Gravidanza orfana di farmaci

08 febbraio 2008
Aggiornamenti e focus

Gravidanza orfana di farmaci



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Esiste una zona d'ombra, nelle linee di produzione (pipeline) dei farmaci in sviluppo, che interessa un preciso periodo della vita: dalla gestazione alla fase perinatale. Ogni anno i settori di ricerca e sviluppo (R&D, research and development) delle aziende generano 20-25 brevetti di nuovi farmaci, ma molto pochi prevedono un uso specifico in gravidanza. Il risultato è che il 75% delle donne in gravidanza assume almeno un farmaco per il quale non esistono dati sul profilo di sicurezza in quella particolare circostanza. Inadeguata anche la disponibilità di farmaci per condizioni ostetriche come la pre-eclampsia, la ridotta crescita fetale, le emorragie post-partum e l'aborto spontaneo.

Patologie senza trattamento


Nonostante i tanti investimenti in ricerca e le iniziative a livello globale dedicate alla lotta alle diverse malattie, resta ancora una carenza di nuove molecole indirizzate alle patologie della gravidanza. Facendo una semplice ricerca in un grande database che raccoglie informazioni sui farmaci, Pharmaprojects, eseguita per parole chiave come pre-eclampsia, eclampsia, travaglio, pretermine, ipertensione indotta da gravidanza, minaccia di aborto, aborto, anemia gravidica e molte altre, sono stati trovati 67 farmaci con indicazioni nell'ambito della maternità, di cui 30 indicati per il travaglio pretermine, 17 erano ancora in fase di sviluppo. Dal 1981 è stata brevettata soltanto una nuova classe di farmaci con indicazioni ostetriche: per esempio, nel campo della salute cardiovascolare, la pipeline di farmaci impiegati in ostetricia rappresenta meno del 3% dell'attività di ricerca industriale. Gli autori dell'indagine, due clinici universitari, hanno notato che in una recente revisione industriale di sviluppo di farmaci di 137 pagine non menzionava nessun tipo di applicazione ostetrica. Non a caso, nel 2007, il trattamento di due delle tre principali complicanze ostetriche che anticipano il parto (pre-eclampsia, la ridotta crescita fetale) e lo stesso parto pretermine vengono gestiti semplicemente bloccando il travaglio con farmaci di dubbia efficacia.

Scappatoie del mercato


Si direbbe quindi che il mercato abbia largamente abbandonato le terapie ostetriche ai deboli sforzi dei ricercatori per applicazioni di ricerca e senza brevetto. Con un'immediata e frequente conseguenza: l'uso off-label dei farmaci nelle donne. L'elevato costo di studi addizionali e il rischio di cause legali scoraggiano i test di efficacia e sicurezza sulle donne in gravidanza di farmaci già dimostrati sicuri ed efficaci in soggetti adulti. Si evitano, per esempio, test di tossicologia riproduttiva proprio per evitare il rischio di andare incontro a una possibile teratogenicità (danni al nascituro). La sicurezza in gravidanza può essere valutata attraverso la sorveglianza post-marketing che, però, ha impiegato in media sei anni per identificare tossicità per il feto in 11 farmaci approvati tra il 1980 e il 2000. Anche le piccole dimensioni del target (il numero di potenziali destinatari) a cui si rivolgerebbero farmaci con applicazione ostetrica, rappresenta un deterrente. Le case farmaceutiche ottengono il maggior ritorno economico concentrando gli sforzi su patologie croniche con un'aspettativa di vita favorevole e quindi su farmaci che vanno assunti per molto tempo per migliorare la qualità della vita. La gravidanza e le sue complicanze rappresentano un periodo della vita molto limitato, in un quadro di calo delle nascite. Infine, esiste un vuoto normativo nel sistema regolatorio che, però, permette l'uso off-label dei farmaci, che da una parte facilità l'accesso ai farmaci in caso di malattie rare (che non hanno terapie specifiche) o di nuove patologie emergenti (che non hanno ancora terapie specifiche) ma dall'altra non incoraggiano l'investimento in studi clinici da parte dei produttori. E poiché è implicito nel modello industriale il profitto come obiettivo, l'ipotesi di un crollo del fatturato o anche il solo rischio disincentiva decisamente il mercato in questa nicchia del settore. E pazienza se è la nicchia da cui tutto ha origine.

Simona Zazzetta



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