19 dicembre 2008
Aggiornamenti e focus
Ipertensione da camice bianco
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L'evoluzione del regno animale ha sviluppato un sistema di regolazione dell'equilibrio interno facendo in modo che, in caso di necessità, per esempio rispondere a uno stress, si elevi la pressione sanguigna per assicurare l'approvvigionamento di ossigeno a tutti i tessuti e organi impegnati nella risposta allo stimolo stressante. Nei limiti del fisiologico la risposta rientra nell'istinto di lotta e fuga, oltre e prolungata nel tempo diventa patologia, riconosciuta come ipertensione. Il rilievo di questo disturbo è facilmente eseguibile, lo si può fare dal proprio medico, a casa, in farmacia.
Non è detto, però, che tutte le misurazioni portino allo stesso valore, in quanto è stata riconosciuta un'oscillazione dei valori a seconda del tipo di circostanza in cui vengono rilevati, al punto da definirla ipertensione da camice bianco. Il riferimento al ruolo condizionante del medico è giustificato dal fatto che la pressione misurata nello studio medico può risultare diversa da quello misurata altrove, per esempio in un monitoraggio ambulatoriale e la differenza tra i due valori dà una misura oggettiva dell'effetto. Per contro, non viene riscontrato nelle persone che dal medico risultano normotese, e magari nel monitoraggio ambulatoriale sono ipertese. Una delle possibili spiegazioni è che lo studio medico può essere o motivo di ansia o una circostanza rilassante. Il risultato è una diagnosi errata di ipertensione, che può interessare dal 10 al 20% degli ipertesi o un'ipertensione mascherata che può interessare la stessa percentuale ma della popolazione generale. Considerate le ben note conseguenze dell'aumento di pressione non controllato sulla salute cardiovascolare, individuale e pubblica, e anche l'inutilità dei trattamenti antipertensivi nei soggetti normotesi, è importante neutralizzare questi fattori alteranti. E comprenderne la radice è il primo passo.
Gli esperti in ambito hanno tentato delle ipotesi per spiegare l'effetto camice bianco, arrivando sostanzialmente a due possibilità. Si può trattare di un'ansia generalizzata che caratterizza il singolo paziente, quasi un tratto caratteriale stabile che, in caso di misurazione della pressione dal medico, si manifesta come soggezione al camice bianco facendo salire i valori pressori. L'altra ipotesi fa, invece, riferimento a un modello di comportamento condizionato da precedenti esperienze spiacevoli vissute nello studio medico, come una diagnosi di qualche patologia o la stessa diagnosi di ipertensione. Ritrovarsi in un ambiente a cui si associa un vissuto negativo predispone a uno stato di ansia che può alterare le misurazioni della pressione. Chiaramente, la prima ipotesi è svincolata dal luogo, la seconda invece si dovrebbe manifestare solo in certe circostanze. Le due ipotesi sono state testate in un campione di 277 pazienti che, sulla base di una misurazione fatta nello studio del medico e una fatta con monitoraggio di 36 ore, sono stati classificati in normotesi (35%), ipertesi (37%), ipertesi per effetto camice bianco (9%) e ipertesi mascherati (19%). Il test di valutazione dell'ansia ha rilevato un maggior punteggio proprio nella categoria diagnostica degli ipertesi per effetto camice bianco. Inoltre, confrontando l'andamento dei valori pressori, misurati in un luogo non clinico, in sala di attesa, prima dell'ingresso del medico, misurati dal medico, e dopo l'uscita del medico, emergeva che in questi soggetti la presenza de medico faceva aumentare, più che in tutte le altre categorie, la pressione sanguigna. Il ritorno a valori più bassi in assenza del medico rappresentava la prova che non si trattava di un'ansia generale del soggetto ma di una reazione condizionata, circostanza-specifica. Per risolvere questo condizionamento che può falsare una diagnosi di ipertensione, gli autori dello studio suggeriscono di modificare i metodi di misurazione, l'uso di strumento automatizzati, utilizzabili nello studio medico o anche a casa.
Simona Zazzetta
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Valori alterati
Non è detto, però, che tutte le misurazioni portino allo stesso valore, in quanto è stata riconosciuta un'oscillazione dei valori a seconda del tipo di circostanza in cui vengono rilevati, al punto da definirla ipertensione da camice bianco. Il riferimento al ruolo condizionante del medico è giustificato dal fatto che la pressione misurata nello studio medico può risultare diversa da quello misurata altrove, per esempio in un monitoraggio ambulatoriale e la differenza tra i due valori dà una misura oggettiva dell'effetto. Per contro, non viene riscontrato nelle persone che dal medico risultano normotese, e magari nel monitoraggio ambulatoriale sono ipertese. Una delle possibili spiegazioni è che lo studio medico può essere o motivo di ansia o una circostanza rilassante. Il risultato è una diagnosi errata di ipertensione, che può interessare dal 10 al 20% degli ipertesi o un'ipertensione mascherata che può interessare la stessa percentuale ma della popolazione generale. Considerate le ben note conseguenze dell'aumento di pressione non controllato sulla salute cardiovascolare, individuale e pubblica, e anche l'inutilità dei trattamenti antipertensivi nei soggetti normotesi, è importante neutralizzare questi fattori alteranti. E comprenderne la radice è il primo passo.
Medico condizionante
Gli esperti in ambito hanno tentato delle ipotesi per spiegare l'effetto camice bianco, arrivando sostanzialmente a due possibilità. Si può trattare di un'ansia generalizzata che caratterizza il singolo paziente, quasi un tratto caratteriale stabile che, in caso di misurazione della pressione dal medico, si manifesta come soggezione al camice bianco facendo salire i valori pressori. L'altra ipotesi fa, invece, riferimento a un modello di comportamento condizionato da precedenti esperienze spiacevoli vissute nello studio medico, come una diagnosi di qualche patologia o la stessa diagnosi di ipertensione. Ritrovarsi in un ambiente a cui si associa un vissuto negativo predispone a uno stato di ansia che può alterare le misurazioni della pressione. Chiaramente, la prima ipotesi è svincolata dal luogo, la seconda invece si dovrebbe manifestare solo in certe circostanze. Le due ipotesi sono state testate in un campione di 277 pazienti che, sulla base di una misurazione fatta nello studio del medico e una fatta con monitoraggio di 36 ore, sono stati classificati in normotesi (35%), ipertesi (37%), ipertesi per effetto camice bianco (9%) e ipertesi mascherati (19%). Il test di valutazione dell'ansia ha rilevato un maggior punteggio proprio nella categoria diagnostica degli ipertesi per effetto camice bianco. Inoltre, confrontando l'andamento dei valori pressori, misurati in un luogo non clinico, in sala di attesa, prima dell'ingresso del medico, misurati dal medico, e dopo l'uscita del medico, emergeva che in questi soggetti la presenza de medico faceva aumentare, più che in tutte le altre categorie, la pressione sanguigna. Il ritorno a valori più bassi in assenza del medico rappresentava la prova che non si trattava di un'ansia generale del soggetto ma di una reazione condizionata, circostanza-specifica. Per risolvere questo condizionamento che può falsare una diagnosi di ipertensione, gli autori dello studio suggeriscono di modificare i metodi di misurazione, l'uso di strumento automatizzati, utilizzabili nello studio medico o anche a casa.
Simona Zazzetta
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