Vaiolo delle scimmie: attenzione agli animali infetti

02 giugno 2022
Aggiornamenti e focus

Vaiolo delle scimmie: attenzione agli animali infetti



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Il Ministero della Salute pubblica un aggiornamento sull'andamento dell'infezione del vaiolo delle scimmie sia a livello europeo che mondiale, confermando le principali modalità di contagio interumano (droplet e contatto stretto), indicando quali misure di prevenzione adottare e quali accorgimenti per evitare contatti a rischio.

Tra la sintomatologia acclarata si segnalano: in fase inziale una combinazione di febbre, mialgia, astenia e cefalea, dopo circa tre giorni dal sito dell'infezione primaria inizia un'eruzione maculopapulare centrifuga che tende a diffondersi rapidamente ad altre parti del corpo, sebbene questa non sia la regola. Da segnalare che nell'attuale outbreak, la distribuzione è atipica: predominano le lesioni genitali, le lesioni cutanee non seguono una distribuzione precisa e l'eruzione è asincrona. La principale caratteristica differenziale dell'infezione da MPXV è la comparsa di linfoadenopatia.

Gli scoiattoli ospiti idonei del poxvirus


Per quanto attiene gli animali, il Ministero precisa che: "Attualmente, si conosce poco sull'idoneità delle specie animali europee peri-domestiche (mammiferi) a fungere da ospite per il virus del vaiolo delle scimmie. Tuttavia, si sospetta che i roditori, e in particolare le specie della famiglia degli Sciuridae (scoiattoli), siano ospiti idonei, più dell'uomo, e la trasmissione dall'uomo agli animali (da compagnia) è quindi teoricamente possibile. Un tale evento di spill-over potrebbe in ultima analisi portare il virus a stabilirsi nella fauna selvatica europea e la malattia a diventare una zoonosi endemica". Per tale motivo, tra le misure di sorveglianza destinate a chi abbia avuto un contatto stretto con una persona infetta, l'ECDC prevede che venga evitato il contatto con animali domestici (mammiferi) per 21 giorni o fino all'esclusione dell'MPX. In merito alla strategia di monitoraggio e contenimento, il Ministero ricorda infine che gli obiettivi chiave "nel contesto attuale consistono nell'identificare rapidamente i casi, i cluster e le fonti di infezione il prima possibile al fine di fornire un'assistenza clinica ottimale, isolare i casi per prevenire un'ulteriore trasmissione, identificare e gestire i contatti e adottare metodi efficaci di controllo e prevenzione basati sulle vie di trasmissione più comunemente identificate". Inoltre, dal momento che in aree non endemiche anche un solo caso costituisce un focolaio, i casi sospetti vanno immediatamente segnalati.

Fonte: Veterinaria33



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