Rischi a distanza

19 gennaio 2007
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Rischi a distanza



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Aids a parte, le malattie a trasmissione sessuale sono quasi sempre pensate come un evento acuto; ci può essere un'infezione, certo, ma grazie agli antibiotici può essere risolta. Che non sia proprio così ormai è provato sia per i condilomi, il cui virus è causa del tumore della cervice uterina, sia per altre infezioni assai comuni, come la gonorrea. Questa è una malattia diffusissima, la seconda per numero di diagnosi, tra quelle veneree, negli Stati Uniti e già da tempo si aveva il sospetto che potesse essere uno dei fattori di rischio per lo sviluppo del cancro della vescica nell'uomo. Questo, a sua volta è, per diffusione nell'uomo, il quarto tumore. Si tratta di una malattia per la quale sono a ragione chiamati in causa diversi fattori di rischio, per esempio il fumo di sigaretta o il contatto con sostanze tossiche di vario genere. Il che, è anche intuibile, visto che nella vescica stazionano per lunghi periodi le sostanze di scarto, compresi i tossici ambientali, che i reni filtrano dal sangue e cedono alle urine. Però è dimostrato che tra i fattori di rischio per il tumore c'è anche un'infezione, la bilharziosi o schistosomiasi, dovuta a un parassita, la Bilharzia, molto diffuso nei paesi in via di sviluppo. Quindi non è da escludere, anzi, che i processi infiammatori delle vie urinarie scatenati da questa e da altre infezioni possano contribuire ad avviare lo sviluppo tumorale.

Manifestazioni differenti


Perché nell'uomo? Perché nella donna l'infezione gonococcica tende a insediarsi nella mucosa uterina, mentre nell'uomo provoca di norma uretriti ricorrenti, con perdite di liquidi dal meato urinario. Recentemente, il rapporto tra le due condizioni è stato affrontato da uno studio che si è avvalso dei dati raccolti per l'Health Professionals Follow-Up Study, che ha collezionato, a partire dal 1986 vita morte e miracoli (si fa per dire) di più di 51 mila operatori sanitari statunitensi, prevalentemente bianchi, maschio e che vivevano in tutti i 50 stati dell'unione. Siccome ai partecipanti veniva ancher richiesto se avevano contratto malattie a trasmissione sessuale, esaminando poi le cause di morte e malattia era possibile stabilire se i tumori della vescica erano più frequenti tra coloro che avevano precedenti di gonorrea. E così è stato: dall'analisi statistica risulta che chi ha contratto la gonorrea vede raddoppiare il rischio. Anche aggiustando la stima in funzione del fatto di essere o meno fumatori, e dell'assunzione di liquidi, il risultato cambiava ma non si ribaltava. Detto in cifre: i fumatori mai infettati dal gonococco avevano un rischio relativo di 2,19, i non fumatori con precedenti di infezione un rischio relativo di 1,45 ma, addirittura, per i fumatori con precedenti gonococcici si balzava a 4,48. Insomma, l'infezione è un fattore di rischio importante, che va a sommarsi al fumo.

Infiammazione a lungo termine


Le conclusioni di questo studio non sono le prime in questo senso, ma sono importanti perché in questo caso la malattia era stata accertata prima che si presentasse il tumore e non dopo, con tutte le imprecisioni che comporta basarsi sulla memoria di pazienti e famigliari sopravvissuti o su cartelle cliniche che potevano anche non fare riferimento a questo aspetti. La spiegazione dell'effetto non è ovviamente già chiarita del tutto: è molto probabile che questa infezione, di solito contratta in giovane età, determini una situazione di infiammatoria più o meno cronica, con conseguenze, per esempio, quali l'incompleto svuotamento della vescica. In questo modo, eventuali sostanze promotrici del tumore resterebbero più a lungo a contatto con le cellule epiteliali della vescica. Per inciso, la riduzione del contatto tra inquinanti e tessuto è una delle ragioni per cui si raccomanda sempre, a uomini e donne, di bere (acqua) in quantità adeguata.

Maurizio Imperiali



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