Vinci Contro il Colesterolo. Previeni l’Infarto, Agisci Prima

30 settembre 2023
Aggiornamenti e focus

Vinci Contro il Colesterolo. Previeni l’Infarto, Agisci Prima



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Presentata a Milano la campagna "Vinci Contro il Colesterolo. Previeni l'Infarto, Agisci Prima". Tra i cittadini è forte la consapevolezza sui rischi cardiovascolari ma ancora carente è l'attenzione agli stili di vita.

«Bisogna far intendere ai cittadini che il colesterolo è ben più che un fattore di rischio per il manifestarsi di eventi cardiovascolari, si tratta di un elemento causale. Allo stesso tempo i valori di colesterolo Ldl non sono da considerare assoluti, vanno sempre valutati non dal paziente stesso ma dal medico di famiglia, perché i medesimi valori possono essere nella norma in determinati soggetti e invece pericolosi per soggetti ipertesi o diabetici. Anche i test fatti in farmacia sono affidabili ma poi devono seguire, da parte del paziente, comportamenti appropriati».

La sintesi è di Alessandro Navazio, vice presidente di Anmco (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri), in un incontro milanese nel quale si parla della campagna "Vinci Contro il Colesterolo. Previeni l'Infarto, Agisci Prima", promossa da Sanofi con il patrocinio di Sic, Fondazione Gise, Fondazione italiana per il cuore e Conacuore. 

Al via un sito tutto dedicato alla dislipidemia, dove trovare le corrette informazioni relative al rischio cardiovascolare legato agli alti livelli di colesterolo Ldl e quelle sui centri medici di riferimento cui rivolgersi in caso di necessità.


Vinci Contro il Colesterolo: non solo statine


Non molto confortanti gli esiti di un'indagine condotta da Swg su un campione di oltre 1.200 cittadini di età compresa tra i 45 e i 74 anni. Ne risulta che in due intervistati su tre prevale un atteggiamento fatalistico: consapevoli sì del fatto che le malattie cardiovascolari siano la principale causa di morte ma allo stesso tempo quasi rassegnati alla possibilità che un evento grave possa capitare, soprattutto a una certa età e in presenza di patologie croniche. Di qui anche una scarsa aderenza alle terapie e una riluttanza a perseguire stili di via adeguati. Sulla scarsa aderenza, fa notare Notazione, influisce anche una certa diffidenza nei confronti delle statine, che invece sono farmaci consolidati e di assoluta affidabilità.

«L'ipercolesterolemia può sempre essere trattata», afferma Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società italiana di cardiologia. «Gli anticorpi monoclonali inibitori della proteina PCSK9 rappresentano una classe di farmaci ormai utilizzata da anni, con i quali abbiamo maturato un'esperienza clinica consolidata che ci permette di affermare la loro sicurezza ed efficacia nel ridurre il livello di colesterolo Ldl di circa il 65%». Da combattere anche il luogo comune secondo cui infarto e ictus siano malattie "maschili": «Nella popolazione il 33% delle morti è dovuto a eventi cardiovascolari, ma la quota femminile è maggiore rispetto a quella maschile. Una predisposizione, quella femminile, che matura al termine dell'età fertile.



Educazione sanitaria e prevenzione


Ad ascoltare Emanuela Folco della Fipc e Luisa Cattaneo di Conacuore la strada da percorrere sul fronte della prevenzione è ancora lunga.

Folco ribadisce «l'importanza di sensibilizzare il cittadino e il paziente a curare la salute cardiovascolare partendo dalla conoscenza della malattia e dei sintomi a essa collegata. Il punto di partenza è certamente l'adozione di stili di vita salutari come necessaria prevenzione, ma anche e soprattutto, laddove sia presente una condizione patologica che necessita di una presa in carico da parte dello specialista, l'importanza di non interrompere o modificare le terapie prescritte».

Attraverso campagne "Vinci Contro il Colesterolo - Previeni l'Infarto, Agisci Prima", aggiunge Cattaneo, «il paziente viene aiutato ad indirizzarsi verso il corretto percorso, seguito dallo specialista, per una corretta prevenzione, aumentando i livelli di consapevolezza, in particolar modo sui rischi cardiovascolari e sull'importanza di agire tempestivamente per ottenere una rapida e corretta presa in carico dei pazienti ad alto rischio».


Giuseppe Tandoi





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