Sotto l'albero il virus

09 novembre 2004
Aggiornamenti e focus

Sotto l'albero il virus



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"L'epidemia sarà di medio-bassa intensità, con 2,5 milioni di italiani colpiti, di cui 1 milione di bambini", si è espresso così Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università degli Studi di Milano, dopo il primo isolamento del virus a Genova. Ma di che virus si tratta quest'anno?

Il virus di quest'anno


Si tratta - come spiega il Centro per il controllo delle malattie (CCM) sul portale del ministero della Salute - di sottotipi A/H3N2, quindi simili a quelli contenuti nel vaccino antinfluenzale di quest'anno. Il primo isolamento è stato effettuato su bambini tra tre e sei anni. E proprio i bambini saranno i più colpiti dal virus. Lo ha affermato Pietro Crovari, professore di igiene all'Università di Genova, che ha puntualizzato come i bambini abbiano manifestato più di 39 di febbre e gli altri sintomi classici dell'influenza. La stagione influenzale ha quindi avuto ufficialmente inizio ma ancora non si può parlare di epidemia, si tratta, infatti di casi sporadici. E l'epidemia? Difficile ipotizzarla anche visto l'andamento alterno dell'inverno. Se il freddo dovesse persistere e rimanere intenso, potrebbe scoppiare in anticipo. Si presume che l'epidemia effettiva possa essere in prossimità delle festività natalizie, quando oltretutto il rischio di contagio, in virtù dello scambio di effusioni augurali, è più alto. Inizialmente - ha spiegato Pregliasco - il più colpito sarà il Nord Italia e a seguire, dopo due o tre settimane, il Centro e il Sud della penisola. Ma non sarà un'incidenza altissima.

Caleranno i malati


Le prime previsioni parlano di due milioni 300mila italiano contro i tre milioni della scorsa stagione. Il 40% si manifesterà nei bimbi, contro il 30% del 2003. I responsabili dell'influenza di quest'anno sono tre sottotipi di virus, di cui i due principali, Fujan e Shangai, che potranno colpire una stessa persona in periodi diversi. In più c'è un'incognita e si chiama Wellington. Un ceppo virale neozelandese che si è già fatto vivo in Norvegia e che potrebbe ridurre, pur in maniera lieve, l'efficacia del vaccino. Vaccino inutile allora? Tutt'altro - puntualizzano gli esperti. Il vaccino resta l'arma di prevenzione più efficace ed è questo il periodo ideale per ricorrervi. Nonostante il ceppo neozelandese, infatti, nei paesi europei in cui l'influenza è già arrivata, la composizione del siero si è dimostrata valida. Meglio così sfruttare gli ultimi giorni utili per vaccinarsi visto che i primi dati non sono ottimali e che in Italia si vaccina solo il 30%, con rischi per i pazienti. Una ricerca, pubblicata dal BMJ in questo senso parla chiaro. Lo studio condotto sugli anziani ha dimostrato che rivaccinarsi fa bene, anzi meglio perché le percentuali di mortalità diminuiscono. Perciò...

Marco Malagutti



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