02 febbraio 2005
Aggiornamenti e focus
Antiossidanti a due facce
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L'assunzione di antiossidanti, per quanto maturali quali le vitamine A, C ed E, non può più davvero essere considerata una pratica che fa solo bene. Soprattutto in fasi particolari della vita come la gravidanza. A tornare sull'argomento è questa volta uno studio condotto in Scozia, su un gruppo di 2000 donne. Lo scopo era mettere alla prova gli effetti dell'assunzione di vitamine C ed E durante la gravidanza e il rischio, per il bambino, di andare incontro a manifestazioni allergiche quali eczema e asma nei primissimi anni di vita. Lo studio nasceva da altre esperienze analoghe, che avevano mostrato, per l'assunzione di vitamina E, un effetto protettivo nei confronti dell'asma infantile.
Lo studio si è svolto sia indagando le abitudini alimentari durante la gestazione con un apposito diario sia misurando direttamente il livello nel sangue delle due vitamine. Inoltre successivamente alla nascita, i ricercatori hanno controllato lo stato di salute dei figli delle 2000 donne a 6, 12, e 24 mesi di età, attraverso un questionario telefonico.Per quanto riguarda la vitamina E, lo studio ha riportato una conferma: tanto maggiore era il livello di antiossidante nel sangue materno, tanto minore era il rischio che si presentassero sibili respiratori (a parte quelli dovuti a malattie da raffreddamento) e, nel caso di mamme sofferenti di atopia (cioè allergiche), che si presentasse eczema. Il riscontro era valido sia a un anno sia a due anni di età. Diverso il caso della vitamina C: a un anno di vita l'effetto protettivo sembrava mantenersi, ma a due anni il rapporto si rovesciava: tanto maggiore era stata l'assunzione di vitamina C durante la gestazione, tanto maggiore era il rischio che si presentassero sibili respiratori ed eventualmente eczema.Per quanto il campione non sia trascurabile, un'associazione di questo tipo è la prima volta che si presenta, quindi quello che i ricercatori hanno concluso è che sicuramente la dieta materna può influenzare lo stato di salute nei primissimi anni di vita. Tuttavia sembrerebbe presto per trarre conclusioni. Intanto, si è deciso di continuare a seguire nel tempo questi bambini, per scoprire se il probabile effetto negativo della vitamina C si mantiene (e se si mantiene quello positivo della vitamina E) ma anche per vedere se sia possibile, con qualche intervento dietetico, correggere la situazione. Nel frattempo si può suggerire di evitare supplementazioni vitaminiche al di là di quelle di norma prescritte in gravidanza, che poi si riassumono nell'assunzione dell'acido folico.
Sveva Prati
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Da sei mesi a due anni
Lo studio si è svolto sia indagando le abitudini alimentari durante la gestazione con un apposito diario sia misurando direttamente il livello nel sangue delle due vitamine. Inoltre successivamente alla nascita, i ricercatori hanno controllato lo stato di salute dei figli delle 2000 donne a 6, 12, e 24 mesi di età, attraverso un questionario telefonico.Per quanto riguarda la vitamina E, lo studio ha riportato una conferma: tanto maggiore era il livello di antiossidante nel sangue materno, tanto minore era il rischio che si presentassero sibili respiratori (a parte quelli dovuti a malattie da raffreddamento) e, nel caso di mamme sofferenti di atopia (cioè allergiche), che si presentasse eczema. Il riscontro era valido sia a un anno sia a due anni di età. Diverso il caso della vitamina C: a un anno di vita l'effetto protettivo sembrava mantenersi, ma a due anni il rapporto si rovesciava: tanto maggiore era stata l'assunzione di vitamina C durante la gestazione, tanto maggiore era il rischio che si presentassero sibili respiratori ed eventualmente eczema.Per quanto il campione non sia trascurabile, un'associazione di questo tipo è la prima volta che si presenta, quindi quello che i ricercatori hanno concluso è che sicuramente la dieta materna può influenzare lo stato di salute nei primissimi anni di vita. Tuttavia sembrerebbe presto per trarre conclusioni. Intanto, si è deciso di continuare a seguire nel tempo questi bambini, per scoprire se il probabile effetto negativo della vitamina C si mantiene (e se si mantiene quello positivo della vitamina E) ma anche per vedere se sia possibile, con qualche intervento dietetico, correggere la situazione. Nel frattempo si può suggerire di evitare supplementazioni vitaminiche al di là di quelle di norma prescritte in gravidanza, che poi si riassumono nell'assunzione dell'acido folico.
Sveva Prati
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