisi. Questa a sua volta attiva il surrene, il quale libera cortisolo, l'iniezione di energia che ci consente di reagire con prontezza a un problema. Lo stress buono permette di compiere azioni specifiche che ci fanno superare i problemi ed è quello che ci ha permesso di conservare la specie» spiega Piero Barbanti neurologo, Università San Raffaele di Roma.
Lo stress diventa invece negativo quando la reazione che lo determina non è legata solo al fattore scatenante «ma si attiva per un nonnulla provocando nel tempo un abbassamento della soglia di scatenamento dello stress».
Quando il processo di sollecitazione ormonale si prolunga il cortisolo provoca danni di tipo infiammatorio e ossidativo all'organismo. Si instaura allora una risposta fisiologica continua: l'attivazione ormonale produce un accumulo tossico di adrenalina e cortisolo, con conseguente aumento della vigilanza, e alterazione di pressione arteriosa, glicemia, grassi presenti nel sangue.
Ecco quindi comparire i sintomi. «I campanelli di allarme sono rappresentati da quei sintomi che non hanno una base organica consistente, sono generalmente vaghi, non dimostrabili e persistenti» aggiunge Barbanti. «Spesso il paziente stressato per spiegare la sintomatologia ricorre all'espressione "come se" -ad esempio, come se mi sentissi un peso costante sulla testa, come se sentissi i nervi tesi».
I sintomi più diffusi legati allo stress riguardano l'area celebrale: difficoltà a concentrarsi, sensazione di tensione, sonno non riposante e mal di testa. Altri sintomi, di diversa origine riguardano tensione muscolare, respiro corto e affannato, variazione -o percezione di variazione- del battito cardiaco, bruciore allo stomaco.
La donna è più soggetta a soffrire di stress rispetto all'uomo; alla donna sono spesso delegati più compiti che portano a maggiori situazioni di stress. Ma non solo.
"Oltre a questo, sussiste un meccanismo neurofisiologico: il cervello delle donne va più veloce e sfrutta maggiormente la velocità del cervello in condizioni di necessità, "affaticandolo" di più. L'emisfero destro e quello sinistro sono molto più interconnessi nelle donne rispetto agli uomini" conclude Barbanti.
Quando lo stress perdura è bene non sopportare i sintomi, e reagire.
«Soffrire ricorrentemente di stress, infatti, può portare a quello che viene chiamato disturbo da sintomi somatici o disturbo da ansia di malattia, che una volta veniva definito ipocondria. In questo senso l'automedicazione è importante per distogliere l'attenzione dalle problematiche derivanti dallo stress».
Disturbi come cefalea cattiva digestione, acidità di stomaco, difficoltà con il sonno, fastidi intestinali -diarrea gonfiore dolore- e dolori muscolari possono essere affrontati con farmaci di automedicazione consigliati dal medico o dal farmacista ma nel caso si soffra di stress per 10-15 giorni consecutivi, è importante rivolgersi al proprio medico.
In questo processo di contrasto degli effetti negativi dello stress è importante anche l'alimentazione.
«Per prevenire le situazioni di stress, alcol e caffè sono sicuramente da limitare. Essi sono infatti i due più potenti e antichi psicofarmaci della storia: il primo "si insinua" nel cervello, il secondo è un potente psicostimolante. Infine, stress vuol dire infiammazione: per una dieta anti-stress è bene limitare tutti i cibi contenenti grassi saturi che aumentano i livelli d'infiammazione. In questo senso seguire una buona dieta mediterranea è il miglior antidoto».
Stefania Cifani
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
«Questa reazione parte dal cervello quando ci si trova di fronte a un imprevisto. Una situazione inattesa attiva, infatti, un meccanismo a catena secondo il quale le informazioni arrivano all'ipotalamo che attiva l'ipofisi. Questa a sua volta attiva il surrene, il quale libera cortisolo, l'iniezione di energia che ci consente di reagire con prontezza a un problema. Lo stress buono permette di compiere azioni specifiche che ci fanno superare i problemi ed è quello che ci ha permesso di conservare la specie» spiega Piero Barbanti neurologo, Università San Raffaele di Roma.
Lo stress diventa invece negativo quando la reazione che lo determina non è legata solo al fattore scatenante «ma si attiva per un nonnulla provocando nel tempo un abbassamento della soglia di scatenamento dello stress».
Quando il processo di sollecitazione ormonale si prolunga il cortisolo provoca danni di tipo infiammatorio e ossidativo all'organismo. Si instaura allora una risposta fisiologica continua: l'attivazione ormonale produce un accumulo tossico di adrenalina e cortisolo, con conseguente aumento della vigilanza, e alterazione di pressione arteriosa, glicemia, grassi presenti nel sangue.
Ecco quindi comparire i sintomi. «I campanelli di allarme sono rappresentati da quei sintomi che non hanno una base organica consistente, sono generalmente vaghi, non dimostrabili e persistenti» aggiunge Barbanti. «Spesso il paziente stressato per spiegare la sintomatologia ricorre all'espressione "come se" -ad esempio, come se mi sentissi un peso costante sulla testa, come se sentissi i nervi tesi».
I sintomi più diffusi legati allo stress riguardano l'area celebrale: difficoltà a concentrarsi, sensazione di tensione, sonno non riposante e mal di testa. Altri sintomi, di diversa origine riguardano tensione muscolare, respiro corto e affannato, variazione -o percezione di variazione- del battito cardiaco, bruciore allo stomaco.
Le donne sono più soggette a soffrire di stress
La donna è più soggetta a soffrire di stress rispetto all'uomo; alla donna sono spesso delegati più compiti che portano a maggiori situazioni di stress. Ma non solo.
"Oltre a questo, sussiste un meccanismo neurofisiologico: il cervello delle donne va più veloce e sfrutta maggiormente la velocità del cervello in condizioni di necessità, "affaticandolo" di più. L'emisfero destro e quello sinistro sono molto più interconnessi nelle donne rispetto agli uomini" conclude Barbanti.
Quando lo stress perdura è bene non sopportare i sintomi, e reagire.
«Soffrire ricorrentemente di stress, infatti, può portare a quello che viene chiamato disturbo da sintomi somatici o disturbo da ansia di malattia, che una volta veniva definito ipocondria. In questo senso l'automedicazione è importante per distogliere l'attenzione dalle problematiche derivanti dallo stress».
Disturbi come cefalea cattiva digestione, acidità di stomaco, difficoltà con il sonno, fastidi intestinali -diarrea gonfiore dolore- e dolori muscolari possono essere affrontati con farmaci di automedicazione consigliati dal medico o dal farmacista ma nel caso si soffra di stress per 10-15 giorni consecutivi, è importante rivolgersi al proprio medico.
Attenzione alla dieta
In questo processo di contrasto degli effetti negativi dello stress è importante anche l'alimentazione.
«Per prevenire le situazioni di stress, alcol e caffè sono sicuramente da limitare. Essi sono infatti i due più potenti e antichi psicofarmaci della storia: il primo "si insinua" nel cervello, il secondo è un potente psicostimolante. Infine, stress vuol dire infiammazione: per una dieta anti-stress è bene limitare tutti i cibi contenenti grassi saturi che aumentano i livelli d'infiammazione. In questo senso seguire una buona dieta mediterranea è il miglior antidoto».
Stefania Cifani
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