Bambini autistici: un dispositivo indossabile può prevedere gli episodi di aggressività
Secondo uno studio su JAMA Open Network coordinato da Matthew Goodwin, della Northeastern University di Boston, la tecnologia basata su biosensori indossabili con apprendimento automatico (machine learning) può essere utilizzata nei giovani con autismo ricoverati in ospedale per prevedere comportamenti aggressivi imminenti prima che si verifichino. Per giungere a queste conclusioni i ricercatori hanno utilizzato biosensori da polso disponibili in commercio in grado di registrare i segnali fisiologici periferici come il movimento, la frequenza cardiaca, la temperatura della superficie della pelle e la sudorazione. Lo scopo era proporre uno strumento utile a segnalare livelli di stress in aumento fino al punto di sfociare in episodi aggressivi.
«L'autismo, tra i disturbi infantili più comuni, si verifica in 1 bambino su 36, e i comportamenti aggressivi intesi come autolesionismo, capricci, crisi di nervi, distruzione di proprietà e aggressione verso gli altri interessa l'80% circa dei bambini e degli adolescenti autistici, collocandosi tra le cause più comuni di bisogno di assistenza sanitaria comportamentale» spiegano gli autori dello studio, cui hanno preso parte 70 ragazzi autistici di età tra 5 e 19 anni ricoverati in 4 ospedali psichiatrici, di cui quasi metà era minimamente verbale e il 42,8% aveva disabilità intellettive.
Durante la degenza ospedaliera, compresa tra 8 a 201 giorni, sono state registrate un totale di 429 sessioni di osservazione per un totale di 497 ore, che hanno documentato 6.665 comportamenti aggressivi: autolesionismo (59,8%), disregolazione emotiva (31%) e aggressività verso altre persone (9,3%). E l'analisi dei dati dimostra che i dati registrati dal biosensore indossabile permettono di prevedere la comparsa di un comportamento aggressivo 3 minuti prima dell'esordio. «Questi risultati potrebbero aprire la strada allo sviluppo di tecnologie con intervento adattivo just-in-time che consentirebbero nuove opportunità di intervento preventivo» spiega Goodwin. E conclude: «Concentrando gli studi futuri sulla riduzione dell'imprevedibilità del comportamento aggressivo, prevediamo che questo progetto di ricerca potrebbe consentire ai giovani ricoverati con autismo una migliore partecipazione ai programmi scolastici e di comunità».
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