Cautela non panico

17 aprile 2003
Aggiornamenti e focus

Cautela non panico



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Come si manifesta?


La SARS ha fatto la sua comparsa alla fine di febbraio ad Hanoi in Vietnam. La malattia è sostenuta da un agente particolarmente infettivo, basti pensare che oltre il 50% degli operatori sanitari che assistevano pazienti con la sindrome sono stati colpiti. Dai dati preliminari del primo gruppo di 60 probabili casi isolati ad Hanoi, risulta un periodo di incubazione di 5-9 giorni. I primi sintomi sono febbre, malessere, mialgia, emicrania e vertigini. Mal di gola e rinite si palesano precocemente soltanto nel 25% dei casi, e la tosse nel 39% dei casi. Sintomi non specifici che hanno indotto i medici, in una prima fase, a sottovalutare l'infezione. Dopo i primi 3-7 giorni di febbre ha inizio la fase respiratoria inferiore, con tosse secca che può essere accompagnata da dispnea e dolore al petto. Secondo le linee guida OMS tutti coloro che sono stati di recente in un paese a rischio (attualmente sono considerati tali Canada, Cina, Singapore e Vietnam, cioè quelli in cui si sono manifestati casi di contagio locale) e che presentano i sintomi di cui sopra devono ritenersi potenzialmente contagiosi e devono essere ricoverati in una stanza isolata. Tutti coloro che ne condividono l'abitazione o il luogo di lavoro devono fornire alle autorità competenti il loro recapito, evitare i luoghi affollati e i mezzi pubblici e recarsi in ospedale al minimo sospetto di aver contratto la malattia. Norme recepite anche dal Ministero della Salute italiano. La manifestazione clinica della malattia suggerisce un range di gravità che va da manifestazioni di entità media fino alla morte. L'ipotesi è che le forme più gravi si verifichino ai primi livelli di contatto, con successiva attenuazione dell'azione patogena durante il successivo passaggio dell'infezione.

Si può curare?


Oseltamivir, antiinfluenzale di nuova generazione, e antibiotici mirati verso i patogeni batterici responsabili della polmonite atipica sono stati utilizzati senza evidenti benefici. Qualche risultato in più è arrivato dall'utilizzo di steroidi e della ribavirina endovenosa. La loro efficacia resta comunque da dimostrare. In particolare l'uso della ribavirina va ulteriormente approfondito tenuto conto della sua efficacia in alcuni casi a Hong Kong e della scarsa disponibilità del farmaco, oltretutto assai dispendioso. Comunque la SARS in molti casi è migliorata nel giro di 7-10 giorni senza complicazioni e senza necessità di somministrare ossigeno. La percentuale di fatalità è stimata attualmente dall'OMS al 3%. Sono molte comunque - come sottolinea un recente editoriale del British Medical Journal - le questioni ancora irrisolte: dal metodo di diagnosi rapida alla risposta agli antivirali, dalla durata della viremia alla distribuzione del virus sul territorio e, infine, alla variabilità del patogeno. In Vietnam, dove l'epidemia è stata riconosciuta per la prima volta, ma anche in altre parti del pianeta, il peso dell'infezione è ricaduto in gran parte sulle spalle degli operatori sanitari a diretto contatto con i casi, ma anche familiari e conviventi di soggetti infettati sono risultati esposti, seppure in minor grado. La via di trasmissione resta, così, in gran parte non chiara. Ecco perché le precauzioni riguardano sia le vie aeree (uso di mascherine) sia il contatto fisico diretto (uso di guanti). Una terapia mirata, comunque, non potrà essere messa a punto fino a quando non si individuerà la causa dell'infezione.

La ricerca del colpevole

Le autorità sanitarie e i maggiori laboratori di infettivologia del mondo, OMS e CDC in testa, sono ottimisti. Il responsabile verrà isolato nel giro di qualche settimana e se ciò non servirà a curare i pazienti nell'immediato, faciliterà la diagnosi, fornendo un test sicuro per discriminare questa polmonite dalle altre. Le ipotesi per il momento sono rivolte a un nuovo virus o a un virus mutato, trasmesso all'uomo dagli animali, ma mancano le conferme ufficiali. Finora sono stati visti al microscopio elettronico due microrganismi: un paramyxovirus e un coronavirus, agenti infettivi perfettamente conosciuti, che in genere causano malattie curabili o, comunque contenibili. Il primo appartiene alla famiglia virale che causa, per esempio, il morbillo. Il secondo appartiene alla famiglia di virus che causa affezioni addirittura comunissime, come il raffreddore. Va dimostrato ancora, però, il nesso tra questi agenti e la malattia. Un simile fenomeno, virus innocui che diventano improvvisamente letali, dipende dal fatto che i virus mutano in continuazione. Si tratta di mutazioni casuali, che ne modificano la struttura genetica. In questo modo il virus può trovare strade nuove per riprodursi con successo a scapito dell'organismo ospite, che per l'infezione virale si ammala e talvolta muore. È quanto potrebbe essere successo con il coronavirus di Hong Kong, che da banale agente del raffreddore si sarebbe trasformato nel pericoloso agente di una polmonite atipica e mortale. Un passaggio spesso mediato dagli animali (il coronavirus viene trasmesso dagli animali all'uomo) autentiche centrali di mutazione del virus.

E in Italia?

Sono tre i pazienti che in Italia potrebbero essere stati colpiti dalla polmonite atipica, dicono fonti del Ministero della Salute. I casi sospetti sono in cura attualmente all'ospedale Spallanzani di Roma, al Sacco di Milano e al San Martino di Genova. Il paziente di Genova è l'unico ritenuto probabile secondo gli standard OMS. Per fornire informazioni e chiarimenti sulla SARS, è stato attivato un numero verde, attivo dalle 9 alle 18 da lunedì a venerdì (800.571661) mentre il sito internet del ministero dedica ampio spazio alla sindrome. La posizione del ministero è comunque riassunta dalle parole di Sirchia: "In Italia il problema è quasi irrilevante. Perciò non chiudetevi in casa e non prendete antibiotici che non servono. L'unico consiglio, se mai, è quello di rimandare i viaggi in Oriente, se non c'è l'assoluta necessità di partire, in attesa di vedere come si evolve l'epidemia." E a proposito di aerei la paura della SARS si fa sentire soprattutto in aeroporto. Un pieghevole giallo è, infatti, consegnato subito dopo lo sbarco a chi arriva dai Paesi a rischio, presso gli scali di Fiumicino e della Malpensa. Il contenuto? Poche righe in italiano e in inglese dicono di stare attenti almeno per dieci giorni: "...se durante questo periodo dovesse accusare febbre uguale o superiore ai 38 gradi, accompagnata da tosse e difficoltà respiratorie, le raccomandiamo di consultare un medico". Comunque niente panico...

Marco Malagutti



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