03 novembre 2006
Aggiornamenti e focus
L'obesità che pesa sull'ovaio
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Tra le numerose condizioni patologiche che si associano al sovrappeso e all'obesità va considerata nel caso del sesso femminile anche la sindrome dell'ovaio policistico (PCOS). Si tratta di un'alterazione endocrina comune nella fase di vita fertile, dovuta primariamente a un'aumentata sintesi di ormoni androgeni (steroidi) da parte delle cellule follicolari ovariche. La sua prevalenza nelle donne con eccesso ponderale non selezionate non era però nota e per questo è stata specificamente indagata da uno studio spagnolo, che mette in luce come sia molto più frequente rispetto alle donne normopeso, tanto da suggerire la sua ricerca nella valutazione clinica di routine delle pazienti giunte a consulto specialistico per perdere i chili di troppo. Gli autori, analizzando la prevalenza della PCOS in donne in premenopausa arrivate su consiglio del medico generalista a un centro ospedaliero per la riduzione del peso, hanno trovato che era cinque volte più elevata di quanto risultava per le donne in premenopausa con peso nella norma. Hanno quindi concluso che nelle prime lo screening specifico permetterebbe d'individuare la malattia così d'alleggerire l'impatto sulla salute a essa specificamente dovuto: l'ovaio policistico, infatti, si associa a vari disturbi, con ripercussioni anche sulla qualità di vita. Ne sono un esempio i tipici sintomi cutanei cioè alopecia, acne e irsutismo, le turbe del ciclo, i problemi riproduttivi; si lega inoltre a un incremento di rischio per la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari.
In più di metà delle donne con la PCOS si riscontra obesità e questo si spiega con il fatto che l'eccesso adiposo contribuisce allo sviluppo dell'insulino-resistenza, la quale porta all'iperinsulinismo, che a sua volta favorisce l'iperandrogenismo e l'ovaio policistico. Secondo dati americani, nelle malate di PCOS l'obesità insieme all'insulino-resistenza dà ragione di un terzo-metà della prevalenza della sindrome metabolica, una condizione multipla, in continuo aumento, che si caratterizza anche per presenza d'ipertensione, dislipidemia e iperglicemia. Nello studio in questione, però, la frequenza della sindrome dell'ovaio policistico è risultata indipendente sia dal grado di obesità, sia dalla presenza o meno di sindrome metabolica. In dettaglio, sono state considerate 113 donne in premenopausa giunte in ospedale tra il 2002 e il 2005 per il trattamento dell'eccesso ponderale: a 32 di esse è stata diagnosticata la PCOS, per presenza d'iperandrogenismo accertato su base clinica o biochimica e oligomenorrea, cioè cicli mestruali ridotti, vale a dire una prevalenza del 28,3%, cinque volte più elevata di quella relativa alle donne spagnole normopeso, pari al 5,5%. In aggiunta c'erano anche tre casi con iperandrogenismo senza oligomenorrea, due con irsutismo idiopatico cioè di causa non nota, due con oligomenorrea cronica senza iperandrogenismo e due con oligomenorrea e alti livelli ematici dell'ormone prolattina.
Le donne con l'ovaio policistico erano più insulino-resistenti e sostanzialmente più giovani; la prevalenza di PCOS non era diversa in base al grado di obesità e alla presenza o assenza di sindrome metabolica (che era più frequente nell'obesità marcata rispetto alla moderata e al sovrappeso). Questi ultimi riscontri in particolare indicherebbero che l'obesità e l'insulino-resistenza abbiano un ruolo importante nello sviluppo della PCOS ma che l'alterazione primaria della steroidogenesi ovarica sia il fattore principale che determina l'insorgenza della sindrome nelle donne con eccesso ponderale, attraverso l'effetto favorente dell'iperinsulinismo derivante dall'insulino-resistenza. La sindrome metabolica sarebbe invece molto più dipendente dal grado di obesità e l'insulino-resistenza svolgerebbe un ruolo essenziale. Fatte salve alcune limitazioni dello studio, compreso la scarso numero di pazienti analizzate, gli autori suggeriscono che in caso di cura del sovrappeso e dell'obesità i medici dovrebbero considerare la possibilità che sia presente la PCOS e sottoporre quindi a screening le pazienti, al limite con la valutazione della storia mestruale e dei sintomi tipici dell'iperandrogenismo.
Viviana Zanardi
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Contribuisce l'insulino-resistenza
In più di metà delle donne con la PCOS si riscontra obesità e questo si spiega con il fatto che l'eccesso adiposo contribuisce allo sviluppo dell'insulino-resistenza, la quale porta all'iperinsulinismo, che a sua volta favorisce l'iperandrogenismo e l'ovaio policistico. Secondo dati americani, nelle malate di PCOS l'obesità insieme all'insulino-resistenza dà ragione di un terzo-metà della prevalenza della sindrome metabolica, una condizione multipla, in continuo aumento, che si caratterizza anche per presenza d'ipertensione, dislipidemia e iperglicemia. Nello studio in questione, però, la frequenza della sindrome dell'ovaio policistico è risultata indipendente sia dal grado di obesità, sia dalla presenza o meno di sindrome metabolica. In dettaglio, sono state considerate 113 donne in premenopausa giunte in ospedale tra il 2002 e il 2005 per il trattamento dell'eccesso ponderale: a 32 di esse è stata diagnosticata la PCOS, per presenza d'iperandrogenismo accertato su base clinica o biochimica e oligomenorrea, cioè cicli mestruali ridotti, vale a dire una prevalenza del 28,3%, cinque volte più elevata di quella relativa alle donne spagnole normopeso, pari al 5,5%. In aggiunta c'erano anche tre casi con iperandrogenismo senza oligomenorrea, due con irsutismo idiopatico cioè di causa non nota, due con oligomenorrea cronica senza iperandrogenismo e due con oligomenorrea e alti livelli ematici dell'ormone prolattina.
Indipendente dal grado di sovrappeso
Le donne con l'ovaio policistico erano più insulino-resistenti e sostanzialmente più giovani; la prevalenza di PCOS non era diversa in base al grado di obesità e alla presenza o assenza di sindrome metabolica (che era più frequente nell'obesità marcata rispetto alla moderata e al sovrappeso). Questi ultimi riscontri in particolare indicherebbero che l'obesità e l'insulino-resistenza abbiano un ruolo importante nello sviluppo della PCOS ma che l'alterazione primaria della steroidogenesi ovarica sia il fattore principale che determina l'insorgenza della sindrome nelle donne con eccesso ponderale, attraverso l'effetto favorente dell'iperinsulinismo derivante dall'insulino-resistenza. La sindrome metabolica sarebbe invece molto più dipendente dal grado di obesità e l'insulino-resistenza svolgerebbe un ruolo essenziale. Fatte salve alcune limitazioni dello studio, compreso la scarso numero di pazienti analizzate, gli autori suggeriscono che in caso di cura del sovrappeso e dell'obesità i medici dovrebbero considerare la possibilità che sia presente la PCOS e sottoporre quindi a screening le pazienti, al limite con la valutazione della storia mestruale e dei sintomi tipici dell'iperandrogenismo.
Viviana Zanardi
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