28 settembre 2005
Aggiornamenti e focus
La pillola del giorno dopo è sicura?
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Susan Wood, responsabile della commissione per la salute della donna della Food and Drug Administration, si è dimessa all'inizio di settembre. Le ragioni? La direzione dell'ente, per l'ennesima volta, ha rimandato di esprimersi in merito alla possibilità di rendere disponibile la pillola del giorno dopo, senza necessità di ricetta medica, per tutte le donne in età riproduttiva. L'incertezza della FDA è legata alla potenziale vendita del farmaco senza prescrizione alle giovani teenager, il principale target di riferimento della contraccezione d'emergenza come confermano i numeri italiani. La Wood nella sua dichiarazione ufficiale è stata molto dura, parlando di una decisione "che limita per le donne l'accesso a un prodotto che ridurrebbe le gravidanze indesiderate e gli aborti, una decisione, ha continuato l'ex funzionario, che va contro il mio principale obiettivo di migliorare la salute delle donne". A ruota anche un editoriale del New England Journal of Medicine ha parlato di un triste giorno per l'FDA e l'American Academy of Pediatrics ha sostenuto l'importanza di rendere disponibile la pillola senza prescrizione. Ma è davvero una decisione così inopportuna?
Che le principali consumatrici della pillola siano le teenager lo confermano i numeri italiani. Un'indagine condotta dai ginecologi della Società italiana di ginecologia e ostetricia afferma, infatti, che il fenomeno sarebbe in aumento tra le adolescenti italiane che mostrano di non usare affatto o usare male i metodi contraccettivi tradizionali. L'età della prima volta, del resto, in molte realtà è attorno ai tredici anni. Chi si oppone alla vendita indiscriminata della pillola del giorno dopo sostiene che il suo consumo aumenti il rischio di infezioni sessualmente trasmissibili nonché di comportamenti promiscui, con i pericoli che ne conseguono. E uno studio svedese, pubblicato nel 2002, sarebbe lì a confermarlo. Ma la maggior parte delle ricerche finora svolte sull'argomento non confermano queste istanze di sicurezza, e le principali associazioni mediche americane, dalla già citata American Academy of Pediatrics alla American Medical Association, sostengono che il farmaco sia sicuro ed efficace. E infatti una della accuse mosse all'FDA è proprio che manchino dati che ne dichiarino l'insicurezza e che, anzi, la stessa associazione, non più tardi del dicembre 2003, ha dichiarato all'unanimità la sicurezza della contraccezione d'emergenza. Del resto il problema è evidente. Quanti più sono gli ostacoli nella fruizione del farmaco tanto maggiori sono i rischi che ormai sia inutile la sua assunzione. In più uno studio, pubblicato nel mese in corso su Obstetrics and Gynecology, conferma come le donne più giovani non siano diverse da quelle più mature in relazione all'uso di Plan B, questo il suo nome commerciale negli Usa. E questo vale sia per i comportamenti sia per il rischio di infezioni sessualmente trasmissibili. La pillola del giorno dopo, come noto, ha lo stesso "contenuto" della pillola anticoncezionale, cioè estrogeni e progestinici, però con un dosaggio più elevato. E secondo molti oppositori questo sarebbe un altro limite, visto che presenterebbe gli stessi effetti collaterali. Perciò, continuano, non si può prescindere dal consiglio del medico prima dell'assunzione. Ma mancano le prove a supporto. Così come anche l'obiezione che, essendo prevista per il mono uso, comporti rischi ripetendo l'assunzione non viene confermata. Le stime dell'associazione dei ginecologi parlano di 2 milioni di gravidanze "a rischio" evitate oltre a 500000 aborti all'anno. Cifre da non sottovalutare. La contesa, però, non sembra destinata a finire presto.
Marco Malagutti
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...e inoltre su Dica33:
La pillola delle teenager
Che le principali consumatrici della pillola siano le teenager lo confermano i numeri italiani. Un'indagine condotta dai ginecologi della Società italiana di ginecologia e ostetricia afferma, infatti, che il fenomeno sarebbe in aumento tra le adolescenti italiane che mostrano di non usare affatto o usare male i metodi contraccettivi tradizionali. L'età della prima volta, del resto, in molte realtà è attorno ai tredici anni. Chi si oppone alla vendita indiscriminata della pillola del giorno dopo sostiene che il suo consumo aumenti il rischio di infezioni sessualmente trasmissibili nonché di comportamenti promiscui, con i pericoli che ne conseguono. E uno studio svedese, pubblicato nel 2002, sarebbe lì a confermarlo. Ma la maggior parte delle ricerche finora svolte sull'argomento non confermano queste istanze di sicurezza, e le principali associazioni mediche americane, dalla già citata American Academy of Pediatrics alla American Medical Association, sostengono che il farmaco sia sicuro ed efficace. E infatti una della accuse mosse all'FDA è proprio che manchino dati che ne dichiarino l'insicurezza e che, anzi, la stessa associazione, non più tardi del dicembre 2003, ha dichiarato all'unanimità la sicurezza della contraccezione d'emergenza. Del resto il problema è evidente. Quanti più sono gli ostacoli nella fruizione del farmaco tanto maggiori sono i rischi che ormai sia inutile la sua assunzione. In più uno studio, pubblicato nel mese in corso su Obstetrics and Gynecology, conferma come le donne più giovani non siano diverse da quelle più mature in relazione all'uso di Plan B, questo il suo nome commerciale negli Usa. E questo vale sia per i comportamenti sia per il rischio di infezioni sessualmente trasmissibili. La pillola del giorno dopo, come noto, ha lo stesso "contenuto" della pillola anticoncezionale, cioè estrogeni e progestinici, però con un dosaggio più elevato. E secondo molti oppositori questo sarebbe un altro limite, visto che presenterebbe gli stessi effetti collaterali. Perciò, continuano, non si può prescindere dal consiglio del medico prima dell'assunzione. Ma mancano le prove a supporto. Così come anche l'obiezione che, essendo prevista per il mono uso, comporti rischi ripetendo l'assunzione non viene confermata. Le stime dell'associazione dei ginecologi parlano di 2 milioni di gravidanze "a rischio" evitate oltre a 500000 aborti all'anno. Cifre da non sottovalutare. La contesa, però, non sembra destinata a finire presto.
Marco Malagutti
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