Fibre, amiche del cuore

02 febbraio 2005
Aggiornamenti e focus

Fibre, amiche del cuore



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Una dieta ricca di fibre aiuta a tenere sotto controllo la pressione, abbassa la concentrazione di grassi blocca-arterie nel sangue e aumenta la sensibilità all'insulina. Un fatto noto da tempo, ma l'effetto dell'assunzione di fibre sulla pressione sanguigna non è stato ancora definito con precisione. Si sa, infatti, che i soggetti che consumano una dieta vegetariana sono generalmente a più basso rischio di sviluppare ipertensione, ma non è, invece, del tutto chiaro se si tratti di un vero e proprio effetto della dieta o piuttosto di altre differenze nello stile di vita. Del resto anche l'assunzione in grandi quantità di potassio, magnesio e di acidi grassi polinsaturi sembra incidere positivamente sulla salute di cuore e arterie. I trial clinici realizzati fino ad oggi hanno mostrato un'ampia variabilità nella risposta pressoria. Per esempio è più significativa la riduzione pressoria se si ricorre a fibre purificate piuttosto che ad alimenti arricchiti. Conta, quindi, la dose ma anche il tipo di fibra consumata. Una ricerca statunitense ha passato in rassegna gli studi controllati effettuati a oggi per cercare di definire in modo univoco il ruolo delle fibre nell'ipertensione.

Più fibre nella dieta


Un dato innanzitutto. Il consumo quotidiano di fibre negli Stati Uniti e in molti altri paesi occidentali è di circa 15 g al giorno, cioè circa la metà della quantità raccomandata dall'American Heart Association che "prescrive" 25-30 grammi al giorno derivati dal cibo. Una mela, per rendere l'idea, contiene circa 3 grammi di fibre, rispetto a 1,5 grammi di una fetta di pane integrale o a 2,7 grammi di una porzione di broccoli. L'effetto protettivo delle fibre sembra più spiccato per quelle contenute in frutta e cereali rispetto ad altri vegetali. Considerata la larga fetta di popolazione che assume fibre in modo inadeguato - sostengono i ricercatori - si può ipotizzare l'effetto che i benefici effetti delle fibre sulla pressione sanguigna potrebbero avere sulla salute pubblica. La metanalisi condotta su 24 trial effettuati tra il 1966 e il 2003 era mirata a evidenziare anche piccoli impercettibili effetti sulla pressione. Un modo per verificare se le variazioni di pressione erano legate al tipo di fibra o anche a caratteristiche del soggetto come età, sesso e status ipertensivo. Dai risultati è emerso come la supplementazione di fibre vari in media la pressione sistolica, quella massima, di 1,13 mmHg e quella diastolica di 1,26 mmHg. Una riduzione che risulta più significativa nei soggetti sopra i 40 anni e in popolazioni ipertese piuttosto che nei più giovani e in popolazioni normotese. Il peso corporeo e il sesso non mutano, invece, l'effetto della supplementazione di fibre. Poco si sa sui meccanismi d'azione delle fibre. Si ipotizza un ruolo dell'aumentata sensibilità all'insulina, da esse determinata, che migliora la funzionalità vascolare o anche dell'aumentato assorbimento di minerali a livello gastrointestinale. Quello che è certo - concludono i ricercatori - è che l'assunzione di fibre e derivati è ancora troppo bassa mentre la metanalisi conferma un ruolo di prevenzione all'ipertensione. La morale? Mangiare più frutta e verdura.

Marco Malagutti



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