Vineis, epidemiologo ambientale: stop al cambiamento climatico

13 luglio 2021
Interviste

Vineis, epidemiologo ambientale: stop al cambiamento climatico



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Lo stato di salute di una popolazione dipende anche dalla interrelazione di clima, ambiente, scelte economiche ed esposizione agli agenti ambientali


Lo stato di salute di una popolazione dipende anche dalla interrelazione di clima, ambiente, scelte economiche ed esposizione agli agenti ambientali, determinando l'insorgenza e la distribuzione delle malattie. Intervista a Paolo Vineis, epidemiologo ambientale e docente presso l'Imperial College di Londra.

Debito ambientale, cognitivo ed economico; una eredità per le future generazioni?

L'umanità si è largamente indebitata con l'ambiente, come dimostrano le ampie ricerche dello Stockholm Resilience Centre: i debiti contratti riguardano non solo il clima, ma anche, per esempio, la biodiversità. Si parla di "debito" nel senso che estraiamo dal pianeta molte più risorse di quante non siano disponibili, e immettiamo sostanze tossiche e rifiuti, basti pensare alle plastiche. Un secondo debito è economico, ben conosciuto ma ancora in parte inesplorato, e riguarda le diseguaglianze sociali. Il suo impatto, per esempio attraverso le generazioni, va ancora compreso appieno. Infine, il debito cognitivo fa riferimento all'impatto dei nuovi media e di Internet sulla popolazione. Su quest'ultimo aspetto la ricerca è ancora scarsa, ma potrebbe rivelarsi molto importante. Conosciamo la punta dell'iceberg, come l'impatto sulla memoria e sull'umore dell'abuso dei social media.

Qual è l'importanza della biodiversità?

La biodiversità è essenziale da molti punti di vista. In primo luogo, la natura è fonte di molecole che stanno alla base di nuovi farmaci. Inoltre, una riduzione delle specie edibili nella nostra alimentazione, con pochi tipi di verdure e di animali, comporta un impoverimento che influisce sulla salute. Infine, la biodiversità svolge una funzione "cuscinetto" sulla possibilità di "salti di specie" da parte di nuovi virus emergenti. La presenza nell'ambiente di una molteplicità di specie, e la varietà genetica entro singole specie, riduce infatti la probabilità che si selezionino ceppi virali capaci di arrivare all'uomo.

Esiste una relazione tra ambiente e salute, e quali sono gli effetti del cambiamento climatico sulla salute?

Il cambiamento climatico ha molteplici effetti sulla salute, molti dei quali probabilmente non sono ancora stati identificati. Tra i più noti vi sono quelli diretti, come le morti premature da ondate di calore o da alluvioni, oppure quelli indiretti come la diffusione di malattie infettive da cambiamento di habitat dei vettori come le zanzare. Citerei anche l'ipertensione dovuta alla salinizzazione dell'acqua, che ho studiato in Bangladesh.

Quali azioni potrebbero essere messe in atto per contrastare questo fenomeno?

Certamente dovrebbe essere attuata una incisiva e rapida azione di mitigazione, cioè di abbattimento delle emissioni di gas serra, come previsto dalle Conferenze delle Parti delle Nazioni Unite. Ma anche un incremento dell'adattamento delle popolazioni alle condizioni create dal cambiamento climatico.

Che cos'è il Green new deal europeo, e come può avere un ruolo sul debito ambientale?

Si tratta di un ampio e ambizioso, ma inevitabile, programma per la rigenerazione dell'ambiente a seguito dei danni provocati, come il cambiamento climatico. Comprende una serie di azioni e misure, appositamente finanziate ma ancora delineate solo per sommi capi, che riguardano tutti i settori della vita e della produzione, dal cibo, ai trasporti.

Può fare qualche esempio?

Per esempio, gli investimenti nei trasporti hanno diverse ricadute potenziali importanti, sia per l'ambiente -con la riduzione delle emissioni dalle auto, diminuzione dell'inquinamento, mitigazione del cambiamento climatico-, sia per la salute umana. Non solo per il minore inquinamento, ma anche per la promozione della mobilità attiva, e dunque dell'attività fisica. Un altro esempio è costituito dagli interventi sull'agricoltura, finalizzati a ridurre le emissioni di metano dagli allevamenti, e al tempo stesso a migliorare la qualità dell'alimentazione umana.

Quali sono secondo la sua opinione, le azioni che andrebbero intraprese subito per intervenire sulle conseguenze del cambiamento climatico?

È necessario intraprendere un ampio spettro di azioni a tutti i livelli, da una modifica dei consumi, per esempio riducendo i consumi di carne e praticando un uso meno esteso dell'automobile, alla produzione di energia, attraverso l'eliminazione del carbone e la sostituzione dei combustibili fossili con fonti rinnovabili. Per rispettare gli accordi di Parigi, recentemente aggiornati nella COP25, dobbiamo pensare a investimenti ingenti, i cui risultati ambientali ed economici saranno visibili solamente nel medio-lungo periodo.

Stefania Cifani

Fonte: Punto Effe



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