12 dicembre 2007
Aggiornamenti e focus
TBC, resistenze più temibili
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La tubercolosi non è sconfitta nei paesi industrializzati e di recente tenta anzi di riemergere. Non solo, la nuova minaccia sono i ceppi batterici multi-resistenti (MDR-Tb) ai farmaci e, non bastasse, ora anche quelli a resistenza estesa o super-resistenti (XDR-Tb): un rischio che si pensava in aree lontane e invece potrebbe affacciarsi anche in paesi come il nostro. Già ci sono stati casi (famoso quello di maggio dello statunitense volato in Europa benché infetto) ed è di questi giorni la segnalazione giunta dal congresso delle associazioni dei pneumologi AIPO e UIP a Firenze. Solo nell'Ospedale di Sondalo, il più grande centro specializzato in Italia, negli ultimi tre anni si sono avuti oltre dieci casi super-resistenti, con la morte di una donna e poi di un uomo: ma quest'anno i decessi sono stati cinque. Nello stesso Centro in due anni si sono avuti 60 casi multi-resistenti. Al di là dei ceppi resistenti a più farmaci nel 2005 in Italia si sono comunque registrati, come informa il Ministero della Salute, 4.214 casi, in prevalenza maschili, nelle tre forme di TBC a polmoni-trachea-bronchi (3.028), extrapolmonare (1.033), mista (153), con un'incidenza di 7 casi ogni 10 mila abitanti, in leggero calo tra gli anziani, stazionaria tra i minori e in crescita tra i giovani. L'età media per gli italiani è 55-64 anni, per gli stranieri 25-34 anni, e il 44% dei casi totali riguarda appunto stranieri.
Il ritorno della TBC e l'arrivo di Mycobacterium tuberculosis con resistenze plurime in Occidente sono in qualche modo legati alla globalizzazione; i secondi proverrebbero soprattutto dall'Europa dell'Est e dall'Estremo Oriente. Le multiresistenza derivano anche da trattamenti inadeguati in passato, si tratta cioè di malati storici. Come si spiega in un articolo sulla tubercolosi su PLoS Medicine, gli MDR-Tb, definiti come ceppi resistenti a due farmaci di prima linea come isoniazide e rifampicina, si sono riscontrati in un'ottantina di paesi, a basso o medio reddito, e in forte incremento negli anni recenti; gli XDR-Tb, definizione coniata nel 2005 per ceppi resistenti a due farmaci di prima linea e a tre o più dei sei di seconda linea, sono stati segnalati in una quarantina di paesi, a scarso sviluppo. Gli MDR e gli XDR sono anche legati spesso all'AIDS, in quanto l'HIV riduce le difese immunitarie favorendo l'aggressione del bacillo tubercolare. Al di là di questi, ceppi resistenti a terapie antitubercolari si sono trovati in tutti i paesi, come è apparso da 90 con sorveglianza sistematica. E i problemi sono diversi. Chi contrae il M. tuberculosis può rimanere infetto anche per anni senza ammalarsi, quando si ammala la diagnosi spesso è tardiva e in questa fase può contagiare inconsapevolmente altre persone con la semplice tosse. Per le forme resistenti, poi, non ci sono trattamenti. I risultati restano subottimali, per gli MDR-Tb per esempio l'esito è letale nel 5-20% dei casi in soggetti in terapia e non infetti da HIV e nel 66% di quelli infetti da HIV.
Altri limiti, rimanendo ai ceppi multiresistenti, sono la lunga durata dei regimi terapeutici, protratti per 18-24 mesi, e gli effetti collaterali, cause queste di scarsa aderenza alle cure. Sono fattori che impediscono di raggiungere l'obiettivo del Piano globale per fermare la Tbc, cioè il trattamento di quasi 1,6 milioni di pazienti MDR-Tb entro il 2015. Per dare un'idea, la stima è che nel 2004 ci siano stati globalmente mezzo milione di nuovi casi di MDR-Tb. Sono perciò necessari maggiori investimenti e sforzi per aumentare gli standard di trattamento, per individualizzare i regimi, per arrivare alla disponibilità di nuovi farmaci in sviluppo: come dice il sottotitolo dell'articolo di PLoS, il tempo di agire è adesso. Questo vale ancor di più pensando alla minaccia più recente, l'emergere dei ceppi XDR-Tb. Sollecitazioni a fare di più e presto, anche rispetto all'informazione e alle possibilità di diagnosi rapida, sono arrivate già nel 2006 dalla Global task force sulla XDR-Tbc dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Elettra Vecchia
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Il pericolo si chiama MDR-Tb e XDR-Tb
Il ritorno della TBC e l'arrivo di Mycobacterium tuberculosis con resistenze plurime in Occidente sono in qualche modo legati alla globalizzazione; i secondi proverrebbero soprattutto dall'Europa dell'Est e dall'Estremo Oriente. Le multiresistenza derivano anche da trattamenti inadeguati in passato, si tratta cioè di malati storici. Come si spiega in un articolo sulla tubercolosi su PLoS Medicine, gli MDR-Tb, definiti come ceppi resistenti a due farmaci di prima linea come isoniazide e rifampicina, si sono riscontrati in un'ottantina di paesi, a basso o medio reddito, e in forte incremento negli anni recenti; gli XDR-Tb, definizione coniata nel 2005 per ceppi resistenti a due farmaci di prima linea e a tre o più dei sei di seconda linea, sono stati segnalati in una quarantina di paesi, a scarso sviluppo. Gli MDR e gli XDR sono anche legati spesso all'AIDS, in quanto l'HIV riduce le difese immunitarie favorendo l'aggressione del bacillo tubercolare. Al di là di questi, ceppi resistenti a terapie antitubercolari si sono trovati in tutti i paesi, come è apparso da 90 con sorveglianza sistematica. E i problemi sono diversi. Chi contrae il M. tuberculosis può rimanere infetto anche per anni senza ammalarsi, quando si ammala la diagnosi spesso è tardiva e in questa fase può contagiare inconsapevolmente altre persone con la semplice tosse. Per le forme resistenti, poi, non ci sono trattamenti. I risultati restano subottimali, per gli MDR-Tb per esempio l'esito è letale nel 5-20% dei casi in soggetti in terapia e non infetti da HIV e nel 66% di quelli infetti da HIV.
Obiettivo: migliorare il trattamento
Altri limiti, rimanendo ai ceppi multiresistenti, sono la lunga durata dei regimi terapeutici, protratti per 18-24 mesi, e gli effetti collaterali, cause queste di scarsa aderenza alle cure. Sono fattori che impediscono di raggiungere l'obiettivo del Piano globale per fermare la Tbc, cioè il trattamento di quasi 1,6 milioni di pazienti MDR-Tb entro il 2015. Per dare un'idea, la stima è che nel 2004 ci siano stati globalmente mezzo milione di nuovi casi di MDR-Tb. Sono perciò necessari maggiori investimenti e sforzi per aumentare gli standard di trattamento, per individualizzare i regimi, per arrivare alla disponibilità di nuovi farmaci in sviluppo: come dice il sottotitolo dell'articolo di PLoS, il tempo di agire è adesso. Questo vale ancor di più pensando alla minaccia più recente, l'emergere dei ceppi XDR-Tb. Sollecitazioni a fare di più e presto, anche rispetto all'informazione e alle possibilità di diagnosi rapida, sono arrivate già nel 2006 dalla Global task force sulla XDR-Tbc dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Elettra Vecchia
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