01 dicembre 2006
Aggiornamenti e focus
Più malati con la provetta?
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La fecondazione assistita riguarda un numero sempre maggiore di coppie, tanto da essersi meritata negli ultimi anni una serie di considerazioni e attenzioni particolari. Il problema è stato affrontato secondo molteplici punti di vista, dalla legislazione ai risvolti sociali, alle conseguenze economiche e sanitarie. Ma c'è un aspetto che è stato forse eccessivamente trascurato, e purtroppo è proprio quello che coinvolge i più deboli: la salute dei nascituri.Secondo studi precedenti la condizione fisica dei neonati concepiti in provetta sarebbe peggiore di quella dei bambini concepiti con metodi naturali, e per i gemelli si aggiungerebbe un aumentato rischio di nascita prematura e con un minor peso. I dati a disposizione sono però controversi e poco esaustivi e mancano osservazioni prolungate che prendano in considerazione i primi anni di vita.
A ovviare al problema ci ha pensato un gruppo di ricercatori finlandesi, che ha eseguito uno studio su un ampio campione di popolazione per 4 anni consecutivi.
In Finlandia il 2,5% circa dei nascituri è frutto di inseminazione artificiale, il servizio è supportato dal sistema sanitario pubblico ed è quindi disponibile un registro nazionale che raccoglie tutti i dati riguardanti genitori e figli. Tutti i bambini concepiti in provetta tra il 1996 e il 1999 sono stati tenuti sotto controllo fino al 2003 e le loro condizioni di salute sono state confrontate con quelle di bimbi scelti a caso nella popolazione e non concepiti con metodi artificiali.I risultati hanno dimostrato che i piccoli concepiti in provetta erano effettivamente più cagionevoli. I parti gemellari erano il 35,7% contro il 2,2% della popolazione normale, e in questi casi si osservava un maggior rischio di paralisi cerebrale e disturbi psicologici e dello sviluppo; tra i nati singoli, si osservava invece un generico peggioramento delle condizioni perinatali ma nessun rischio di malattie specifiche.
Gli autori non sanno spiegarsi con certezza il perché di questi risultati, anche perché i fattori coinvolti sono davvero tanti: da un lato bisogna tenere presente che chi ricorre alla fecondazione artificiale diventa generalmente un genitore più apprensivo. Non bisogna quindi dimenticare che questi bambini, spesso primogeniti, sono anche quelli che nei primi anni di vita vengono portati più spesso dal pediatra a prescindere dalle reali condizioni di salute.
Dall'altro lato, è frequente che i gemelli abbiano più problemi nel periodo perinatale rispetto ai nati singoli, e quindi il dato potrebbe essere in parte una conseguenza dell'alta percentuale di gravidanze gemellari conseguenti all'inseminazione artificiale.
È probabile che ridurre il numero di embrioni trasferiti - e di conseguenza il rischio di gravidanze multiple - possa contribuire a migliorare la salute dei piccoli, ma sicuramente sono necessari altri studi per capire se i nati singoli con l'aiuto della provetta siano veramente più cagionevoli dei loro corrispettivi concepiti con metodo naturale.
Raffaella Bergottini
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Quattro anni importanti
A ovviare al problema ci ha pensato un gruppo di ricercatori finlandesi, che ha eseguito uno studio su un ampio campione di popolazione per 4 anni consecutivi.
In Finlandia il 2,5% circa dei nascituri è frutto di inseminazione artificiale, il servizio è supportato dal sistema sanitario pubblico ed è quindi disponibile un registro nazionale che raccoglie tutti i dati riguardanti genitori e figli. Tutti i bambini concepiti in provetta tra il 1996 e il 1999 sono stati tenuti sotto controllo fino al 2003 e le loro condizioni di salute sono state confrontate con quelle di bimbi scelti a caso nella popolazione e non concepiti con metodi artificiali.I risultati hanno dimostrato che i piccoli concepiti in provetta erano effettivamente più cagionevoli. I parti gemellari erano il 35,7% contro il 2,2% della popolazione normale, e in questi casi si osservava un maggior rischio di paralisi cerebrale e disturbi psicologici e dello sviluppo; tra i nati singoli, si osservava invece un generico peggioramento delle condizioni perinatali ma nessun rischio di malattie specifiche.
Gemelli a rischio
Gli autori non sanno spiegarsi con certezza il perché di questi risultati, anche perché i fattori coinvolti sono davvero tanti: da un lato bisogna tenere presente che chi ricorre alla fecondazione artificiale diventa generalmente un genitore più apprensivo. Non bisogna quindi dimenticare che questi bambini, spesso primogeniti, sono anche quelli che nei primi anni di vita vengono portati più spesso dal pediatra a prescindere dalle reali condizioni di salute.
Dall'altro lato, è frequente che i gemelli abbiano più problemi nel periodo perinatale rispetto ai nati singoli, e quindi il dato potrebbe essere in parte una conseguenza dell'alta percentuale di gravidanze gemellari conseguenti all'inseminazione artificiale.
È probabile che ridurre il numero di embrioni trasferiti - e di conseguenza il rischio di gravidanze multiple - possa contribuire a migliorare la salute dei piccoli, ma sicuramente sono necessari altri studi per capire se i nati singoli con l'aiuto della provetta siano veramente più cagionevoli dei loro corrispettivi concepiti con metodo naturale.
Raffaella Bergottini
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