La ricerca continua

06 febbraio 2009
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La ricerca continua



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Affligge in Italia il 2-3% della popolazione (125 milioni i colpiti nel mondo) e riduce la qualità della vita quanto altre gravi malattie. Sulla psoriasi, malattia infiammatoria cronica della pelle, la ricerca ha fatto e fa però progressi. Quelli in campo terapeutico sono testimoniati dal primo documento di consenso, redatto da esperti italiani, pubblicato su Dermatologic Therapy e presentato a fine gennaio a Roma. I temi più importanti affrontati sono le nuove frontiere terapeutiche, l'accesso ai farmaci biologici e la loro sostenibilità economica, i risultati ottenuti, il miglioramento della qualità di vita dei pazienti. Su un altro versante, ricercatori nordamericani con colleghi europei hanno compiuto importanti progressi nell'identificazione di marcatori genetici della malattia, che ha una forte componente di questo tipo.

Farmaco biologico "fisiologico"


"Il documento di consenso è il primo studio in assoluto sulla "fisiologicità" del meccanismo d'azione dei farmaci biologici per la cura della psoriasi" ha sottolineato l'Associate Editor della rivista Torello Lotti. "Queste molecole correggono le anomalie immunitarie della malattia (agendo su TNF o recettore linfocitario CD11), e sono l'unica risposta terapeutica efficace, prolungata nel tempo e modulabile, in assenza di tossicità d'organo. Ogni biologico ha la sua specificità: tra questi, etanercept è un recettore solubile e per questo regola in maniera fisiologica i livelli circolanti di TNF, mantiene così la stessa efficacia anche se usato nella terapia a intermittenza". La psoriasi colpisce anche i bambini e l'Italia è il primo paese ad avere avviato con buoni risultati la sperimentazione dell'etanercept in età pediatrica, seguita da Stati Uniti e Canada, che li hanno confermati. La molecola ha avuto l'autorizzazione EMEA e si attende quella italiana per avviare le terapie nelle strutture universitarie ospedaliere e nei Centri Psocare, presidi di ricerca e cura istituiti nel 2005 dei quali sono oggi 154 quelli riconosciuti distribuiti nella Penisola. In alcuni di essi c'è un ambulatorio dermatologico-reumatologico: questo perché nel 10-30% dei pazienti è presente l'artrite psoriasica, la forma più grave, e la gestione integrata sembra essere vantaggiosa per armonizzare i trattamenti.

Costi sanitari, sociali, psicologici


Uno studio condotto su 372 psoriasici afferenti a Centri Psocare ha evidenziato anche i costi sanitari della malattia: per 1,2 ricoveri diurni all'anno per paziente (in media 2.175 euro) e 7 visite annue da specialisti; frequenti esami strumentali (RX, TC) e di laboratorio, nel 25% controlli mensili e nel 50% trimestrali o semestrali. Il documento di consenso mette a punto un sistema di valutazione dei costi relativi all'uso dei farmaci biologici, dal quale risulta che con etanercept questi si riducono per la maggiore prevedibilità e l'efficacia mantenuta nel tempo. Alla spesa sanitaria vanno aggiunti costi sociali, per giornate di lavoro perse e rinuncia a svolgere attività quotidiane. E, non da ultimi, quelli psicologici, quantificati da punteggi severi del questionario sulla qualità di vita dei malati dermatologici (DLQI) nel 18% dei casi, che sale al 30% nella fascia 40-50 anni. La terapia deve puntare all'efficacia, al controllo nel lungo periodo, alla qualità di vita. Avanzamenti potrebbero derivare in futuro anche dagli studi di genetica. Scoperte di rilievo giungono,infatti, da studi condotti tra Stati Uniti, Canada ed Europa, che studiando le modifiche del DNA dette polimorfismi a singolo nucleotide (SNP) hanno individuato diverse varianti legate alla malattia. Si tratta di geni per IL (interleuchina) 23A, IL4, IL13 (già noti IL12B e IL23R9), o per TNFAIP3 e TNIP1, o altri invece mancanti per LCE3B e LCE3C; polimorfismi in alcuni casi associati a due altre malattie autoimmuni, lupus e artrite reumatoide, e relativi a sostanze coinvolte nei processi infiammatori. Si potrebbe arrivare a definire un profilo genetico psoriasico predittivo del rischio e realizzare terapie mirate. La ricerca continua.

Viviana Zanardi



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