Dolore al seno

10 settembre 2024

Dolore al seno


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10 settembre 2024

Dolore al seno

Buongiorno. Da circa una settimana accuso un fastidio al seno sx. A volte è dolente e lo sento duro, come se fosse "pieno", altre volte avverto come degli spilli nella parte bassa e a sinistra del capezzolo. Le ultime mestruazioni sono terminate 12gg fa e aspetto le prossime tra 9gg. Non ci sono stati cambiamenti ne fatti a cui posso ricondurre il problema. Solitamente uso reggiseni stretti in circonferenza (li sento più comodi) e contemporaneamente a questo problema ho avuto problemi con il dente del giudizio sx. Le cose possono essere correlate?

Risposta del 10 settembre 2024

Risposta a cura di:
Dott.ssa DANIELA PELOTTI


Quando una paziente riferisce di avere un dolore al seno clinicamente insignificante, i medici possono cogliere l'occasione per rassicurare la paziente sul fatto che il dolore al seno è raramente un segno di cancro al seno e incoraggiarla a sottoporsi a una mammografia di screening di routine". Occorre ricordare comunque che il dolore al seno è un segnale di allerta che se sottovalutato col tempo può portare al Tumore Al Seno. Molte pazienti riferiscono dolore al seno e pensano che sia una situazione normale specie in fase premestruale. Spesso il dolore avvertito soprattutto dopo una compressione del tessuto mammario: si manifesta come senso di livido o fastidio o sensazione di stilettate all’interno del tessuto mammario ho dolore ai capezzoli. Quando questo avviene significa che vi è l’intestino infiammato e gonfio cioè un’alterazione della flora batterica intestinale. Per alcune pazienti questo avviene in seguito a una alimentazione con eccesso di carboidrati soprattutto cereali, glutine, frutta, verdure amidacee. Ed eccoci ancora qui, a parlare di intestino, di microbiota, di salute che parte proprio da dove forse non ci aspetteremmo. Invece, anche per quanto riguarda il dolore al seno e il rischio di patologie mammarie gioca un ruolo fondamentale. Laggiù esiste un insieme di batteri in grado di modulare il ricircolo enteroepatico di estrogeni ed influenzare così i livelli circolanti di questi ormoni e la loro escrezione, chiamato Estroboloma. Questi batteri producono un'enzima(beta glucoronidasi) che trasforma gli estrogeni nella loro forma attiva permettendo così i processi estrogeno-dipendenti. Se la flora intestinale è sana, l'Estroboloma produce la giusta quantità di enzima necessaria per mantenere l'omeostasi degli estrogeni. Quando invece la flora intestinale è squilibrata, la sua attività può alterarsi. La conseguenza può essere un eccesso di estrogeno libero, che può causare lo sviluppo di patologie estrogeno correlate: è risaputo che un eccesso di estrogeni in circolo può causare mestruazioni abbondanti fibromatosi uterina mastopatia fibrocistica. L’infiammazione dell’intestino inoltre può coinvolgere le ovaie che infiammate vengono iper stimolate dall’ipofisi con rischio di un eccesso di produzione di estrogeni. L’intestino infiammato fa sì che non viene assimilato iodio utile alla tiroide per impedire a batteri di entrare dal capezzolo e causare la cosiddetta mastopatia fibrocistica cioè la presenza di cisti in tutto il tessuto mammario. Il dolore ovviamente è causato dalla presenza di questi batteri infiammatori. È sufficiente ristabilire con una corretta alimentazione l’infiammazione intestinale per non avere più dolore al seno. La mammografia diagnostica non è superiore allo screening per le donne con dolore al seno di Hannah Murphy |09 agosto 2024| Imaging sanitario | Imaging femminile Un approccio basato sullo screening iniziale per le donne che si presentano agli appuntamenti con dolore al seno riduce la spesa sanitaria senza il rischio di non individuare il cancro. Secondo una nuova analisi pubblicata su Clinical Imaging, indirizzare i pazienti verso mammografie di screening anziché esami diagnostici spesso evita loro di dover sottoporsi a procedure aggiuntive, riducendo così l'uso di risorse cliniche non necessarie e facendo risparmiare alle organizzazioni decine di migliaia di dollari all'anno. "Sebbene il dolore al seno sia estremamente comune, il tasso di cancro al seno per le donne sottoposte a diagnostica per immagini del seno esclusivamente per il dolore al seno è paragonabile o inferiore alla popolazione sottoposta a screening. In genere non si riscontrano anomalie nel sito del dolore e i risultati delle immagini che vengono identificati sono in genere benigni", ha spiegato l'autore corrispondente dell'articolo Nina Capiro, del Dipartimento di scienze radiologiche presso la David Geffen School of Medicine, UCLA, e colleghi. "Anche nelle pazienti che presentano dolore al seno e che vengono trovate affette da cancro al seno, non è chiaro se il cancro provoca dolore al seno o se il dolore al seno ha portato a una valutazione che ha identificato un cancro al seno asintomatico". Per l'analisi, i ricercatori hanno esaminato i casi di 100 donne consecutive di età superiore ai 40 anni e senza una storia di cancro al seno che si sono presentate ai loro medici lamentando dolore al seno. Ognuna è stata inviata per una mammografia diagnostica e un'ecografia mammaria tra gennaio e aprile 2022. L'allocazione delle risorse del reparto e i costi associati sono stati calcolati in base agli esami successivi delle partecipanti. Le donne sono state considerate idonee allo screening se avevano completato una mammografia almeno 12 mesi prima di presentare dolore al seno. Delle 100 donne incluse, il 68% era idonea allo screening quando è stata inviata per la mammografia diagnostica. Utilizzando un approccio di screening first, 47 di quelle idonee avrebbero avuto mammografie di screening negative, il che avrebbe mantenuto aperti 47 appuntamenti diagnostici per altre. "Data l'elevata richiesta di imaging del seno, questo aumento della disponibilità di appuntamenti potrebbe influire sui tempi di attesa dei pazienti e ridurre i ritardi diagnostici", ha suggerito il gruppo. Il flusso di lavoro nello studio ha prodotto 100 mammografie diagnostiche ed ecografie, 29 ecografie di follow-up e 10 biopsie guidate da immagini, per un costo di $ 42. 872, 41. Un approccio basato sullo screening avrebbe quasi dimezzato la quantità di mammografie diagnostiche ed ecografie, ridotto le ecografie di follow-up di un terzo e sarebbe costato circa $ 9. 000 in meno. Le cifre finanziarie sarebbero state probabilmente più elevate a livello individuale, ha osservato il gruppo, evidenziando la copertura delle mammografie di screening che è obbligatoria ai sensi dell'Affordable Care Act. Le mammografie diagnostiche non hanno la stessa garanzia di copertura, il che probabilmente si traduce in costi aggiuntivi a carico del paziente. All'interno del gruppo sono stati identificati due tumori, anche se gli autori hanno notato che sarebbero stati visibili nelle mammografie di screening delle pazienti. Invece di sottoporre le donne idonee allo screening con dolore al seno a un esame diagnostico per immagini, gli autori hanno suggerito che gli operatori sanitari sfruttino l'appuntamento per istruire le pazienti sulle raccomandazioni relative allo screening. "Quando una paziente riferisce di avere un dolore al seno clinicamente insignificante, i medici possono cogliere l'occasione per rassicurare la paziente sul fatto che il dolore al seno è raramente un segno di cancro al seno e incoraggiarla a sottoporsi a una mammografia di screening di routine".


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