10 giugno 2022
Aggiornamenti e focus, Speciale Tecnologie per la salute
La sanità digitale: potenzialità attuali e future
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Grazie alla telemedicina e ad altre soluzioni digitali è possibile accorciare o addirittura annullare le distanze tra medico e paziente, e la pandemia ha dato una spinta su questo punto cominciando a sfruttare le tecnologie già disponibili. La digitalizzazione sanitaria è però anche la risposta all'impossibilità di sostenere economicamente l'attuale medicina reattiva, con un nuovo approccio e una nuova organizzazione sanitaria.
Di questo si è parlato si è parlato nel corso di Roche Now, il digital talk firmato Roche Italia.
Tre sono le aree di maggiore impatto della sanità digitale: la prima riguarda l'ambito clinico e permette di efficientare le prestazioni del sistema sanitario riducendo praticamente a zero gli spostamenti sia del personale sia del paziente durante la fase di monitoraggio e rendendo più efficaci le prestazioni del personale sanitario. La seconda area è incentrata sulla sanità pubblica e garantisce equità e contrasto alla disuguaglianza. Infatti, la digitalizzazione in un ambito come quello sanitario permettere di rendere i servizi più uniformi sul territorio nazionale colmando lacune dove oggi i servizi risultano meno efficaci, per esempio nel mezzogiorno, ma anche nei comuni rurali distanze dalle metropoli e nelle isole. Una terza area di impatto è legata all'emergenza sanitaria e consente di proteggere le preziose risorse mediche dall'esposizione al rischio, preservandone il più possibile dal contatto diretto con il paziente, ma permettendo loro di monitorare la salute dei pazienti consentendo la tempestività degli interventi con una conseguente diminuzione della letalità e del sovraccarico del sistema sanitario nazionale.
La digitalizzazione della salute pubblica va vista quindi come lo strumento ideale per esercitare prevenzione appropriatezza e risparmio, apportando miglioramenti sostanziali sia in termini di gestione dei pazienti che consentendo una diminuzione della spesa.
«La medicina digitale permette di trasporre la vita clinica di un paziente dalla carta al supporto digitale, mentre la telemedicina offre la possibilità di seguire in remoto il paziente senza averlo fisicamente in ambulatorio, per delle visite di controllo o per attività di diagnostica anche sofisticata, se sono disponibili strumenti adeguati» ha spiegato Giorgio Casati, Direttore generale della ASL Roma due, durante il talk. «I benefici per i pazienti sono prima di tutto che il medico può disporre di tutti i dati clinici diagnostici e terapeutici senza che debbano essere raccontati. Oltre anche la possibilità di fare visite di controllo senza muoversi da casa. Un altro vantaggio della medicina digitale è quella di favorire la multidisciplinarietà, con la facilitazione della condivisione di dati e con la possibilità di fare un teleconsulto con un collega che risiede anche a chilometri di distanza. Purtroppo ad oggi la diffidenza porta a considerare la telemedicina come una medicina di serie B».
Oltre alle potenzialità vi sono delle problematiche che «si riscontrano nell'organizzazione dei servizi che deve essere precisa e adatta alle esigenze del territorio ma a quelle del singolo paziente, se si vuole una personalizzazione della cura» ha spiegato Francesco Gabbrielli, Direttore Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell'Istituto Superiore di Sanità.
Sanità digitale: un percorso diagnostico e terapeutico personalizzato per il paziente
«Un esempio positivo di digitalizzazione sanitaria è l'esperienza fatta presso la Asl di Latina» ha spiegato Casati «si tratta di una piattaforma che consente di arruolare i pazienti dalla medicina generale, inquadrarli, e trasformare tutti i piani di cura in un percorso individuale che oltre a valutare le caratteristiche cliniche, prende in esame anche quelle personali. Questa piattaforma ha consentito durante la pandemia di gestire anche i pazienti COVID-19 a domicilio. Ne sono stati gestiti 2200, da inizio pandemia a gennaio 2022: di questi nessuno è deceduto, il 10% è stato ricoverato, ma nessuno ha necessitato della terapia intensiva».
Nel prossimo futuro, certamente la tecnologia non sostituirà il medico, ma sarà di grande supporto agli operatori che sapranno conoscerla e sfruttarla. «La medicina del futuro, utilizzerà la tecnologia per incrociare i dati provenienti da più fonti, e sarà in grado di utilizzarla per personalizzare percorsi diagnostici e terapie» ha concluso Gabbrielli.
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Di questo si è parlato si è parlato nel corso di Roche Now, il digital talk firmato Roche Italia.
Sanità digitale: ambito clinico, sanità pubblica ed emergenza sanitaria
Tre sono le aree di maggiore impatto della sanità digitale: la prima riguarda l'ambito clinico e permette di efficientare le prestazioni del sistema sanitario riducendo praticamente a zero gli spostamenti sia del personale sia del paziente durante la fase di monitoraggio e rendendo più efficaci le prestazioni del personale sanitario. La seconda area è incentrata sulla sanità pubblica e garantisce equità e contrasto alla disuguaglianza. Infatti, la digitalizzazione in un ambito come quello sanitario permettere di rendere i servizi più uniformi sul territorio nazionale colmando lacune dove oggi i servizi risultano meno efficaci, per esempio nel mezzogiorno, ma anche nei comuni rurali distanze dalle metropoli e nelle isole. Una terza area di impatto è legata all'emergenza sanitaria e consente di proteggere le preziose risorse mediche dall'esposizione al rischio, preservandone il più possibile dal contatto diretto con il paziente, ma permettendo loro di monitorare la salute dei pazienti consentendo la tempestività degli interventi con una conseguente diminuzione della letalità e del sovraccarico del sistema sanitario nazionale.
La digitalizzazione della salute pubblica va vista quindi come lo strumento ideale per esercitare prevenzione appropriatezza e risparmio, apportando miglioramenti sostanziali sia in termini di gestione dei pazienti che consentendo una diminuzione della spesa.
Sanità digitale: un vantaggio per il paziente
«La medicina digitale permette di trasporre la vita clinica di un paziente dalla carta al supporto digitale, mentre la telemedicina offre la possibilità di seguire in remoto il paziente senza averlo fisicamente in ambulatorio, per delle visite di controllo o per attività di diagnostica anche sofisticata, se sono disponibili strumenti adeguati» ha spiegato Giorgio Casati, Direttore generale della ASL Roma due, durante il talk. «I benefici per i pazienti sono prima di tutto che il medico può disporre di tutti i dati clinici diagnostici e terapeutici senza che debbano essere raccontati. Oltre anche la possibilità di fare visite di controllo senza muoversi da casa. Un altro vantaggio della medicina digitale è quella di favorire la multidisciplinarietà, con la facilitazione della condivisione di dati e con la possibilità di fare un teleconsulto con un collega che risiede anche a chilometri di distanza. Purtroppo ad oggi la diffidenza porta a considerare la telemedicina come una medicina di serie B».
Oltre alle potenzialità vi sono delle problematiche che «si riscontrano nell'organizzazione dei servizi che deve essere precisa e adatta alle esigenze del territorio ma a quelle del singolo paziente, se si vuole una personalizzazione della cura» ha spiegato Francesco Gabbrielli, Direttore Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell'Istituto Superiore di Sanità.
Sanità digitale: un percorso diagnostico e terapeutico personalizzato per il paziente
«Un esempio positivo di digitalizzazione sanitaria è l'esperienza fatta presso la Asl di Latina» ha spiegato Casati «si tratta di una piattaforma che consente di arruolare i pazienti dalla medicina generale, inquadrarli, e trasformare tutti i piani di cura in un percorso individuale che oltre a valutare le caratteristiche cliniche, prende in esame anche quelle personali. Questa piattaforma ha consentito durante la pandemia di gestire anche i pazienti COVID-19 a domicilio. Ne sono stati gestiti 2200, da inizio pandemia a gennaio 2022: di questi nessuno è deceduto, il 10% è stato ricoverato, ma nessuno ha necessitato della terapia intensiva».
Nel prossimo futuro, certamente la tecnologia non sostituirà il medico, ma sarà di grande supporto agli operatori che sapranno conoscerla e sfruttarla. «La medicina del futuro, utilizzerà la tecnologia per incrociare i dati provenienti da più fonti, e sarà in grado di utilizzarla per personalizzare percorsi diagnostici e terapie» ha concluso Gabbrielli.
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