Mocali (Airalzh): Alzheimer, una sfida da vincere con l’aiuto della ricerca

21 settembre 2023
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Mocali (Airalzh): Alzheimer, una sfida da vincere con l’aiuto della ricerca



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In Italia si stima che le persone colpite da demenze siano 1,4 milioni e di queste oltre 600.000 soffrono di Alzheimer. Dica33 ha intervistato su questo argomento la professoressa Alessandra Mocali, Ricercatore in Patologia Generale, sez. Patologia e Oncologia Sperimentali, Università degli Studi di Firenze, Presidente di Airalzh Onlus l'Associazione Italiana Ricerca sull'Alzheimer.



La malattia di Alzheimer


La malattia di Alzheimer è la forma di demenza senile più diffusa, caratterizzata dalla perdita graduale e inarrestabile delle funzioni cerebrali. Alla base della malattia vi è una lenta e progressiva degenerazione dei neuroni in tutte le aree della corteccia cerebrale.

Arte come cura e nuove metodologie non invasive


Per cercare di arginare gli effetti devastanti causati dalla malattia di Alzheimer, Airalzh sta lavorando su vari ambiti di ricerca. La terapia, con l'individuazione di farmaci e metodologie atte a rallentare il decorso della malattia, la diagnosi precoce, l'approccio alternativo nel controllo dei disturbi comportamentali con la stimolazione elettrica a correnti alternate e l'arte come cura. 

Stimolazione elettrica a correnti alternate

Uno di questi approcci è la stimolazione elettrica a correnti alternate messa a punto dal Dr. Alberto Benussi, Ricercatore Airalzh presso la Clinica Neurologica degli "Spedali Civili" di Brescia, grazie ad uno studio finanziato tramite il Bando AGYR 2020 (Airalzh Grants for Young Researchers). Lo studio prevede la somministrazione di una debole corrente elettrica, applicata nella zona del precuneo, in modo tale da risincronizzare i 'ritmi cerebrali' che, nella malattia di Alzheimer, tendono a 'rallentare'. Tale applicazione, in un gruppo di pazienti, ha indotto un miglioramento delle capacità cognitive rispetto alla stimolazione placebo. Oltre che economica, questa metodologia è molto versatile e potrebbe essere applicata al domicilio dai caregiver dei pazienti, per periodi prolungati, in modo tale da ottenere potenzialmente effetti a lungo termine.


Arte come cura

Ricordi e sentimenti con l'avanzare dell'Alzheimer sono destinati a svanire nella mente del paziente. Amici, famiglia e affetti giorno dopo giorno si cancelleranno, così come quotidianamente svaniscono i ricordi, i nomi ed il sorriso dalle persone malate di Alzheimer. Ma l'arte può essere un aiuto nella cura. Tutto nasce dall'esperienza dei familiari della signora Anna che, con l'insorgere della malattia, aveva cambiato completamente personalità, iniziando a disegnare dalla mattina alla sera. Dopo aver convissuto con l'Alzheimer per ben 18 anni, a 93 anni ha lasciato una singolare eredità ai propri figli: un'enorme quantità di quadernoni, pieni di scritti e di disegni, che i familiari hanno donato ad Airalzh. I disegni sono stati studiati e catalogati, in quanto l'arte può rappresentare una nuova "frontiera" per un percorso di cura in una malattia che, entro il 2050, si prevede colpirà 1 persona su 85 a livello globale, coinvolgendo più di 130 milioni di individui. I pazienti, infatti, tendono a concentrare la loro attenzione sulla scelta dei soggetti da dipingere e sui colori, spesso vivaci, traendone un senso di benessere, di tranquillità e di soddisfazione per l'opera compiuta. Disegnare diventa per loro l'occupazione principale della giornata, quasi a compensare la perdita di memoria, poiché tutto ruota attorno ad un fiore, ad un volto o a tratti curvilinei come arcobaleni. 



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