28 febbraio 2003
Aggiornamenti e focus
Alla ricerca del prione
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La forma sporadica della malattia di Creutzfeldt-Jakob rappresenta circa l'85% dei casi umani di encefalopatie spongiformi trasmissibili. È caratterizzata dall'assenza di mutazioni patologiche del gene PRNP (quello che codifica per la proteina-prionica PrP) e originata sia dal contatto con strumenti chirurgici contaminati, e da organi trapiantati, sia da contagio alimentare. A parte la mancanza di coinvolgimento del gene, la malattia non si discosta molto dalle altre forme di Creutzfeldt-Jakob (ereditaria e iatrogena): non ci sono terapie e il decesso sopravviene molto rapidamente, da 3 a 24 mesi dopo l'esordio.
La sintomatologia è piuttosto complessa, rendendo difficile una diagnosi differenziale tra le varie forme, e comprende una grave demenza rapidamente progressiva, reazioni di soprassalto e mioclonie, reperti EEG caratteristici (complessi di onde periodiche acute e lente), svariati deficit neurologici dipendenti dalla localizzazione delle lesioni anatomopatologiche.
Dal punto di vista morfologico è presente una tipica degenerazione spongiforme, con perdita diffusa di neuroni e altre alterazioni della struttura del tessutio cerebrale.
Eccettuati i reperti autoptici, cioè le analisi post mortem sul cervello, non esistono marker periferici che consentano una diagnosi in vita della Creutzfeldt-Jakob sporadica, tuttavia è noto che la corteccia e le vie olfattive risultano spesso danneggiate in questa malattia. Partendo da queste evidenze un folto gruppo di ricercatori, provenienti da diversi dipartimenti dell'università di Verona, con la collaborazione del Laboratorio di Virologia dell'Istituto Superiore di Sanità e del Dipartimento di Patologia dell'università di Padova, ha analizzato le regioni periferiche della via olfattiva sensoriale.
La proteina prionica modificata (PrPsc), resistente alla proteasi, è l'isoforma patologica e infettiva del prione cellulare fisiologico (PrPc), che si riscontra abbondantemente nei reperti a di pazienti morti per Creutzfeldt-Jakob. Gli autori dello studio l'hanno cercata nella mucosa olfattiva di 9 soggetti, deceduti dal 2000 al 2002 in Veneto, in cui era stata accertata la forma sporadica dell'encefalopatia spongiforme.
Per identificare modificazioni patologiche e depositi di PrPsc, la mucosa olfattiva, l'epitelio respiratorio circostante e le terminazioni sensoriali intracraniche delle vie olfattive sono state esaminate sia al microscopio ottico, sia con i testi immunologici (Western Blot).
Stesse analisi anche su campioni di tessuto utilizzati come controlli, prelevati da 11 soggetti della stessa età (ancora in vita e deceduti), 5 dei quali non presentavano disturbi neurologici, mentre i rimanenti 6 erano affetti da altre patologie neurodegenerative.
I western blot, effettuati sui campioni dei tessuti controllo, hanno evidenziato la proteina prionica cellulare sia nell'epitelio olfattivo sia in quello respiratorio anche se in quantità inferiori, rispettivamente il 20 e il 13%, a quelle che si trovano a livello cerebrale. Segno comunque che anche i tessuti delle vie olfattive e respiratorie esprimono costitutivamente la PrPc. La proteina prionica infettiva (PrPsc), invece, è stata trovata in tutti i 9 pazienti, precisamente nelle ciglia, bulbo, vie e corteccia olfattive, ma non nella mucosa respiratoria, inoltre non è stata identificata nei tessuti degli 11 soggetti controllo.
Nell'epitelio olfattivo le quantità di PrPsc sono solo il 3% di quelle rinvenute nel bulbo, tuttavia sono sufficienti per poter essere utilizzate come marker in-vivo, grazie alla possibilità di amplificare la sensibilità dei test utilizzando acido sodio-fosfotungstico come agente precipitante.
Resta da stabilire se la mucosa olfattiva sia una porta d'ingresso del prione (che si attacca volentieri a elettrodi e strumenti chirurgici), un'area di possibile diffusione da malato a soggetto sano, o solo una finestra aperta sulla diagnosi precoce della malattia. Certo la biopsia dell'epitelio delle cavità nasali potrebbe fungere da controllo di efficacia dei trattamenti farmacologici...quando ve ne saranno.
Elisa Lucchesini
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
La sintomatologia è piuttosto complessa, rendendo difficile una diagnosi differenziale tra le varie forme, e comprende una grave demenza rapidamente progressiva, reazioni di soprassalto e mioclonie, reperti EEG caratteristici (complessi di onde periodiche acute e lente), svariati deficit neurologici dipendenti dalla localizzazione delle lesioni anatomopatologiche.
Dal punto di vista morfologico è presente una tipica degenerazione spongiforme, con perdita diffusa di neuroni e altre alterazioni della struttura del tessutio cerebrale.
Eccettuati i reperti autoptici, cioè le analisi post mortem sul cervello, non esistono marker periferici che consentano una diagnosi in vita della Creutzfeldt-Jakob sporadica, tuttavia è noto che la corteccia e le vie olfattive risultano spesso danneggiate in questa malattia. Partendo da queste evidenze un folto gruppo di ricercatori, provenienti da diversi dipartimenti dell'università di Verona, con la collaborazione del Laboratorio di Virologia dell'Istituto Superiore di Sanità e del Dipartimento di Patologia dell'università di Padova, ha analizzato le regioni periferiche della via olfattiva sensoriale.
Cercare cosa
La proteina prionica modificata (PrPsc), resistente alla proteasi, è l'isoforma patologica e infettiva del prione cellulare fisiologico (PrPc), che si riscontra abbondantemente nei reperti a di pazienti morti per Creutzfeldt-Jakob. Gli autori dello studio l'hanno cercata nella mucosa olfattiva di 9 soggetti, deceduti dal 2000 al 2002 in Veneto, in cui era stata accertata la forma sporadica dell'encefalopatia spongiforme.
Per identificare modificazioni patologiche e depositi di PrPsc, la mucosa olfattiva, l'epitelio respiratorio circostante e le terminazioni sensoriali intracraniche delle vie olfattive sono state esaminate sia al microscopio ottico, sia con i testi immunologici (Western Blot).
Stesse analisi anche su campioni di tessuto utilizzati come controlli, prelevati da 11 soggetti della stessa età (ancora in vita e deceduti), 5 dei quali non presentavano disturbi neurologici, mentre i rimanenti 6 erano affetti da altre patologie neurodegenerative.
Risultati e implicazioni
I western blot, effettuati sui campioni dei tessuti controllo, hanno evidenziato la proteina prionica cellulare sia nell'epitelio olfattivo sia in quello respiratorio anche se in quantità inferiori, rispettivamente il 20 e il 13%, a quelle che si trovano a livello cerebrale. Segno comunque che anche i tessuti delle vie olfattive e respiratorie esprimono costitutivamente la PrPc. La proteina prionica infettiva (PrPsc), invece, è stata trovata in tutti i 9 pazienti, precisamente nelle ciglia, bulbo, vie e corteccia olfattive, ma non nella mucosa respiratoria, inoltre non è stata identificata nei tessuti degli 11 soggetti controllo.
Nell'epitelio olfattivo le quantità di PrPsc sono solo il 3% di quelle rinvenute nel bulbo, tuttavia sono sufficienti per poter essere utilizzate come marker in-vivo, grazie alla possibilità di amplificare la sensibilità dei test utilizzando acido sodio-fosfotungstico come agente precipitante.
Resta da stabilire se la mucosa olfattiva sia una porta d'ingresso del prione (che si attacca volentieri a elettrodi e strumenti chirurgici), un'area di possibile diffusione da malato a soggetto sano, o solo una finestra aperta sulla diagnosi precoce della malattia. Certo la biopsia dell'epitelio delle cavità nasali potrebbe fungere da controllo di efficacia dei trattamenti farmacologici...quando ve ne saranno.
Elisa Lucchesini
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