Ictus più prevedibile

14 dicembre 2005
Aggiornamenti e focus

Ictus più prevedibile



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In Italia ogni anno l'ictus colpisce circa 200 mila persone, rappresenta la prima causa di invalidità e può condurre alla morte quasi il 30% degli individui colpiti nel primo anno dopo l'evento. Oltre ai tradizionali fattori di rischio quali diabete, pressione arteriosa elevata, età e sesso, un particolare enzima e una proteina presenti nel sangue possono aiutare nell'identificare soggetti più esposti al rischio di ictus ischemico. A darne notizia è uno studio pubblicato sul Journal of American Medicine Association, il quale si è occupato di esaminare i livelli sanguigni di due marker infiammatori, la proteina C reattiva (CRP), e la lipoproteina associata alla fosfolipasi A2 (Lp-PLA2). Lo scopo dello studio era determinare se tali fattori fossero in qualche modo associati a un aumento del rischio di ictus di tipo ischemico. L'infiammazione svolge un ruolo importante nelle patologie cerebrovascolari, e ciò spiega perché si sia pensato di verificare l'associazione tra ictus e i livelli di proteina C reattiva (marcatore di infiammazione già utilizzato per prevedere eventi coronarici) e di lipoproteina associata alla fosfolipasi A2, che è un enzima proinfiammatorio secreto dai macrofagi e che circola legato principalmente al colesterolo LDL.

I livelli aumentano


I ricercatori hanno preso in esame i dati raccolti dall'Atherosclerosis Risk in Communities, studio che ha coinvolto quasi 13 mila uomini e donne, apparentemente sani, di età compresa tra i 45 e i 64 anni e che sono stati seguiti per un periodo di 6-8 anni. Tra questi sono stati selezionati 960 individui, di cui 194 avevano avuto un evento ischemico. I risultati hanno evidenziato dei livelli più elevati di proteina C reattiva e di Lp-PLA2 in coloro che successivamente erano stati colpiti da ictus, rispetto a chi non era andato incontro a evento ischemico. In particolare i più alti livelli di Lp-PLA2 e CRP aumentavano il rischio di ictus di 1,91 e 1,87 volte, rispettivamente, mentre negli individui che presentavano contemporaneamente i più alti valori di CRP e di Lp-PLA2 aumentava di 11,38 volte, rispetto a chi presentava i più bassi livelli di entrambi i marcatori. Ciò si verificava indipendentemente dalla presenza di ulteriori fattori di rischio: anche i livelli di colesterolo e trigliceridi non risultavano differire significativamente da un gruppo all'altro. Alla luce dei risultati, i ricercatori ritengono che il dosaggio della proteina C reattiva, e della lipoproteina associata alla fosfolipasi A2, possano costituire un metodo di diagnosi complementare, accanto all'identificazione dei tradizionali fattori di rischio, per identificare precocemente i soggetti a rischio di ictus. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per determinare se l'utilizzo di inibitori selettivi dell'Lp-PLA2 o la riduzione/inibizione della CRP siano in grado di prevenire l'evento ischemico.

Ombretta Bandi



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