20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus
L'anemia nelle donne
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C'è una forma di anemia che è più frequente nella donna, ed è l'anemia sideropenica, cioè dovuta a carenza di ferro. Negli ultimi decenni la nostra alimentazione è diventata più varia e più ricca e si credeva, per questo, che questa forma sarebbe definitivamente scomparsa. Invece l'anemia sideropenica ha ancora una prevalenza elevata, soprattutto nei paesi in via di sviluppo è vero, ma anche in coloro che seguono un regime alimentare unicamente vegetariano e, appunto, nelle donne in età fertile.
Le donne sono dieci volte più soggette degli uomini a sviluppare uno stato anemico, e questo da sempre, proprio a causa della loro diversità biologica. In età fertile, quindi dai 15 ai 50 anni, la donna ha una costante perdita di ferro, attraverso il sangue, dovuta al ciclo mensile; anche se l'emorragia può avere un flusso più o meno intenso secondo i soggetti, e una frequenza diversa, l'organismo deve comunque ricostruire le sue scorte di ferro ogni mese. Attenzione però: la mestruazione è un evento fisiologico, cioè normale per il nostro organismo, e di per sé non induce una sindrome anemica, semplicemente aumenta il fabbisogno di ferro nelle donne rispetto agli uomini. Sono invece più insidiose le piccole emorragie, nascoste ma continue, che possono essere dovute anche alla presenza di emorroidi interne, spesso causate, nelle donne, da stipsi prolungata.
Altri eventi, esclusivamente femminili, come la gravidanza, il parto e l'allattamento causano un gran dispendio di ferro e, quindi, richiedono un apporto maggiore di cibi ricchi di questo minerale o un'integrazione farmacologica. Tutte queste condizioni pongono la donna in una situazione a rischio di sviluppare uno stato anemico, rischio che può, e deve, essere prevenuto con una diagnosi precoce. Il controllo periodico dei valori di emoglobina, con un normale esame del sangue (ematocrito), costituisce un buon mezzo per identificare eventuali carenze in stadio iniziale.
E' importante anche identificare i primi segnali di allarme: una modesta carenza di ferro si manifesta con sintomi come pallore diffuso, stanchezza, debolezza, sonnolenza, vertigini. Difficoltà di concentrazione, o eccessivo affaticamento nello svolgere attività fisica, indicano che il nostro sangue non sta trasportando abbastanza ossigeno perché l'emoglobina inizia a scarseggiare. Le linee guida internazionali raccomandano, come prevenzione primaria, un adeguato apporto di ferro con la dieta, soprattutto nelle donne e nei bambini. Esistono anche medicinali per integrare le nostre scorte di ferro, ma un'alimentazione corretta è fondamentale perché il ferro, purtroppo, è un minerale che il nostro organismo assorbe con difficoltà.
Dieta e supplementi
Bisogna innanzitutto distinguere due tipi di ferro: quello organico (ferro-eme), necessario per la formazione dei globuli rossi, si trova nelle carni rosse e, in minor quantità, nel pesce, nelle carni bianche e nelle uova, ed è quello che il nostro corpo riesce ad assorbire meglio dagli alimenti. Ma in natura è molto diffuso anche il ferro inorganico (ferro non-eme), nei cereali e nei vegetali, che viene assorbito in minor quantità e deve poi essere trasformato nella forma organica, per poter essere utilizzato.
Un ottimo trucco per catturare meglio il minerale contenuto nelle verdure è quello di associarle, nello stesso pasto, a cibi ricchi di vitamina C; ad esempio si può usare succo di limone per condire, o bere succo d'arancio a tavola. La vitamina C, infatti, incrementa del 50% l'assorbimento del ferro non-eme, e stessa azione ha il ferro eme contenuto nei cibi di origine animale. Tè, caffè e alcuni tipi di fibre (i fitati), invece, possono inibire l'assorbimento del ferro, quindi le donne non dovrebbero mai eccedere nel consumo di queste bevande. Durante la gravidanza, un eventuale stato anemico è particolarmente pericoloso, perché responsabile di parto pre-termine e nascita di bambini sotto peso, per questi motivi alcuni medici preferiscono consigliare alle loro pazienti in dolce attesa l'utilizzo di farmaci a base di ferro.
A proposito delle preparazioni a base di ferro, si tenga presente che è necessario rispettare scrupolosamente i dosaggi, pena fenomeni di tossicità. Attenzione, poi, a non lasciarli incustoditi: negli Stati Uniti i supplementi di ferro sono la causa principale di avvelenamento e morte dei bambini al di sotto dei sei anni. Per questo motivo la FDA (food and drug administration) ha emanato, il 15 Gennaio 1997, un regolamento definitivo per i fabbricanti di integratori di ferro. Le confezioni devono avere chiusure di sicurezza, meglio se le compresse sono confezionate singolarmente (in blister), e devono riportare una specifica avvertenza in etichetta che segnale come una dose normale per un adulto sia in realtà una overdose, potenzialmente fatale per i bambini. In Italia il pericolo è più limitato perché i supplementi di ferro sono medicinali, venduti solo in farmacia e su ricetta medica.
Il ruolo degli anticoncezionali
I contraccettivi orali, cioè le classiche pillole a base di estro-progestinici, sono controindicati nelle anemie su base genetica mentre risultano doppiamente vantaggiosi nelle anemie sideropeniche. La pillola, infatti, oltre ad avere un effetto anticoncezionale riduce l'entità del flusso mestruale, quindi aiuta a disperdere meno ferro. Grazie a questo effetto secondario gli anticoncezionali orali sono anche utilizzati a scopo terapeutico nella menorragia (mestruazione eccessivamente abbondante o prolungata), per evitare o ritardare l'intervento di isterectomia (asportazione dell'utero) nelle donne giovani. Non bisogna dimenticare, però, che in presenza di fattori di rischio cardiovascolare (fumo, ipertensione, diabete, obesità, elevati livelli ematici di colesterolo o trigliceridi) la terapia estro-progestinica è controindicata. Sempre in tema di anticoncezionali, per chi soffre di anemia, andrebbero sicuramente evitati i dispositivi intrauterini (la spirale) che possono causare piccole emorragie anche durante il ciclo mestruale.
Elisa Lucchesini
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La diversità alla base del disturbo
Le donne sono dieci volte più soggette degli uomini a sviluppare uno stato anemico, e questo da sempre, proprio a causa della loro diversità biologica. In età fertile, quindi dai 15 ai 50 anni, la donna ha una costante perdita di ferro, attraverso il sangue, dovuta al ciclo mensile; anche se l'emorragia può avere un flusso più o meno intenso secondo i soggetti, e una frequenza diversa, l'organismo deve comunque ricostruire le sue scorte di ferro ogni mese. Attenzione però: la mestruazione è un evento fisiologico, cioè normale per il nostro organismo, e di per sé non induce una sindrome anemica, semplicemente aumenta il fabbisogno di ferro nelle donne rispetto agli uomini. Sono invece più insidiose le piccole emorragie, nascoste ma continue, che possono essere dovute anche alla presenza di emorroidi interne, spesso causate, nelle donne, da stipsi prolungata.
Altri eventi, esclusivamente femminili, come la gravidanza, il parto e l'allattamento causano un gran dispendio di ferro e, quindi, richiedono un apporto maggiore di cibi ricchi di questo minerale o un'integrazione farmacologica. Tutte queste condizioni pongono la donna in una situazione a rischio di sviluppare uno stato anemico, rischio che può, e deve, essere prevenuto con una diagnosi precoce. Il controllo periodico dei valori di emoglobina, con un normale esame del sangue (ematocrito), costituisce un buon mezzo per identificare eventuali carenze in stadio iniziale.
I segnali d'allarme
E' importante anche identificare i primi segnali di allarme: una modesta carenza di ferro si manifesta con sintomi come pallore diffuso, stanchezza, debolezza, sonnolenza, vertigini. Difficoltà di concentrazione, o eccessivo affaticamento nello svolgere attività fisica, indicano che il nostro sangue non sta trasportando abbastanza ossigeno perché l'emoglobina inizia a scarseggiare. Le linee guida internazionali raccomandano, come prevenzione primaria, un adeguato apporto di ferro con la dieta, soprattutto nelle donne e nei bambini. Esistono anche medicinali per integrare le nostre scorte di ferro, ma un'alimentazione corretta è fondamentale perché il ferro, purtroppo, è un minerale che il nostro organismo assorbe con difficoltà.
Dieta e supplementi
Bisogna innanzitutto distinguere due tipi di ferro: quello organico (ferro-eme), necessario per la formazione dei globuli rossi, si trova nelle carni rosse e, in minor quantità, nel pesce, nelle carni bianche e nelle uova, ed è quello che il nostro corpo riesce ad assorbire meglio dagli alimenti. Ma in natura è molto diffuso anche il ferro inorganico (ferro non-eme), nei cereali e nei vegetali, che viene assorbito in minor quantità e deve poi essere trasformato nella forma organica, per poter essere utilizzato.
Un ottimo trucco per catturare meglio il minerale contenuto nelle verdure è quello di associarle, nello stesso pasto, a cibi ricchi di vitamina C; ad esempio si può usare succo di limone per condire, o bere succo d'arancio a tavola. La vitamina C, infatti, incrementa del 50% l'assorbimento del ferro non-eme, e stessa azione ha il ferro eme contenuto nei cibi di origine animale. Tè, caffè e alcuni tipi di fibre (i fitati), invece, possono inibire l'assorbimento del ferro, quindi le donne non dovrebbero mai eccedere nel consumo di queste bevande. Durante la gravidanza, un eventuale stato anemico è particolarmente pericoloso, perché responsabile di parto pre-termine e nascita di bambini sotto peso, per questi motivi alcuni medici preferiscono consigliare alle loro pazienti in dolce attesa l'utilizzo di farmaci a base di ferro.
A proposito delle preparazioni a base di ferro, si tenga presente che è necessario rispettare scrupolosamente i dosaggi, pena fenomeni di tossicità. Attenzione, poi, a non lasciarli incustoditi: negli Stati Uniti i supplementi di ferro sono la causa principale di avvelenamento e morte dei bambini al di sotto dei sei anni. Per questo motivo la FDA (food and drug administration) ha emanato, il 15 Gennaio 1997, un regolamento definitivo per i fabbricanti di integratori di ferro. Le confezioni devono avere chiusure di sicurezza, meglio se le compresse sono confezionate singolarmente (in blister), e devono riportare una specifica avvertenza in etichetta che segnale come una dose normale per un adulto sia in realtà una overdose, potenzialmente fatale per i bambini. In Italia il pericolo è più limitato perché i supplementi di ferro sono medicinali, venduti solo in farmacia e su ricetta medica.
Il ruolo degli anticoncezionali
I contraccettivi orali, cioè le classiche pillole a base di estro-progestinici, sono controindicati nelle anemie su base genetica mentre risultano doppiamente vantaggiosi nelle anemie sideropeniche. La pillola, infatti, oltre ad avere un effetto anticoncezionale riduce l'entità del flusso mestruale, quindi aiuta a disperdere meno ferro. Grazie a questo effetto secondario gli anticoncezionali orali sono anche utilizzati a scopo terapeutico nella menorragia (mestruazione eccessivamente abbondante o prolungata), per evitare o ritardare l'intervento di isterectomia (asportazione dell'utero) nelle donne giovani. Non bisogna dimenticare, però, che in presenza di fattori di rischio cardiovascolare (fumo, ipertensione, diabete, obesità, elevati livelli ematici di colesterolo o trigliceridi) la terapia estro-progestinica è controindicata. Sempre in tema di anticoncezionali, per chi soffre di anemia, andrebbero sicuramente evitati i dispositivi intrauterini (la spirale) che possono causare piccole emorragie anche durante il ciclo mestruale.
Elisa Lucchesini
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